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Ciclismo, Alberto Dainese: “Farò Tirreno-Adriatico e forse la Vuelta. Devo imparare tanto, sogno la Milano-Sanremo”

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Alberto Dainese è stato tra i pochi fortunati ad aver avuto la possibilità di alzare le braccia al cielo in questa stagione così inconsueta, ma che adesso è pronta a ripartire verso nuove avventure. Le stesse che affronterà il ventiduenne padovano di Abano Terme, pronto più che mai a tornare in corsa e a misurarsi in volata con gli altri grandi sprinter del gruppo. Dainese, campione europeo tra gli Under 23 ad Alkmaar il 10 agosto del 2019, quest’anno è approdato tra i professionisti con il Team Sunweb. Il suo debutto è avvenuto in Australia, in cui è riuscito a piazzare due top five tra Tour Down Under e Race Torquay, prima di azzeccare il momento e la posizione giusta in occasione della prima tappa del Jayco Herald Sun. Qui Alberto ha sfoggiato uno sprint a dir poco perfetto, timbrando così la prima, di chissà quante, vittorie della sua giovane e già brillante carriera. 

Prima stagione da professionista, già una vittoria e piazzamenti significativi. Nonostante lo stop forzato, ti puoi ritenere fortunato del tuo esordio.

“Sicuramente, per quel poco che abbiamo corso, anche a livello di squadra, è andata abbastanza bene sia per me che per i miei compagni. L’obiettivo era quello di far bene fin da subito e anch’io, nel mio piccolo, sono riuscito ad ottenere un successo in Australia. Perlomeno ho affrontato la quarantena un po’ più sereno. Nelle prime gare ho sofferto, ma è stato davvero bello”.

Poi è arrivata la pandemia…

“Guarda, io ho sempre detto che mi ritengo fortunato, visto che ho avuto modo di vincere e poi quello che sarebbe stato comunque un periodo di stacco per me. Ovviamente non è stato facile, mi sono lamentato parecchio. Ma è stato difficile per tutti”. 

Che clima hai trovato nel Team Sunweb?

“All’inizio ero un po’ spaesato, com’è normale che sia; soprattutto in una squadra così grande. È tutto in un’altra dimensione, però i ragazzi sono tutti tranquilli”. 

Quale sarà il tuo percorso di avvicinamento verso il rientro alle corse?

“In questi giorni ci stiamo dedicando ad un training camp in Austria, in cui abbiamo avuto modo di riunirci, seguendo comunque tutti i protocolli anti-Covid. Staremo via per tre settimane, poi ad agosto torneremo tutti quanti a correre. In questi giorni avremo modo di allenarci al meglio in altura come tutte le altre squadre”.

Quali saranno i tuoi obiettivi stagionali e il calendario gare?

“L’obiettivo è comunque quello di continuare ad imparare e, se mi capita qualche volata, tanto meglio. Ad agosto correrò il Giro di Polonia, il Tour de Limousine, poi a settembre la Tirreno-Adriatico, il BinckBank Tour, Gand-Wevelgem, Scheldeprijs, poi forse la Vuelta a España; in questo caso bisognerà tenere conto della mia condizione fisica del momento. Oggettivamente sarebbe bello poter essere al via”.

Cosa significa poter battagliare con i più grandi velocisti del gruppo?

“All’inizio è stato un po’ strano. Già lo scorso anno ho avuto modo di confrontarmi con qualche velocista che fino a prima vedevo in tv. Alla fine sono ragazzi normali e pian piano ci prendi l’abitudine. Sono tutti forti e cerco di apprendere da ognuno di loro. Non è facile batterli. Sai, la differenza principale è nella velocità nei chilometri prima della volata, in cui potresti arrivare già stanco, perchè i ritmi sono veramente folli. Quando ero dilettante, se eri messo male prima dello sprint, all’ultimo chilometro si poteva fare un mezzo miracolo, essendoci una velocità inferiore”.

Cosa ti ha lasciato la maglia di campione europeo?

“È stato il giorno più bello della mia vita, perchè era l’obiettivo principale del 2019. Il CT Marino Amadori mi aveva chiamato nel mese di febbraio dicendomi: ‘Andiamo lì, facciamo la volata e tu devi vincereì. Sono arrivato motivato e concentrato e mi ha regalato un grande senso di liberazione”.

Guardando al futuro, pensi di poter vincere anche delle corse più dure? Magari testandoti e resistendo anche in salita.  

“Bisogna vedere. Io ho sempre sofferto un po’ dappertutto, quindi è un po’ difficile dirlo. Magari col tempo mi potrò specializzare un po’ di più. Spero soltanto di non essere il classico velocista. Ora come ora, vedendo il mio fisico, non sono molto portato per la salita. Dirlo così presto è un po’ dura. Speriamo di perdere qualche chilo e andare un po’ più forte ovunque”.

Qual è la corsa dei tuoi sogni?

“Un po’ come tutti i velocisti, direi Milano-Sanremo e Gand-Wevelgem, se non la volata finale del Tour de France sugli Champs Élysées. Sono quel tipo di corse che valgono, che segnano la carriera di un atleta. Però, oggettivamente, va bene tutto”.

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lisa.guadagnini@oasport.it

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Foto: ufficio stampa Team Sunweb

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