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F1, presentazione GP Stiria 2020. Rinnovata la tradizione dei GP di Pescara e del Ceasar Palace

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Dopo il Gran Premio di Austria, andato in scena domenica 5 luglio, la Formula 1 rimarrà per un’altra settimana a Zeltweg, allo scopo di realizzare un double header sulla pista austriaca. D’altronde sappiamo bene come la pandemia di Covid-19 abbia spinto il Circus a trovare soluzioni alternative per imbastire un calendario degno di essere definito “Campionato Mondiale”. Pertanto, domenica 12 luglio si disputerà il Gran Premio di Stiria, un evento che per ovvie ragioni non ha precedenti, poiché mai è capitato di mandare in scena due gare in terra austriaca. Tuttavia, l’appuntamento ci da’ l’opportunità di effettuare un’interessante retrospettiva, poiché le denominazioni “esotiche” per disputare più di un Gran Premio nella stessa nazione sono parte integrante della Formula Uno sin dal 1957.

Infatti quella stagione, proprio come il 2020, viene pesantemente condizionata da un evento non sportivo. Nell’autunno del 1956 si verifica la Crisi di Suez, ovvero un breve conflitto in Medio Oriente tra l’Egitto e una coalizione composta da Israele, Francia e Gran Bretagna. La guerra ha ripercussioni sull’approvvigionamento di petrolio in diverse nazioni europee, il che porta a un forte innalzamento del prezzo dei carburanti. Tra le zone più colpite c’è il Benelux e per questa ragione sia il Belgio che l’Olanda rinunciano all’organizzazione del loro GP. Pertanto, si decide di inserire in calendario in extremis una seconda gara in Italia, che viene denominata Gran Premio di Pescara, proprio perché disputata nella città abruzzese.

Passa quasi un ventennio prima che la situazione si ripeta. È il 1976, anno in cui vengono programmati due GP negli Stati Uniti. La vastità geografica del Nordamerica permette di chiamare Gran Premio degli Usa Ovest la prova di Long Beach (California) e Gran Premio degli Usa Est l’appuntamento di Watkins Glen (New York). L’espediente verrà utilizzato a più riprese nel decennio successivo, ma quando si arriva a gareggiare a Las Vegas (1981 e 1982), che non può certo essere collocata nella metà orientale degli Stati Uniti, la prova viene candidamente bollata Gran Premio del Ceasar Palace, dal nome del parcheggio dell’Hotel in cui si disputa la competizione!

Negli anni ’80 diversi Paesi organizzano più di un Gran Premio. Così nascono il GP di San Marino per la seconda gara italiana, il GP di Svizzera per un secondo appuntamento francese, nonché il jolly GP d’Europa, usato per eventuali GP extra nel Vecchio Continente (inizialmente a uso e consumo di Gran Bretagna e Germania, successivamente anche della Spagna). Quando, a metà anni ’90, tocca al Giappone raddoppiare le proprie presenze, viene istituito il Gran Premio del Pacifico.

Nel 1997, una cancellazione last minute costringe la fantasia della FIA a effettuare un doppio salto carpiato. Il Gran Premio del Portogallo, inizialmente programmato come ultimo evento stagionale, viene stralciato e sostituito dalla geograficamente vicina Jerez de la Fronteira, la cui gara viene chiamata “GP d’Europa”. C’è però un inghippo, il Gran Premio d’Europa avrebbe dovuto disputarsi al Nürburgring. Nessun problema, la seconda gara tedesca viene prontamente rinominata “Gran Premio del Lussemburgo”!

Nel XXI secolo la sempre più marcata globalizzazione del Circus ha ridotto considerevolmente il numero di doppi appuntamenti nello stesso Paese, almeno sino a questo 2020, nel quale addirittura assisteremo a due GP sullo stesso circuito (fatto mai verificatosi nella storia della Formula Uno). Dunque, dopo ventitre anni di letargo, ci si è ritrovati nuovamente a dover inventare denominazioni alternative. Bisogna ammettere che l’inventiva non è mancata, poiché già Gran Premio di Stiria e Gran Premio del 70° anniversario sono voli pindarici notevoli, che potrebbero essere seguiti da ulteriori esercizi di stile nella seconda metà del calendario.

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paone_francesco[at]yahoo.it

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Foto: La Presse

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