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Arco
Tiro con l’arco, Natalia Valeeva: “Puntiamo a qualificarci con le squadre, poi penseremo alle medaglie”
Originaria della Moldavia e da tempo naturalizzata italiana, Natalia Valeeva appartiene da anni al gotha del tiro con l’arco femminile globale, con due medaglie di bronzo alle Olimpiadi di Barcellona 1992 e quattro del metallo più pregiato ottenute in varie edizioni dei Campionati Mondiali. Oltre al palmarès di assoluto livello, la classe ’69 vanta anche un’incredibile esperienza nel circuito, con ben sei edizioni dei Giochi disputate.
Da tempo nello staff tecnico della squadra femminile azzurra, Natalia si è raccontata ai nostri microfoni, spiegandoci quanto e come programmi di allenamento ed obiettivi del team siano cambiati con l’avvento della così catalizzante pandemia globale.
Parto col chiederle come avete vissuto questo periodo di lock-down e quali soluzioni abbiate apportato ai vostri programmi di allenamento.
“Fin da subito ho dovuto modificare gli allenamenti per le ragazze: da un lavoro all’esterno nei poligoni ad esercizi da fare in casa, in corridoi o stanze adatte. Ho cercato di sfruttare l’assenza di gare e di ansie nelle ragazze per concentrarci di più sulla pulizia del tiro, in un lavoro di perfezionamento del gesto che altrimenti non si trova mai il tempo di attuare. Abbiamo fatto una sorta di grande pulizia di primavera (ride), per essere perfetti quando tutto ricomincerà”.
Come ha preso la scelta di rinviare le Olimpiadi di Tokyo? Si trova d’accordo o crede che potevano essere seguite altre strade?
“Non credo che sia tanto un discorso sull’essere o meno d’accordo. Questa è stata una scelta governativa e noi la dobbiamo accettare semplicemente, è un qualcosa di politico. Molti stati hanno chiuso i loro confini ed organizzare un evento così complicato è diventato impossibile. Personalmente ho subito accettato la decisione e mi sono concentrata sul cambiare immediatamente i miei obiettivi”.
Le sue ragazze hanno accolto con la stessa tranquillità questo rinvio o qualcuna di loro ha avuto più difficoltà a metabolizzarlo?
“Diciamo che fin da subito ho spiegato loro che questo periodo si sarebbe potuto trasformare in una grande opportunità di risolvere tante imprecisioni che non c’è mai stato il tempo di migliorare. Loro l’hanno capito immediatamente e mi hanno seguito sin da subito. Sanno che quando le gare ricominceranno saranno più pronte di prima”.
Lei, che ha vissuto ben sei Olimpiadi e può di certo parlare con cognizione di causa della cosa, quali risultati si aspetta dalla selezione azzurra ai Giochi giapponesi?
“Diciamo che considero gli obiettivi come l’acqua su cui la nostra nave galleggia: sono ciò che ci permettono di restare a galla ma allo stesso tempo dobbiamo tenerli all’esterno ed impedirgli di entrare in noi e distruggerci. Detto questo il focus è fissato sicuramente sul qualificarci con la squadra femminile, poi si penserà alle medaglie individuali, di squadra e di mixed team. Non saranno una prerogativa ma un qualcosa in più. Ci stiamo allenando per il torneo di qualificazione di giugno, vogliamo entrare col miglior punteggio possibile per avere un tabellone più alla portata a Tokyo, nella speranza che i buoni risultati dei singoli possano spingere l’intera squadra”.
michele.giovagnoli@oasport.it
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Foto: Comunicato FitArco