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Formula 1

F1, la disarmante prova di forza della Mercedes nelle FP1. Frecce Nere ben bilanciate, incubo doppiaggio per chiunque con l’asciutto

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Prima giornata in terra magiara, sede del terzo round del Mondiale 2020 di F1, e giusto fare il punto della situazione sulla Mercedes. Si era detto in sede di presentazione che la W11 arrivava all’appuntamento di Budapest con i favori del pronostico. Si può dire, senza timori di essere smentiti, che l’Hungaroring ha confermato questi pensieri. Sì, perché la monoposto di Brackley ha impressionato per la facilità con la quale ha ottenuto certi tempi, pur non esprimendo il 100% delle proprie potenzialità. Ciò lascia presagire che qualcosa nel taschino ancora ci sia, per usare un eufemismo.

Il ragionamento è rafforzato dall’evidenza che Mr. Lewis Hamilton abbia ottenuto il miglior crono della sessione n.1, l’unica disputata quest’oggi sull’asciutto, con le gomme dure (usate). Sulla carta le mescole a banda bianca sono quelle con cui si fa più fatica a trovare la giusta finestra d’utilizzo sotto il profilo termico. Ecco che il DAS (sistema che rende la convergenza delle ruote anteriori variabile) è venuto in soccorso e quindi l’avantreno della W11 è simile a quello di un aereo da caccia, penetrante nell’aria e preciso, nonostante la pista offra poco grip.

Verrebbe da dire game, set and match, sposando una terminologia tennistica, ma di fatto la gara è domenica e potrebbe toccare a Giove Pluvio scombinare i piani. Tuttavia, anche in questa eventualità, Hamilton e il finlandese Valtteri Bottas non dovrebbero trovarsi a malpartito, tenendo conto che il fondo della “creatura” di James Allison produce carico aerodinamico in quantità industriale. Pertanto, sembra quasi che l’unica possibilità per avere uno spartito diverso da quello atteso sia quello di un problema d’affidabilità.

La consistenza è una variabile importante ed è vero che la Stella a tre punte nei test a Barcellona (Spagna) e nella prima gara austriaca qualche colpo l’ha perso. Tuttavia, nel giro di una settimana, i problemi al cambio e le famosi vibrazioni sono già diventate parte di un passato, cancellate dalle prestazioni altisonanti della scuderia anglo-tedesca. Considerando il passo gara, quindi, da 1’20” basso (rispetto all’1’21” altrui di base), si potrebbe presentare una situazione da doppiaggio indiscriminato in pista e sicuramente i gestori americani, ammiratori dell’agonismo puro, non sarebbero proprio contentissimi.

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Foto: LaPresse

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