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F1, la Ferrari insegue a Silverstone la strada della dignità. La ricetta per ripartire

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Dopo una settimana di pausa, il Mondiale di Formula Uno 2020 si appresta a ricominciare da Silverstone, in Gran Bretagna. La Ferrari sta vivendo uno degli inizi di stagione più difficili dell’ultimo mezzo secolo. In tre gare, infatti, è arrivato un fortunoso secondo posto e poco altro. Anzi, quanto si è visto dopo la piazza d’onore di Charles Leclerc nel GP d’Austria è stato scoraggiante. Nel Gran Premio di Stiria le due Rosse si sono ritirate nel corso del primo giro a causa di una collisione tra loro, mentre in Ungheria hanno subito lo smacco del doppiaggio. Durante la pausa, a Maranello è stato riformato l’organigramma, con l’introduzione dell’area “Performance Development”, il cui obiettivo è palesemente quello di andare a lavorare per colmare soprattutto le lacune aerodinamiche.

Chiaramente, pensare che questa situazione possa rappresentare la panacea di tutti i mali sarebbe quantomeno utopistico. La possibilità di vincere il Mondiale 2020 è ormai svanita, visto l’esagerato gap che separa il Cavallino Rampante dalle Mercedes e anche dalle Red Bull. Tuttavia, il cambiamento va nella giusta direzione, perché si è finalmente preso atto di dover cambiare rotta. L’obiettivo può essere quello di tappare le falle aerodinamiche della SF1000, allo scopo di sviluppare la monoposto in maniera tale da evitare che gli stessi problemi si presentino anche sulla versione 2021 della vettura, la quale per inciso sarà la stessa di quest’anno, in quanto la pandemia di Covid-19 ha avuto come conseguenza quella di rinviare al 2022 l’introduzione delle nuove regole e di prolungare anche al prossimo anno la vita degli attuali modelli.

Dunque la disgraziata SF1000 sarà l’auto su cui la Ferrari si troverà giocoforza a puntare anche nel prossimo Mondiale. Ecco perché da questo momento in poi sarà fondamentale utilizzare le gare del 2020 come un continuo test in ottica futura. I risultati ottenuti da qui a fine stagione saranno di relativa importanza, ciò che conterà maggiormente sarà riuscire a risalire all’origine dei mali aerodinamici della monoposto e correggerli, per quanto possibile, in maniera tale da cominciare il 2021 senza l’attuale handicap nei confronti dei migliori team del lotto.

Al riguardo, la scorsa settimana in Italia si è fatto un gran parlare di una presunta spy story legata al depotenziamento dei motori prodotti a Maranello. Ammettiamo per ipotesi che le indiscrezioni siano vere, cioè che si sia verificato una sorta di complotto atto a soffocare i propulsori del Cavallino Rampante. È una vicenda ancora tutta da dimostrare, ma ammettiamo che le cose siano andate davvero in questo modo. Il più grande errore che potrebbe commettere la Ferrari è quello di trovare nell’accaduto la causa dell’attuale disastro, perché i mali dell’attuale vettura non possono essere tutti ascritti a tale dinamica.

Lo si è visto chiaramente all’Hungaroring, tracciato dove non è certo la power unit a fare la differenza. Nonostante ciò, Vettel e Leclerc sono stati doppiati. Entrambi i piloti faticano a trovare un assetto accettabile sin dal Gran Premio d’Austria e che la SF1000 sia inguidabile lo dimostrano le parole di chi ci sale a bordo. Il tedesco si lamenta sovente del sovrasterzo, mentre il monegasco soffre di sottosterzo, indice di come non si riesca a ottimizzare il bilanciamento dell’auto e di come la coperta sia cortissima. Tirandola da una parte, inevitabilmente si scopra quell’altra. Anzi, per la verità il problema parte ancora più da lontano, perché anche la SF90 del 2019 aveva seri problemi di assetto (il progetto era nato esageratamente sovrasterzante). Magagne che, non essendo state corrette, si sono acuite ulteriormente.

Dunque, lagnarsi delle direttive Fia in tema di power unit sarebbe davvero stucchevole. Se tutto ciò fosse vero, sarebbe sicuramente un problema per la credibilità della Formula 1, tuttavia non cambierebbe il fatto che a Maranello ci siano grosse difficoltà in tema di aerodinamica che proseguono da tempo. Sostenere che la grande potenza del motore Ferrari colmava le lacune, significa focalizzarsi sul dito che indica la Luna. Se il Cavallino Rampante vuole tornare a galoppare, sarà indispensabile trovare un bandolo della matassa smarrito da troppo tempo. Per inciso, non esiste complotto ordito da chicchessia che possa giustificare la decisione del muretto di montare gomme soft durante il Gran Premio d’Ungheria, ennesima pecca strategica di un team che se può sbagliare, sbaglia.

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Insomma, al di là delle questioni politiche, l’augurio è che in seno alla Ferrari ci sia stata la dignità di aver ammesso di aver partorito due progetti sbagliati consecutivamente, rendendosene conto troppo tardi. Binotto ha dichiarato di voler aprire un ciclo vincente. Paradossalmente, la situazione attuale è l’ideale per riuscirci, perché per vincere è necessario essere perfetti in ogni ambito, senza avere eccellenze e deficienze. La crisi può infatti rappresentare un’opportunità, ovvero quella di analizzare tutto ciò che non funziona, facendo in modo di porvi rimedio e tornare davvero competitivi sotto tutti i punti di vista. In tal senso, Silverstone potrebbe essere il primo passo di un lungo cammino.

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paone_francesco[at]yahoo.it

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Foto: La Presse

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