Tuffi
Tuffi, aperta ufficialmente l’era post Cagnotto. I talenti non mancano all’Italia, ma l’obiettivo per ora è l’Europa
Il ritiro ufficiale di Tania Cagnotto, (mentre Francesca Dallapè, sua “storica” compagna di synchro, continuerà per un anno a livello individuale), chiude ufficialmente un’epoca e ne apre un’altra, cosa di fatto già avvenuta, in parte, nelle ultime due stagioni. Come sta dunque l’Italia dei tuffi dopo i campionati italiani di Bolzano, appena terminati? Discretamente bene, ci verrebbe da dire. Tenendo però conto di diversi fattori.
Il primo: è stato un campionato italiano vero e proprio, sì, quello svoltosi alla Karl Dibiasi, ma non uguale ai precedenti, perché gli atleti venivano comunque dall’inattività lunga 3 mesi e per inattività intendiamo innanzitutto assenza di gare, non di allenamenti. Che comunque sono stati diversi a seconda delle circostanze. Quindi è normale, per esempio, vedere Tocci o Bertocchi o Pellacani o Marsaglia regalare due tuffi eccellenti, anche da “9”, “8,5” di media, è capitato, alternati ad altri meno buoni o a errori pesanti. Ci sta, in questa situazione.
Secondo: l’Italia ha aggiunto diverse frecce al proprio arco naturalizzando Sarah Jodoin Di Maria, dal Canada, per la piattaforma, e soprattutto l’ex iridato jr. per la Danimarca, Andreas Sargent Larsen, atleta dotato di spinta e potenza eccezionali e che potrebbe rivelarsi una bella sorpresa nel prossimo lustro. Per il resto, il potenziale dei nomi citati e di Batki, Verzotto ecc. ecc. è ormai ben noto, in un senso e nell’altro. Ci ha lasciato una buona impressione, dobbiamo essere sinceri, Maia Biginelli, romana, 17 anni, di cui si dice un gran bene da sempre (come per Pellacani, del resto) e che ha mostrato un ottimo potenziale chiudendo al secondo posto la finale della piattaforma 10m donne, pur con un errore grave.
Terza considerazione: in questo momento storico, soprattutto dopo l’era Cagnotto, che ha saputo vincere anche a livello mondiale e conquistare medaglie olimpiche, bisogna essere realisti e guardare in primis ai traguardi europei, ben più abbordabili, e puntare per il resto a finali iridate e a cinque cerchi. Il movimento comunque è abbastanza florido, dietro ci sono nomi di atleti ancora molto giovani, ma assai interessanti. E’ chiaro però che si vive un momento storico particolare, dove anche i 15enni, vedi Oleksii Sereda, possono essere già dominanti nel mondo, o comunque lo saranno a breve. La concorrenza è tremenda e non viene solo dalla Cina, ma anche da Messico, Canada, Gran Bretagna, Stati Uniti, Australia e via dicendo.
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L’Italia affronta l’era post Cagnotto con fiducia e una buona squadra, nella speranza di crescere ancora a livello continentale, in primis. Trovare un’altra Tania dall’oggi al domani non sarà esattamente impresa semplice. A meno che non si debba aspettare la figlia, Maya Parolin…
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