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Atletica
Atletica, Giuseppe Campoccio: “Alle Paralimpiadi di Tokyo voglio tingere il cielo d’azzurro. Alex Zanardi non lasciarmi solo!”
Più forte delle avversità e innamorato della vita: il messaggio è quello che Giuseppe Campoccio (atleta paralimpico italiano, specializzato nelle discipline del getto del peso, lancio del disco e lancio del giavellotto e appartenente al Gruppo Sportivo Paralimpico Difesa, campione europeo paralimpico del peso categoria (categoria F33) nel 2018 e bronzo mondiale (categoria F33-F34) nel 2017), ha voluto lasciare.
Campoccio, conosciuto come Joe Black non per la sua somiglianza con Brad Pitt ma per il messaggio spirituale che il film interpretato dal celebre attore vuol dare, è stato intervistato da OA Sport (in collaborazione con Sport2U), nel corso della puntata di Athletics2U e gli spunti che ha lasciato meritano attenzione. In primis, la gestione dell’allenamento di un atleta paralimpico: “Non mi considero un atleta diverso, l’alimentazione è importante, l’allenamento deve essere costante, ovviamente si va per step rispetto ai vari impegni. Il progetto è quello di arrivare nelle migliori condizioni per la gara importante. Non è facile per chi ha degli adattamenti. Dietro c’è un’organizzazione federale che ci supporta ed è fondamentale l’affetto della famiglia. Senza il contesto di mia moglie (sempre presente) sarebbe impossibile arrivare a risultati importanti. L’impegno è massimale e il conseguimento delle medaglie è il target“, le parole di Campoccio.
Ma chi è Giuseppe Campoccio e come nasce il suo amore per lo sport? “Ho cominciato a fare sport da quando avevo 6 anni, ho praticato un anno di judo, poi mi sono innamorato del karate, facendolo per moltissimo tempo, insieme al pugilato. Ho fatto tanti sport, non mi sono fatto mancare niente. Poi nel ’91 un incidente in servizio ha cambiato la mia vita e ho dovuto rimodulare il tutto perché non riuscivo a camminare, portavo un tutore alla gamba destra e c’è stato un aggravamento anche su quella sinistra. Ho dovuto abbandonare il tennis, anche se due tiri ho sempre voluto farli. 5 anni fa ho avuto una lesione cerebrale da un’infezione ossea che improvvisamente mi ha costretto in sedie a rotelle. E’ da lì che nasce la mia voglia di continuare a fare sport, avevo appena iniziato a lanciare, partecipando ai campionati italiani master che si svolsero a Cassino (Frosinone) nel 2015. In quel caso mi sono divertito perché ero una specie di marziano con tutti i miei tutori. E’ stato il mio canto del cigno, ultima gara in piedi. Non mi sono fermato, grazie al supporto di Cristiana (mia moglie) e con l’aiuto della federazione abbiamo ottenuto grandi risultati nella categoria F34 (cerebro-lesione media) per poi approdare nel 2017 a livello internazionale alla categoria F33 (cerebro-lesione grave). All’esordio ho subito fatto capire che, pur avendo 50 anni, c’ero. A Londra nel 2017 il presidente Pancalli mi definì come un “giovane atleta ultra 50enne”. Essere convocato in una rassegna iridata è un’emozione grandissima poi è venuto quel bronzo spettacolare“.
Lo sport che permette di apprezzare ciò che si ha: è questa la lezione di Joe Black. Il posticipo della Paralimpiadi per tanti sarebbe stato difficile da accettare, ma non per lui: “Ho ribaltato la situazione, perché pur gareggiando all’età di 54 anni abbondanti, voglio dire la mia e avrò un anno in più di preparazione. Vivrò i Giochi come un sogno, andando lì per vincere e non per fare presenza, volendo tingere il cielo di Tokyo d’azzurro. La mia più grande medaglia, comunque, è poter parlare di paralimpismo”
E le tappe di avvicinamento? “Voglio precisare che la Rai ci supporterà con delle trasmissioni dedicate agli eventi importanti nelle stagioni 2020-2021. Comincerò a settembre con i campionati italiani assoluti che si terranno a Jesolo per poi fare i campionati italiani di società e dovrebbe esserci la finale di Coppa Italia lanci in Umbria. Siamo tutti ben contenti che si riprenda, speriamo che gli eventi di contagio ci consentano di seguire questa programmazione. Nel 2021 ci sono gli Europei in Polonia, dove lì difenderò il mio titolo a Berlino ed è stata un’emozione straordinaria e poi ci saranno le Paralimpiadi a Tokyo (25 agosto-5 settembre)“.
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A chiosa un pensiero per Alex Zanardi, protagonista lo scorso 19 giugno di un brutto incidente in handbike con conseguenze gravi dal punto di vista neurologico: “Io e lui siamo i vecchietti del paralimpismo, dico ad Alex di non lasciarmi solo e vorrei che lui fosse al mio fianco a Tokyo perché quei due vecchietti devono ancora dire tanto per i ragazzi. Ci terremo per mano per fare questo percorso“, le parole emozionate di Giuseppe. Sipario.
VIDEO INTERVISTA A GIUSEPPE CAMPOCCIO
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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Foto: Giuseppe Campoccio