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NBA, le voci di giocatori e franchigie dopo il boicottaggio. Wade: “Orgoglioso”. Mitchell e altri: “Vogliamo cambiamento e giustizia”

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Una delle notti più lunghe dell’intera storia della NBA, senza che nessuno abbia messo piede in campo. Il boicottaggio di Bucks-Magic (gara-5 del primo turno di playoff) ha fatto deflagrare un malessere che già era palese dopo gli ultimi mesi di continue aggressioni a sfondo razziale in aumento. Il caso di Jacob Blake, colpito per sette volte di spalle e ora in ospedale paralizzato dalla vita in giù, è stato scatenante: Toronto Raptors e Boston Celtics già avevano in mente un boicottaggio, ma tutto è andato molto più veloce una volta che i Bucks, che sono proprio dello stato del Wisconsin, hanno deciso di prendere in mano la situazione di petto. Ecco alcune delle infinite reazioni intorno alla lega professionistica americana.

Donovan Mitchell, stella degli Utah Jazz: “Chiediamo cambiamento” (una frase ripetuta e declinata da tanti, anche nel senso di giustizia)

Dwyane Wade, leggenda dei Miami Heat che da poco ha smesso di giocare: “Orgoglioso dei nostri giocatori!

Bill Russell, 11 anelli NBA con i Boston Celtics in quella che è stata la più importante dinastia della storia della lega: “Sono commosso da tutti i giocatori NBA che stanno alzandosi in piedi per quel che è giusto. A Kenny Smith (il cui abbandono dello studio della TNT è presente più in basso, N.d.R.) vorrei dire: grazie per quello che hai fatto per mostrare il tuo supporto ai giocatori. Sono molto orgoglioso di te. Continua a entrare nei problemi giusti“.

Ja Morant, play dei Memphis Grizzlies: “Questa m***a deve finire!

Willy Hernangomez, Charlotte Hornets, non ha bisogno di parole, ma di sole icone d’unità.

Jeanie Buss, proprietaria dei Los Angeles Lakers: “Ero carica per vederci giocare, e speravo che avremmo chiuso la serie, stanotte. Ma sono al fianco dei nostri giocatori, oggi e sempre. Dopo oltre 400 anni di crudeltà, razzismo e ingiustizia, dobbiamo tutti lavorare insieme per dire che quando è troppo è troppo“.

I Los Angeles Lakers hanno rilasciato, in video, le parole di LeBron James (già protagonista di un tweet durissimo poco prima), Kyle Kuzma e Anthony Davis.

I Los Angeles Clippers hanno lasciato spazio alle parole del proprietario Steve Ballmer: “Sono di nuovo arrabbiato perché hanno sparato a un uomo nero, Jacob Blake. Doc Rivers e i Bucks l’hanno detto bene: abbiamo bisogno di responsabilità reale della polizia. Date ai cittadini i dati per farlo. Ci serve una riforma della giustizia criminale che mantenga al sicuro tutte le persone, ma non in prigione senza senso o con la paura. Ora è il tempo di cercare e votare per sindaci, membri del consiglio, commissioners, legislatori, governatori, giudici, procuratori, e avvocati generali che possono rendere questo possibile. Ora è il tempo di lavorare per una riforma della polizia nazionale che sia bipartisan“.

Milwaukee Bucks per bocca dei tre proprietari: “Supportiamo totalmente i nostri giocatori e le decisioni che hanno preso. Anche se non sapevamo nulla prima, saremmo stati totalmente d’accordo con loro. L’unico modo per portare il cambiamento è accendere una luce sulle ingiustizie razziali che accadono di fronte a noi. I nostri giocatori l’hanno fatto e continueremo a stare accanto a loro e a chiedere responsabilità e cambiamento“.

A seguire, un lungo discorso dei giocatori che è stato pubblicato anche in forma video: “Negli ultimi quattro mesi abbiamo vissuto svariate ingiustizie nei confronti della comunità afroamericana. I cittadini nel Paese hanno usato la loro voce e le piattaforme per alzare la voce contro questi misfatti. Negli ultimi giorni, nel nostro Stato, il Wisconsin, abbiamo visto l’orrendo video in cui un poliziotto spara a Jacob Blake alle spalle per sette volte a Kenosha, e poi anche lo sparare contro chi protestava. Nonostante l’incessante richiesta di cambiamento, non c’è stata alcuna azione, e per questo il nostro focus oggi non è sulla pallacanestro. Quando andiamo in campo e rappresentiamo Milwaukee e il Wisconsin, ci si aspetta che giochiamo a un alto livello, che diamo il massimo e che abbiamo responsabilità gliuni verso gli altri. Crediamo in questi standard, e in questo momento chiediamo lo stesso da chi scrive e applica le leggi. Chiediamo giustizia per Jacob Blake e che i poliziotti siano ritenuti responsabili. Perché ciò accada, è imperativo per la legislazione dello Stato del Wisconsin di riunirsi, dopo mesi di inattività, e prendere misure significative per una riforma della giustizia criminale circa responsabilità e brutalità della polizia. Incoraggiamo tutti i cittadini a educarsi, ad agire in pace e responsabilmente, e ricordiamo di andare a votare il 3 novembre“.

Orlando Magic: “Oggi siamo uniti con l’ufficio NBA, la NBPA, i Milwaukee Bucks e il resto della lega per condannare la bigotteria, l’ingiustizia razziale e l’ingiustificato uso della violenza da parte della polizia sulle persone di colore“.

Houston Rockets: “Oggi, i giocatori della NBA hanno fatto una potente dichiarazione nella loro lotta per giustizia sociale e cambiamento. Siamo uniti con i nostri giocatori. L’organizzazione dei Rockets continuerà a lavorare con i nostri giocatori, coach, staff e leader della comunità per compiere significativi e durevoli cambiamenti“.

Oklahoma City Thunder: “I Thunder rispettano e supportano i nostri giocatori nel diffondere pacificamente la consapevolezza circa le gravi problematiche attualmente in corso nel nostro Paese. La nostra organizzazione continuerà a lavorare senza sosta per creare significativo cambiamento“.

I Portland Trail Blazers, come altre franchigie (tra cui Lakers e Celtics), lasciano semplicemente contatti utili.

Minnesota Timberwolves: “Oggi ci uniamo con l’intera comunità NBA e con tutti quelli che lottano per l’uguaglianza razziale. Rimaniamo concentrati sul nostro lavoro per affrontare il razzismo sistemico e continueremo a usare la nostra piattaforma per il cambiamento sociale“.

Kenny Smith, ex giocatore e oggi analista per la TNT, dove lavora con Ernie Johnson, Shaquille O’Neal e Charles Barkley, ha semplicemente deciso di abbandonare lo studio come unica cosa che ha ritenuto di poter fare per mostrare la propria vicinanza al pensiero dei giocatori.

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federico.rossini@oasport.it

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Foto: LaPresse

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