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Ciclismo

Tour de France 2020, la mina vagante Guillaume Martin. Già terzo al Delfinato, il francese può stupire

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Guillaume Martin è la grande sorpresa dell’ultimo mese. Il francese, infatti, da quando le competizioni sono riprese sta andando fortissimo. Alla Mont Ventoux Dénivelé Challenge è arrivato terzo, battuto solo da Aleksandr Vlasov e da Richie Porte. Al Tour de l’Ain ha chiuso all’ottavo posto in classifica generale, ma nel tappone con arrivo sul Col du Grand Colombier è stato preceduto solo da Primoz Roglic, Egan Bernal e Nairo Quintana. Infine, al Giro del Delfinato ha dato l’idea di aver affinato ancor di più la condizione conquistando il podio finale alle spalle di Daniel Martinez e Thibaut Pinot.

Il Tour de France del francese, noto soprattutto per la sua passione per la filosofia, è iniziato nel migliore dei modi. Oggi, sull’arrivo in quota di Orcieres-Merlette, è giunto al terzo posto, alle spalle solo degli sloveni Roglic e Tadej Pogacar, nonostante abbia provato ad anticipare all’inizio dell’ultimo chilometro. L’impressione è che Martin, atleta di ventisette anni, in Cofidis, sodalizio di cui fa parte da quest’anno, abbia trovato l’ambiente giusto per sbocciare dopo che negli anni passati alla Wanty aveva ottenuto bei risultati, senza, tuttavia, impressionare in modo particolare.

Martin era considerato un ottimo scalatore già da dilettante, quando si piazzava sovente nelle prime posizioni delle varie corse a tappe di categoria. Oltretutto, nella sua ultima stagione da U23, conquistò anche la Liegi-Bastogne-Liegi Espoirs. Tra i pro i bei risultati non erano mai mancati: secondo al Giro d’Austria nel 2016, re del Giro di Toscana nel 2017, vincitore del Circuit de la Sarthe nel 2018.

Nella scorsa stagione, inoltre, aveva già fatto un salto di qualità, anche se non paragonabile a quello del 2020. Nel 2019 sfiorò la top-10 al Tour de France e vinse sull’Etna al Giro di Sicilia. L’impressione, però, è che il Guillaume Martin ammirato nell’agosto appena concluso possa puntare anche a qualcosa in più. La concorrenza è di altissimo livello, ma una posizione appena fuori dalla top-5 sembrerebbe essere alla sua portata.

Dal punto di vista atletico, Martin sembra inferiore, e nemmeno di tanto, solo a pochissimi nomi. L’incognita è, indubbiamente, la tenuta sulle tre settimane. L’anno scorso la sua peggior prestazione in salita la fece registrare al penultimo giorno, quando si arrivava in cima all’infinità erta di Val Thorens. Oltretutto, anche a cronometro non ha mai brillato in carriera e anche se a questo Tour de France non ce n’è molta, non va sottovalutata, dato gli uomini di classifica sono tantissimi e una prestazione negativa potrebbe costargli più di qualche posizione in classifica.

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luca.saugo@oasport.it

Twitter: @LucaSaugo

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Foto: Twitter Cofidis

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