Ciclismo
Tirreno-Adriatico 2020: i favoriti. Nibali sfida il duo Astana composto da Fuglsang e Vlasov
Mancano appena tre giorni all’inizio della Tirreno-Adriatico 2020. La Corsa dei due Mari, che quest’anno avrà una tappa in più, presenta un percorso ricco di insidie e molto duro. Ci saranno tre frazioni tortuose, di cui una presenta anche salite lunghe, una con arrivo in cima al Sassotetto e la solita cronometro finale di San Benedetto del Tronto. A giocarsi la vittoria finale, dunque, saranno scalatori e passisti-scalatori. I grandi favoriti, stante quanto hanno dimostrato ad agosto, in cui hanno vinto, rispettivamente, Lombardia ed Emilia, sono i due alfieri dell’Astana Jakob Fuglsang e Alexander Vlasov.
Proverà a mettere loro i bastoni tra le ruote, per primo, Vincenzo Nibali (Trek-Segafredo), che insegue il tris dopo i successi del 2012 e del 2013, ma anche la condizione migliore in vista del Giro. Saranno della partita anche Geraint Thomas (Ineos), che dalla sua ha la cronometro, Simon Yates (Mitchelton-Scott), il più adatto alle frazioni dal tracciato vallonato, Rafal Majka (Bora-Hansgrohe) e Wilco Kelderman.
Non va sottovalutato nemmeno Dylan Teuns (Bahrain-McLaren), il quale è già arrivato in top 10 a Parigi-Nizza e Giro del Delfinato, così come Brandon McNulty (UAE Team Emirates), che l’anno scorso ha vinto il Giro di Sicilia. In casa Ineos, oltre al già citato Thomas, ci sarebbero anche Rohan Dennis, già secondo nel 2017, e un certo Chris Froome. La condizione di ambedue, però, è un grosso punto di domanda. E’ un’incognita anche il promettentissimo grimpeur costaricense dell’Androni Kevin Rivera, il quale è rientrato in Europa da pochi giorni e al Giro di Ungheria è parso ancora imballato e lontano dalla forma di inizio stagione.
Infine, va menzionata la suggestione più eclatante: Mathieu van der Poel (Alpecin-Fenix). Il fuoriclasse neerlandese sta ingranando e al Lombardia lo abbiamo visto tenere a lungo le ruote dei migliori addirittura sul Muro di Sormano. Nelle categorie giovanili, il figlio e nipote d’arte aveva mostrato una buona attitudine anche sulle salite più lunghe, tanto che aveva conquistato un sesto posto e un quarto in una manifestazione decisamente impegnativa come il Giro dell’Alsazia. Il Sassotetto sembra uno scoglio troppo grosso per il tre volte iridato del ciclocross, ma contro un corridore del genere non si può mai scommettere.
[sc name=”banner-article”]
luca.saugo@oasport.it
Clicca qui per seguire OA Sport su Instagram
Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra pagina Facebook
Clicca qui per iscriverti al nostro gruppo
Clicca qui per seguirci su Twitter
Foto: Lapresse