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Ciclismo
Pagelle Tour de France 2020, nona tappa: Slovenia al potere, ma Bernal c’è. Fabio Aru senza voto
La nona tappa del Tour de France 2020, da Pau a Laruns, ha portato un vero e proprio sconvolgimento in classifica generale. A brindare per due volte è la Slovenia: Tadej Pogacar si è aggiudicato la prima frazione in carriera alla Grande Boucle, mentre Primoz Roglic ha indossato la maglia gialla di leader della classifica generale. Resta comunque una corsa apertissima a svariate soluzioni. Fuori dai giochi Fabio Aru, l’Italia si aggrappa a Damiano Caruso per un piazzamento dignitoso. Andiamo a scoprire i voti di oggi.
PAGELLE TOUR DE FRANCE 2020, NONA TAPPA
Marc Hirschi, 9: è giusto partire dal giovane svizzero. Va in fuga a 90 km dall’arrivo tutto solo. Sembra un’azione velleitaria, eppure si capisce ben presto che non è così. Guadagna terreno sui contrattaccanti e sul gruppo maglia gialla. Quando prima la Jumbo-Visma e poi gli uomini di classifica fanno sul serio, sembra non avere alcuna chance di vittoria. Invece scollina al comando sul Col de Marie Blanque, poi guadagna ancora terreno con una discesa all’arrembaggio. A beffarlo sono gli 8 km conclusivi in falsopiano, che consentono al gruppetto di Roglic, Pogacar, Bernal e Landa di rientrare. Ciò nonostante, si gioca il successo allo sprint e lo perde solo per essere partito troppo lungo. La Svizzera ha trovato un campione per le classiche di un giorno.
Primoz Roglic, 8.5: anche oggi spreme la squadra, ottenendo finalmente risultati concreti. E’ in maglia gialla e da ora in poi la palla passerà agli avversari, che dovranno attaccarlo. Ha dei gregari formidabili con cui controllare la corsa. Lo sloveno, per quanto in forma, non ha avuto le gambe per rifilare distacchi importanti. Ma è altrettanto vero che sarà difficile staccarlo…
Tadej Pogacar, 9: sui Pirenei è stato il migliore in assoluto in salita. Anche oggi ha piazzato tre scatti, senza riuscire tuttavia a scappare tutto solo. E’ anche veloce, come testimonia lo sprint vincente su Roglic e Hirschi. E’ il lotta per il successo finale, può spaventare anche Roglic e Bernal. Potrebbe rimpiangere amaramente il tempo perso nella tappa dei ventagli (1’21”).
Egan Bernal, 8: oggi ha voluto rispondere ai rivali, lanciando un messaggio forte. Ieri aveva faticato, oggi non solo ha risposto bene agli attacchi di Pogacar, ma ha persino provato a muoversi in prima persona. Non è ancora al top, ma sta salendo di condizione: non una buona notizia per gli avversari, per Roglic in particolare che può gestire appena 21″ sul colombiano.
Guillaume Martin, 7,5: primo momento di difficoltà per il francese, che in salita non ha tenuto il passo dei primissimi. Non è affondato, tutt’altro. E’ terzo in classifica generale, nessuno lo avrebbe mai immaginato prima della partenza di Nizza. Andrà valutata la sua tenuta nella terza settimana.
Romain Bardet, 7: anche oggi non è tra i più brillanti in salita, ma si salva nuovamente. Gli manca la brillantezza, ma non il fondo.
Nairo Quintana, 6: un passo indietro rispetto a ieri. Ci si aspettava che il colombiano potesse tenere il passo di Roglic e Pogacar, ma non è stato così. Ha perso solo 11″ e resta in corsa per il podio, anche se oggi si sarebbe aspettato di più.
Rigoberto Uran, 6,5: in salita fatica, non riesce a rispondere agli scatti, ma non crolla mai. Sale con il proprio passo e anche oggi contiene benissimo i danni. Il colombiano è un regolarista navigato: la top5 è nel mirino.
Bauke Mollema, 7: finalmente l’olandese si fa vedere nelle posizioni che contano, dopo aver perso costantemente nelle tappe precedenti. Il distacco in classifica è già importante, ma la top10 non è così distante.
Mikel Landa, 8: brillante in salita, non patisce le accelerazioni di Pogacar, Roglic e Bernal, anche se non ci prova mai in prima persona. Il gap in classifica da Roglic è ampio (1’42”), dovuto quasi interamente al tempo perso nella frazione dei ventagli. Il podio non sarà affatto semplice per lo spagnolo, ma almeno ha dimostrato di poterci provare.
Adam Yates, 4: come previsto, si stacca subito in salita quando si accende la bagarre tra i favoriti. Perde 54″ e sprofonda all’ottavo posto in classifica. Non sembra avere le armi per risalire.
Miguel Angel Lopez, 4,5: all’imbocco del Col de Marie Blanque si fa vedere nelle posizioni di testa con l’Astana. Pare il preludio di un possibile attacco, invece il colombiano manca incredibilmente all’appello. In una tappa che avrebbe dovuto esaltarlo, perde quasi un minuto dai rivali. Una giornata negativa che potrebbe pagare a caro prezzo.
Richie Porte, 7: snobbato da tanti (noi compresi, lo ammettiamo), l’australiano anche oggi corre da protagonista e conclude a 11″ dal gruppetto Roglic. Zitto zitto è già a ridosso della top10.
Damiano Caruso, 8: 12° all’arrivo e 16° nella classifica generale. Se c’è un minimo di Italia al Tour de France, il merito è di questo generoso ragazzo siciliano.
Alejandro Valverde, 5: meglio rispetto a ieri. Non naufraga, ma non brilla. Conclude la tappa insieme a Yates.
Enric Mas, 4,5: ad ogni salita fa sempre una fatica incredibile. Continua a perdere posizioni in graduatoria, ora è 12°.
Fabio Aru, senza voto: sarebbe ingeneroso infierire. Si è staccato sin dai primi km della tappa, perdendo progressivamente manciate di minuti nei confronti del gruppo. Poi, giustamente, ha alzato bandiera bianca ed è salito in ammiraglia. Sul fatto che non sia più un corridore da grandi giri ne avevamo già parlato. Viene però da chiedersi che corridore sia ormai Fabio Aru: quello visto in questo Tour non è utile nemmeno al capitano in veste di gregario. Una situazione non nuova, che si trascina straziante da un triennio. Il futuro del sardo appare un rebus.
federico.militello@oasport.it
LE TOUR DU DIRECTEUR: DOVE ANDRA’ ARU NEL 2021? RITIRO DA NON ESCLUDERE
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Foto: Lapresse