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Ciclismo

Tour de France 2020, Egan Bernal perde 38″ sul suo terreno. Segnali negativi, resta la quota come ultima speranza

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Oggi, nei piani del team Ineos, doveva iniziera il Tour de France di Egan Bernal. Sul temibile Pas de Peyrol, erta breve con gli ultimi due chilometri terribili, però, il colombiano ha subito un duro colpo da parte di Primoz Roglic e Tadej Pogacar, i quali gli hanno guadagnato quasi quaranta secondi. Il campione uscente resta in lizza per il successo finale, ma ora si trova a un minuto dalla maglia gialla e non sarà facile recuperare.

Quella odierna, senza girarci intorno, non era l’ascesa adatta a un fondista come Egan. Il Pas de Peyrol, cinque chilometri di cui tre semplici e due durissimi, è perfetto per corridori come Roglic e Porte che su sforzi di dieci minuti si sono sempre dimostrati superiori al colombiano. Viene da chiedersi, dunque, che senso abbia avuto il lavoro di Ineos sul penultimo GPM di giornata, il Col de Neronne. I britannici, con il loro forcing, non hanno fatto altro che fare un favore ai rivali, isolando, oltretutto, lo stesso Bernal.

Sull’erta finale, ad ogni modo, non si può nemmeno dire che Bernal si sia difeso male. Ha tenuto a lungo nel mirino quelli davanti a lui, prima di cedere un po’ negli ultimi cinquecento metri. Il problema vero è che, ora, il distacco da Roglic è praticamente triplicato e lo spazio per rimontare, considerando che nella terza settimana c’è anche una crono che strizza l’occhio al rivale, è davvero poco.

La frazione di domani è ricca di salite, ma non sono particolarmente lunghe e il finale è abbastanza semplice. Verosimilmente non succederà nulla e i big aspetteranno domenica, quando si affronterà una giornata adatta a Bernal. Dopodomani, infatti, si arriva sul Col du Grand Colombier (17,4 km al 7,1%) e prima si scaleranno Montée de la Selle de Fromentel (11,1 km all’8,1%) e Col de la Biche (6,9 km all’8,9%). C’è un problema, però: un tracciato speculare a questo Egan l’ha incontrato al Tour de l’Ain e in quell’occasione giunse secondo di tappa dietro proprio a Roglic. Sarà complicato, dunque, staccare lo sloveno su una salita in cui, neanche un mese fa, questi era superiore al colombiano.

L’occasione vera per ribaltare il Tour, verosimilmente, Egan ce l’avrà nella diciasettesima tappa: la Grenoble-Meribel. Quel giorno si scalerà prima il Col de la Madeleine (17,1 km all’8,4%) e, poi, il terribile Col de la Loze, la salita più lunga del Tour, in cima alla quale è posto il traguardo. L’erta in questione è lunga 21,5 chilometri, ha una pendenza media del 7,8%, si arriva fino a quota 2300 metri e negli ultimi quattro chilometri le pendenze sono costantemente sopra il 9,5%.

Bernal, su un mostro del genere, data la sua capacità di esaltarsi quando si superano i duemila metri, potrà fare la differenza. Dovrà guadagnare oltre un minuto su Roglic, sperando di non perdere altri secondi prima, e per riuscirci potrebbe anche essere necessario prendersi il rischio di saltare. Ma non c’è altro da fare, perché Roglic ha costruito un margine importante e ha dalla sua un’ottima squadra, per cui per scalzare lui, e ovviamente anche il connazionale Pogacar che oggi ha superato Egan in classifica, ci vorrà un numero da fuoriclasse.

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luca.saugo@oasport.it

Twitter: @LucaSaugo

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Foto: Lapresse

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