Artistica
Ginnastica artistica, l’Italia e il bronzo ai Mondiali un anno fa: l’anniversario dell’impresa delle Fate. E le Olimpiadi rinviate…
Martedì 8 ottobre 2019 è una data storica per la ginnastica artistica alle nostre latitudini. Esattamente un anno fa, infatti, l’Italia femminile conquistava una spettacolare medaglia di bronzo nella gara a squadre dei Mondiali. Si tratta di un risultato che ha spedito in orbita la nostra Polvere di Magnesio in rosa, anche perché per ritrovare un precedente sul podio iridato bisognava tornare indietro di oltre mezzo secolo, quando questo sport aveva ben altri connotati e la concorrenza globale era decisamente di minor livello. Le Fate, 366 giorni fa (questo anno funesto è bisestile), firmarono un’impresa antologica a Stoccarda, giganteggiando in una finale per cuori forti, riuscendo a battere la corazzata Cina e a posizionarsi appena dietro a USA e Russia.
Giorgia Villa, Asia D’Amato, Alice D’Amato, Elisa Iorio, Desiree Carofiglio, Martina Maggio (riserva) piansero di gioia in terra tedesca insieme al DT Enrico Casella. La classe 2003, insieme a una veterana del 2000, era esplosa definitivamente al suo primo anno tra le seniores e la volata verso le Olimpiadi di Tokyo era lanciatissima. Purtroppo la pandemia ha rinviato ai Giochi al prossimo anno e ha spezzato un po’ il ritmo, Elisa Iorio e Desiree Carofiglio si sono dovute operare nelle ultime settimane, ma il sogno di salire sul podio a cinque cerchi è sempre vivissimo, soprattutto nel giorno dell’anniversario. Si tornerà in gara sabato 17 ottobre con la terza tappa della Serie A a Napoli. Riviviamo quell’indimenticabile impresa con la cronaca di quel giorno e una carrellata di approfondimenti pubblicata proprio un anno fa.
Ginnastica artistica, ITALIA: SEI LEGGENDARIA! Bronzo mitologico nella gara a squadre, impresa della vita. Fate da antologia
Ci sono quei giorni che non dimenticherai mai, quei pomeriggi che segnano una vita e che scrivono la storia, quei momenti che ti consegnano all’empireo dello sport e che ti fanno entrare nell’Olimpo. Ci sono quelle imprese che vanno oltre ogni limite, che superano qualsiasi immaginazione, che sfondano barriere, che stravolgono pronostici, che entrano nel cuore e ci rimangono per sempre. Questo martedì 8 ottobre 2019 resterà una data memorabile per la ginnastica artistica, l’Italia ha conquistato la medaglia di bronzo nella gara a squadre femminile ai Mondiali: contro tutto e tutti, dopo essersi qualificate alla finale per appena tre centesimi, bisognava abbattere il muro delle corazzate della Polvere di Magnesio, bisognava alzare l’asticella, bisognava gettare il cuore oltre l’ostacolo.
Sembrava impossibile, le Fate lo hanno reso possibile. Sono state leggendarie, nella gara regina, quella che premia il miglior movimento planetario, quella che valuta la bontà di una Nazione in questo sport, le ragazze del DT Enrico Casella hanno semplicemente fatto qualcosa di memorabile, di impensabile, di follemente folle, di magnificamente bello: saliamo sul podio alla Shleyer Halle di Stoccarda, in Germania avevamo ottenuto il nostro miglior piazzamento nella storia contemporanea (quarto posto dodici anni fa proprio in questa località), arriva la seconda medaglia di sempre dopo il bronzo del lontanissimo 1950 ma quella era davvero un’altra ginnastica.
Giorgia Villa, Asia D’Amato, Alice D’Amato, Elisa Iorio, Desiree Carofiglio: i nomi delle cinque eroine, i nomi di cinque giganti, i nomi di cinque azzurre che hanno confezionato una gara da incorniciare, 12 esercizi di cuore e di sostanza senza errori. Col passare delle rotazioni ci si accorgeva che l’Italia stava facendo la gara della vita, contemporaneamente le avversarie dirette sbagliavano (la Cina si suicidava con le due cadute di Liu Tingting alle parallele, la Francia sbagliava di tutto tra staggi e trave guidata da Melanie De Jesus) e all’ultima rotazione ci siamo presentati in seconda posizione con due punti di vantaggio sulla Cina e addirittura 3.3 sulla Russia. Melnikova e compagne volano al volteggio e ci superano, le asiatiche girano nella norma al corpo libero, l’Italia tira fuori le unghie e i denti alla trave dove in qualifica era incappata in tre cadute e si mette al collo il bronzo.
Festa monumentale, il quintetto di Enrico Casella si lascia andare a un pianto di gioia irrefrenabile, avvolto nei body bianco-neri che hanno portato fortuna e in un tricolore enorme. Mascara e rossetto si sciolgono, siamo bellissime sul terzo gradino del podio dietro agli USA e alla Russia. Le azzurre chiudono con 164.796 punti (43.732 al volteggio, 42.299 alle parallele, 38.799 alla trave, 39.966 al corpo libero), la Cina si ferma a 164.230 mentre là davanti trionfano gli USA con un perentorio 172.330 (quinto titolo iridato consecutivo per Simone Biles e compagne) precedendo la Russia (166.529).
LA CRONACA DELLA GARA:
L’Italia incomincia al corpo libero con Giorgia Villa (13.300), Asia D’Amato fa tutto benissimo (13.333) e Desiree Carofiglio non delude da vera specialista qual è (13.333) mentre la francese Pontlevoy mette piede a terra dalle parallele. Le azzurre passano al volteggio, filotto di doppi avvitamenti: 14.533 per le gemelle D’Amato, 14.666 per Villa mentre Charpy e De Jesus cadono dalla trave rovinando la gara della Francia e Liu Tingting vola due volte a terra dagli staggi. Le Fate sono seconde a metà gara e alle parallele continuano a incantare: 14.266 di Giorgia, Alice replica alla grande (14.133) ed Elisa è precisissima (13.900).
Liu Tingting cade dalla trave (è Campionessa del Mondo di specialità) e a quel punto l’Italia, seconda prima dell’ultima rotazione, crede nell’impresa: sarà duello finale con le asiatiche, le azzurre alla trave mentre la corazzata va al corpo libero. Giorgia Villa ruggisce con un perentorio 13.600, Asia D’Amato è bravissima con 13.266 e a Elisa Iorio serve un mesto 11.367 per scrivere la storia. La modenese, che ci aveva salvato in qualifica (suo l’esercizio del pass dopo tre cadute), sbaglia l’entrata e mette piede a terra, poi rimane su e porta a casa 11.933 per volare sul podio.
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Foto: Simone Ferraro/FGI