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Ciclismo

Giro d’Italia 2020, il numero da fuoriclasse di Peter Sagan. Fuga portata via di forza, poi il capolavoro sul Muro di Tortoreto

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Peter Sagan mette fine a un digiuno di vittorie che durava dal 10 luglio 2019 nel modo più spettacolare possibile. Lo slovacco ha conquistato la decima tappa del Giro d’Italia 2020, la Lanciano-Tortoreto, portando via la fuga giusta e seminando tutti i rivali sui muri che precedevano il traguardo. L’ex campione del Mondo ha dovuto sudare sin dal momento in cui si è inserito nel tentativo, dato che la Groupama-FDJ, con il suo capitano e maglia ciclamino Arnaud Demare in testa, ha fatto di tutto per non lasciargli spazio. Il sodalizio francese, però, per questione di pochi secondi, non è riuscito a riacciuffare il plotoncino del quale faceva parte Sagan e, dopo un lungo inseguimentro, stremati, hanno dovuto alzare banidera bianca.

Nel prosieguo di tappa, Sagan si è trovato solo contro due uomini Movistar e due Ineos. Da dietro, inoltre, il gruppo, appena iniziata la sequenza di muri, recuperava secondi a spron battuto. Lo slovacco, però, ha esibito una gamba paragonabile a quella degli anni d’oro, si è levato tutti di ruota ed è riuscito a resistere al ritorno di Pello Bilbao che si era mosso in salita e lo aveva messo nel mirino all’inizio dell’ultima erta. Il successivo tratto di discesa ha permesso a Sagan di guadagnare quella manciata di secondi necessaria per mettere in ghiaccio il trionfo. Il tre volte iridato, ad ogni modo, è andato fortissimo anche negli ultimi chilometri pianeggianti ed è giunto al traguardo a braccia alzate con il primo gruppo inseguitore lontano ben venti secondi.

Un successo entusiasmante ed emozionante quello di Sagan. Un trionfo cercato e voluto. Stavolta Peter non si è lasciato prendere dal nervosismo, come sovente gli è accaduto nell’ultimo periodo, è sempre rimasto lucido, anche quando la situazione sembrava complicarsi. Questa vittoria, per lo slovacco, può rappresentare un nuovo inizio. Sagan ha perso un po’ di esplosività rispetto al periodo antecedente all’infortunio patito al Tour de France 2018, ma, come si è visto oggi, quando è in giornata va fortissimo anche su salite che, sulla carta, non dovrebbero essere adatte a un corridore della sua stazza.

Sagan, l’anno prossimo, spegnerà trentuno candeline. Di anni in cui può essere competitivo per i traguardi più prestigiosi ne ha ancora davanti. E magari la vittoria odierna, che ha ricordato quelle che otteneva, a inizio carriera, su traguardi simili, alla Tirreno-Adriatico, potrebbe anche convincerlo a porsi nuovi obiettivi. Come l’Amstel Gold Race, già sfiorata otto anni fa, ma anche quella Liegi-Bastogne-Liegi a cui non ha nemmeno mai partecipato, ma per la quale sembrerebbe decisamente portato.

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luca.saugo@oasport.it

Twitter: @LucaSaugo

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Foto: Lapresse

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