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Tennis: il ko con Giron e il piede sinistro ballerino, quello di Parigi-Bercy non è il vero Matteo Berrettini

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La stagione tennistica di tennis va via via concludendosi. Dopo la vittoria a Parigi-Bercy di Daniil Medvedev il 2020 vede come ultimo gustoso piatto le ATP Finals di Londra della prossima settimana; torneo a cui sarà presente, ma solo come riserva, anche il nostro Matteo Berrettini. Il tennista romano aveva bisogno di un buon risultato sul veloce indoor francese per strappare dalle mani di Diego Schwartzman il biglietto per recitare un ruolo principale in Inghilterra, ma il suo torneo si è chiuso precocemente al secondo turno, stoppato da Marcos Giron in tre set.

Il Berrettini ‘ammirato’ in terra francese era lontano parente rispetto a quello che ci ha abituato nei giorni migliori. Giron ha giocato una partita onesta, con poche sbavature e approfittando di ogni passaggio a vuoto del suo avversario; ma l’azzurro ha evidenziato davvero tante falle in quella serata. Servizio non incisivo come suo solito e parecchi errori, dovuti soprattutto ad una condizione fisica per nulla ottimale. Il numero 10 al mondo non scendeva in campo da un mese, dal ko contro Daniel Altmaier al terzo turno del Roland Garros; il tutto dovuto ad un problema al piede sinistro, evidentemente non ancora smaltito come ci illustra il Medical Time Out richiesto nella partita di Parigi-Bercy.

Il 2020 di Matteo Berrettini però non è stato un anno propriamente positivo. Almeno, confrontandolo con il 2019, quello della sua esplosione nel circuito con la semifinale agli US Open. Gli ultimi dieci mesi della sua carriera sono stati caratterizzati dalla continua ricerca della forma migliore, mancata agli Australian Open per via di un problema ai muscoli addominali e non concretizzatasi successivamente a causa della pandemia di Covid-19. Per un fisico come il suo, mesi fatti di solo allenamento e senza scontri agonistici possono lasciare ancora un po’ di ruggine addosso.

I problemi fisici da lui patiti non giustificano completamente la sua annata. Il rovescio di Matteo ha fatto passi da gigante rispetto al 2018, ma ogni tanto tende ancora a perdere qualche colpo, indirizzando a suo sfavore la partita. Servizio e dritto continuano ad essere i suoi colpi principali, e quando non sono al meglio i match in cui è coinvolto rischiano di complicarsi. Questi i punti su cui lavorare per il 2021 per potersi confermare nell’elite tennistica mondiale; e non dubitiamo che il ragazzo non voglia impegnarsi, lui che con il suo coach Vincenzo Santopadre ha sempre avuto una gran cultura del lavoro, per far capire a tutti i detrattori che quelle semifinali all’US Open non sono stati solo una congiunzione astrale. Forma fisica permettendo, ovviamente.

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Foto: LaPresse

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