Salto con gli sci
Salto con gli sci, Italia mai così ai minimi termini. Alex Insam e poco altro: il movimento boccheggia
L’edizione 2020-21 della Coppa del Mondo maschile di salto con gli sci prenderà il via questo weekend da Wisla, in Polonia. L’Italia si appresta ad affrontare il nuovo inverno con una squadra ridotta ai minimi termini e priva di grandi ambizioni. Infatti il movimento azzurro sta attraversando un momento estremamente delicato della sua storia, ed è davvero difficile determinare quali possano essere le prospettive di un team in crisi.
In primavera Federico Cecon ha appeso, non senza qualche polemica, gli sci al chiodo. Il ventiseienne friulano ha detto basta da numero 1 d’Italia, al termine della miglior stagione della carriera, durante la quale ha superato tre volte la qualificazione in Coppa del Mondo, ottenendo un 47° posto come piazzamento più nobile. È sufficiente quanto appena detto per fotografare il disastroso stato in cui versa il settore maschile dell’Italia, che attualmente fatica a produrre atleti degni del massimo circuito. La disciplina è infatti evoluta esponenzialmente e le superpotenze investono ingenti capitali sia nella logistica che nello sviluppo dei materiali. Dal canto suo, la squadra azzurra non può certo competere con la forza economica dei sei Paesi leader della disciplina e, al tempo stesso, gode di un numero di praticanti esiguo rapportato a quello delle varie Austria, Polonia, Germania, Norvegia, Giappone e Slovenia. Evidentemente, se le premesse sono queste, si parte da un’ovvia situazione di inferiorità.
Tuttavia, non è solo una questione di pochi atleti e scarsi investimenti. L’Italia del salto con gli sci del 2020 attraversa una vera e propria crisi che va oltre le suddette dinamiche. Lo testimonia il fatto che ai recenti campionati nazionali disputati a Predazzo, lo “scudetto” sia stato vinto da un combinatista (Samuel Costa) e nelle prime sei posizioni si contino ben quattro atleti della squadra di combinata nordica. Si tratta di un evento inaudito, che dimostra quanto gli specialisti azzurri stiano boccheggiando. L’ingaggio di un pezzo da novanta come Andreas Felder nel ruolo di allenatore referente appare quasi anacronistico vista la situazione attuale, ma l’austriaco seguirà principalmente il settore femminile e avrà il compito di portare la sua grande esperienza soprattutto in tema logistico e organizzativo in ottica futura (lo sguardo va sulle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026).
Per la verità, il Bel Paese avrebbe a disposizione un atleta potenzialmente in grado di fare bene in Coppa del Mondo anche tra gli uomini. Parliamo di Alex Insam, che nel 2017 aveva suscitato grande entusiasmo grazie all’argento iridato ai Mondiali junior e alle ottime prestazioni messe in mostra a Planica. Il gardenese aveva fatto bene anche durante il successivo Summer Gran Prix, ma dall’inverno olimpico di PyeongChang, la luce ha cominciato lentamente a spegnersi. L’altoatesino è entrato in una spirale negativa che ha raggiunto il suo culmine durante il 2019-20, inverno in cui non è mai stato in grado di superare le qualificazioni. Il talento non si perde e l’età è ancora dalla parte del sudtirolese (a dicembre diventerà un ventitreenne), ma il ragazzo è da ricostruire da zero, sia psicologicamente che tecnicamente. Non bisogna avere fretta, perché l’Italia non si può permettere di perdere un saltatore che, al top della propria condizione psico-fisica, potrebbe lottare costantemente per entrare in zona punti nel massimo circuito. L’obiettivo deve essere quello di farlo tornare competitivo per questi traguardi. Non necessariamente già quest’anno, dove però sarà imperativo interrompere il circolo vizioso che ha portato Insam in una palude.
Il gardenese è l’unico italiano in attività a essere venuto al mondo nel XX secolo. Infatti alle sue spalle si stagliano le figure di quattro teenager nati tra il 2001 e il 2002. Fra di essi il più quotato è senza ombra di dubbio Giovanni Bresadola, fratello minore di quel Davide che a lungo ha rappresentato una delle punte del movimento. Il diciannovenne trentino si è già affacciato in Coppa del Mondo, superando un paio di volte la qualificazione. Per lui, l’ambizione sarà quella di proseguire la sua crescita agonistica, consolidando la sua competitività nel massimo circuito.
I vari Daniel Moroder, Francesco Cecon e Mattia Galiani hanno invece attualmente una dimensione da livello cadetto. Anzi, in questo terzetto l’unico a godere dell’eleggibilità per la Coppa del Mondo è il primo, in quanto ha già marcato punti in Continental Cup. Il loro obiettivo potrà essere quello di seguire le orme di Bresadola, inserendosi nella sua scia in maniera tale da provare ad avvicinarsi al suo livello.
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Foto: La Presse