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MotoGP, Joan Mir partirà indietro. Ma la Suzuki dispone di un gran passo gara: Mondiale ad un passo

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Joan Mir e l’allergia alle qualifiche. Lo spagnolo della Suzuki quando si tratta di time-attack in MotoGP fa sempre un po’ di fatica, per un suo stile di guida non così incisivo nell’attacco al tempo e per un lavoro di messa a punto più improntato per la gara.

E’ un weekend particolare per Joan che a Valencia (Spagna) può chiudere i giochi. Il vantaggio di 37 lunghezze sul francese della Yamaha Fabio Quartararo e lo spagnolo della Suzuki Alex Rins non è trascurabile e per questo le possibilità di centrare l’obiettivo massimo ci sono tutte. Di seguito le varie combinazioni affinché Mir diventi campione:

  • Se sale sul podio, i risultati dei suoi avversari sono ininfluenti.
  • Se arriva quarto, quinto o sesto e Fabio Quartararo o Alex Rins non vincono.
  • Se arriva settimo e Quartararo, Rins o Maverick Viñales non vincono.
  • Se arriva ottavo, nono o decimo e Viñales non vince mentre Quartararo e Rins non fanno meglio di un terzo posto.
  • Se arriva 11° e Viñales, Franco Morbidelli o Andrea Dovizioso non vincono e Quartararo e Rins non fanno meglio di un terzo posto.
  • Se arriva 12°, 13° o 14° e Morbidelli o Dovizioso non vincono, Viñales non fa meglio di un terzo posto e Quartararo e Rins non vanno sul podio.
  • Se arriva 15° e Morbidelli o Dovizioso non vincono, Viñales non fa meglio di un terzo posto e Quartararo e Rins non fanno meglio di un quinto posto.
  • Se non va a punti ma con Morbidelli e Dovizioso che non fanno meglio di un terzo posto, Viñales non arriva sul podio, Quartararo e Rins non fanno meglio di un quinto posto.

L’inizio del weekend però non è stato dei migliori: ieri una caduta in curva-4. Sensazioni negative che si sono riverberate nelle qualifiche dove l’iberico non è andato oltre il 12° crono. Situazione pessima? No, non bisogna lasciarsi ingannare. Come detto precedentemente, Mir è un animale da gara e ogni mossa è fatta in funzione della corsa domenicale. Lo dimostra il buon passo esibito nella FP4 e soprattutto la costanza di rendimento.

Questo porta a pensare che non sarà per forza una domenica da non ricordare per lui. Sì, perché la Suzuki è moto che va in curva come nessuna e lo stile di guida da “diesel” del campione del mondo della Moto3 2017 ben si adatta a questa strategia. Certo, sul Ricardo Tormo superare non è agevole e partire così arretrato non è così vantaggioso. Vero è che nell’annata corrente Michelin hanno spesso sorriso ad Hamamatsu, contrariamente agli altri marchi. Pertanto, lo spagnolo potrebbe giocarsi le sue carte e porre il sigillo definitivo. Sarà una gara decisamente interessante.

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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Foto: LaPresse

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