Ciclismo
Ciclocross: il punto sul Giro d’Italia con le dichiarazioni dei protagonisti
Il 29 dicembre, a Paterno di Potenza, si è concluso il Giro d’Italia di ciclocross, la più importante competizione nazionale per quanto riguarda questa fantastica, e a volte sottostimata, disciplina. Si corre nel fango, su percorsi insidiosi, in cui servono caratteristiche anche molto diverse tra loro: forza, per spingere lunghi rapporti anche nei tratti fuori strada, e tecnica, per i passaggi più insidiosi, in cui serve saper guidare la bicicletta in maniera sublime. Oltre a questo, anche una splendida cornice di pubblico e di festa nelle diverse località italiane toccate dalla competizione.
Durante l’edizione appena conclusa, i giovani hanno lanciato segnali importanti: non è un caso che siano stati due Under 23 ad imporsi nelle categorie Open. Tra gli uomini l’impresa è riuscita a Gioele Bertolini, vera e propria promessa del fuoristrada nostrano. Originario della Valtellina, Bertolini ha conquistato la Maglia Rosa a metà competizione, per poi difenderla con i denti nelle ultime tappe, resistendo al ritorno dei più quotati avversari. Non va dimenticato che, fino allo scorso anno, l’atleta della Selle Italia – Guerciotti correva ancora tra gli Juniores e che solamente in questa stagione e passato tra gli Under 23. Alla fine è riuscito ad imporsi con soli 2 punti di vantaggio su Bryan Falaschi, a sua volta costante nell’arco delle varie tappe. Il più forte, probabilmente, si è dimostrato Enrico Franzoi, che assieme a Marco Aurelio Fontana è la punta del movimento italiano: entrambi, però, non hanno preso parte a tutte le gare e, complice anche la sfortuna (specialmente nel caso di Franzoi ), non sono riusciti ad essere competitivi per la maglia rosa. Queste le dichiarazioni di Gioele Bertolini riguardo la corsa:
“Ho iniziato questo Giro cercando di dare il meglio di me e di conquistare la maglia bianca. Poi con il passare delle tappe mi sono ritrovato la maglia rosa anche un po’ incredulo e dopo la tappa di Vedelago, con la caduta di Franzoi, mi sono reso conto che ce l’avrei fatta a mantenere la maglia se tutto fosse andato per il verso giusto nell’ultima tappa: e così è stato. Questa maglia ha un grande valore per me perché da primo anno under ho dimostrato di poter competere con gli elite e di aver condotto questo Giro con una grande squadra la Guerciotti e dei compagni di squadra che mi hanno aiutato. Il Giro è molto interessante ed è una bellissima iniziativa però dobbiamo sforzarci di creare dei circuiti più simili a quelli belgi e olandesi perché se continuiamo su questi percorsi sarà durissima emergere in campo internazionale”.
In campo femminile Elena Valentini e Alice Maria Arzuffi, entrambe molto giovani, hanno dato vita ad una spettacolare battaglia che la ha portate a contendersi il successo fino all’ultima tappa. Entrambe in forze alla Selle Italia – Guerciotti, hanno patito solo il ritorno di Eva Lechner ( Colnago – Esercito), quasi dominante in campo italiano nella seconda parte di competizione, oltre che competitiva anche in Coppa del mondo. Anche lei, come altri colleghi in campo maschile, ha preferito non prendere parte a tutte le gare. Alla fine la Valentini ha conquistato la rosa con tre punti di margine sull’Arzuffi dopo una sfida molto combattuta, risoltasi solo all’ultima tappa. Da segnalare anche le buone prove di Francesca Cauz (Top Girls Fassa Bortolo), che ha iniziato tardi la stagione del ciclocross dopo le splendide prestazioni su strada. Come Bertolini, anche Elena Valentini ha espresso le sue idea sulla competizione in esclusiva per Olimpiazzurra:
“Senz’altro vincere la maglia rosa e anche quella bianca é stata per me una grandissima emozione, sono state 7 tappe davvero combattute e come sappiamo nel ciclocross può succedere di tutto, quindi bisogna lottare fino alla fine come ho fatto io, con tanta fatica visto i problemi i fisici con cui devo convivere. Ce l’ho fatta e sono contentissima! Un applauso va fatto a tutti gli organizzatori delle tappe e al Ct Scotti con i suoi collaboratori che stanno investendo tanto in questo progetto: di anno in anno questo Giro d’Italia sta migliorando sempre più e nei prossimi anni credo che vedremo un Giro a livello internazionale e sarebbe fantastico! Per quanto riguarda la mia vittoria ringrazio di cuore la famiglia Guerciotti che mi sostiene sia nelle gioie che nei dolori, il mio ds Vito Di Tano, il mio preparatore, la mia famiglia (una dedica speciale a mia mamma che mi tifa dal cielo) e tutti quelli che credono in me!”
Sono arrivate risposte molto importante anche tra gli Junior: sia tra i ragazzi che tra le ragazze in particolare si sono distinti due atleti come Moreno Pellizzon (Cadrezzate – Verso l’Iride) e Chiara Teocchi (Tx Active Bianchi), capaci di imporsi con un buon margine su tutti gli avversari. Sono state spesso combattute, ma con un epilogo simile, le gare maschili. Pellizzon, nonostante l’agguerrita concorrenza di Stefano Sala(Selle Italia Guerciotti) e Giorgio Rossi(Tx Active Bianchi) ha quasi sempre dimostrato di avere una marcia in più, necessaria per fare la differenza nei finali di gara. Anche in ottica futura ha colpito in particolar modo la freddezza del giovane azzurro, abile anche a leggere la gara da un punto di vista tattico e determinato in tutti i frangenti di gara. Un ragazzo sicuramente interessante da tenere d’occhio nei prossimi anni perchè potrebbe portare importanti soddisfazioni agli appassionati italiani. Come sempre, però, va valutato l’approccio in campo internazionale, dove troppo spesso i talenti azzurri faticano più del previsto ad esprimersi contro gli specialisti del nord Europa. Questa la sua minuziosa descrizione della competizione, che ci fa rivivere la corsa in tutto il suo svolgimento: ”
” È stato un giro d’Italia Ciclocross un po’ strano, caratterizzato da giornate calde, asciutte, diverse da quelle che sono le solite giornate da ciclocross nebbiose e ricche di fango. Il 12 ottobre alla prima tappa a Porto Ferraio non ci credevo minimamente, anche per il percorso veloce. Subito però sono riusciuto a portarmi avanti nel gruppetto di testa e vedevo che la gamba girava: sono riuscito ad andarmene da solo aggiudicandomi la prima tappa. Una gran soddisfazione per me, era la prima volta in tutti gli anni in cui ho fatto cross che la indossavo la maglia rosa e ciò mi ha dato tanta grinta e motivazione. È arrivata poi la tappa di Assisi. Il percorso non era dei migliori ma volevo difendere con i denti questa maglia e così si è ripetuta la stessa situazione della tappa precedente; un’altra splendida vittoria che mi ha dato morale. Prima della tappa di Brugherio ho avuto una settimana difficile a causa di un virus intestinale, ma quando sono arrivato lì il sabato e ho provato ho detto ‘che spettacolo, questo percorso fa per me!’. Durante la gara riuscivo a pedalare con un ottimo ritmo e divertendomi un sacco, cosa fondamentale, senza la quale non avrei mai vinto. Alla tappa di Silvelle è stata molto dura perché il percorso non aveva tratti particolarmente tecnici dove poter fare la differenza e così bisognava forzare il ritmo da subito. Giorgio Rossi non intendeva mollare fino a quando non ha commesso un piccolo errore su un dosso che mi ha permesso di andarmene da solo ed aggiudicarmi la gara. Siamo a 4 vittorie e mentre dietro di me si erano invertiti un po’ e questo mi ha portato ad avere 30 punti di vantaggio su Stefano Sala e qualche punto in più su Giorgio Rossi: tutto ciò mi dava sicurezza. Ho detto ‘se non faccio niente di sbagliato e sto attento la maglia è sicura‘. Alla 5 tappa di Rossano Veneto dopo neanche 5 metri un guasto in partenza mi ha causato la rottura di 5 raggi alla ruota anteriore e così ho dovuto fare una lunga corsa campestre fino al box più vicino (1.8km). Non sono riuscito a fare punti e questo ha riaperto la sfida. Alla tappa di Fanzolo di Vedelago ho avuto di nuovo un po’ di sfortuna con qualche caduta e una condizione non ottima, ma è stato lo stesso anche per i miei rivali. Ho conservato la maglia ma Giorgio era sempre più vicino, a 6 punti. Abbiamo poi partecipato alle coppe del mondo di Namur e Zolder, giornate difficili per me, ma ancora di più per Giorgio che a Namur si è fatto male ed è stato operato in Belgio. È stato messo fuori dai giochi. Questa situazione ha rovesciato di nuovo le carte in tavola e il giorno dell’ultima tappa a Paternò io ero in testa, Giorgio non c’era e Stefano era a 27 punti, me ne bastavano 3 per vincere il Giro d’Italia, ma non era quello che volevo, volevo chiudere in bellezza per onorare al meglio la maglia e per raccogliere punti per il campionato italiano a squadre che ci vedeva in testa davanti alla Selle Italia-Guerciotti . Pian piano ho visto il gruppo che si scremava e siamo rimasti io e Stefano, una bella lotta, un grande amico e rivale in gara, davvero un ragazzo forte, che non molla, ma io ci credevo, anche perchè il percorso era adatto alle mie caratteristiche, e volevo quella vittoria, così all’ultimo giro ho tentato in tutti i modi di staccarlo e ce l’ho fatta. Una gioia immensa nel concludere questo Giro con una vittoria, così com’era iniziato: indossando la maglia dal primo all’ultimo giorno. Come ho detto per me è la prima volta che vinco il Giro d’Italia, il miglior piazzamento era stato 3° da allievo 2°anno. Quindi è stata grande soddisfazione per me e per la squadra perché oltre alla maglia rosa, abbiamo portato a casa anche la classifica a squadre. Questa vittoria mi dà un sacco di morale per il campionato italiano che si svolgerà il 12 gennaio ad Orvieto. Credo di dover ringraziare la mia società, la SC Cadrezzate-verso l’Iride-Guerciotti con cui ho iniziato quest’anno un ottimo rapporto, sperando continui in questo modo”.
Sono state ottime le prove di Chiara Teocchi tra le Juniores e spesso l’hanno portata a chiudere le sue prove a ridosso delle partecipanti alla gare Elite. Anche lei è un prospetto molto interessante in ottica futura e potrebbe andare a rinforzare una squadra femminile che riesce già a difendersi molto bene in campo internazionale. Con cinque gare vinte su sette, la Teocchi ha quasi fatto la parte della Cannibale della competizione, precedendo in classifica Chiara Galimberti (Cadrezzate – Verso l’Iride) e Rebecca Gariboldi (Lissone Mtb), salite sul podio rispettivamente in seconda e terza posizione, anche se non sono sembrate, in queste tappe, all’altezza della vincitrice, che ha avuto una marcia in più. Queste le sue parole al termine della competizione:
“Questo è il terzo Giro d’Italia che vinco: ci sono riuscita sia nella categoria allieve che l’anno scorso nella categoria junior. Questo Giro 2013 penso sia stato una delle edizioni migliori a cui io ho partecipato, con location bellissime, così come l’organizzazione. Ho visto tantissima gente che si sta avvicinando a questo bellissimo sport quale è il ciclocross. Per me vincere il Giro d’Italia significa realizzare un grande sogno perché ogni tappa corri per difendere una maglia che vale tantissimo! Ovviamente vorrei ringraziare la mia squadra, il mio ds Andrea Ferrero, i miei genitori e tante altre persone che mi hanno aiutato e lo stanno facendo tutt’ora”
Nella giornata di sabato, alla vigilia dei campionati italiani che si svolgeranno ad Orvieto, verranno premiati gli atleti vincitori, cui sarà ufficialmente consegnata la Maglia Rosa simbolo del successo in classifica.
gianluca.santo@olimpiazzurra.com
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