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Sci di fondo, Coppa del Mondo maschile 2020-21. Sarà nuova sfida tra i titani Johannes Klæbo e Alexander Bolshunov?

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Questo fine settimana la stazione sciistica di Ruka (Finlandia) terrà a battesimo la XL edizione della Coppa del Mondo maschile di sci di fondo. L’impressione è che per il terzo inverno consecutivo la lotta per la Sfera di cristallo sia riservata ai due fenomenali ragazzi della classe 1996, ovvero il norvegese Johannes Høsflot Klæbo e il russo Alexander Bolshunov. Il primo ha già conquistato due Coppe del Mondo (2017-18 e 2018-19), divenendo peraltro il più giovane fondista della storia a imporsi nella classifica generale. Il secondo è invece stato leggermente meno precoce, ma è cresciuto prepotentemente di colpi nell’ultimo biennio, arrivando a battere il coetaneo nel 2019-20, annata durante la quale è diventato il primo russo in senso stretto a mettere le mani sulla Sfera di cristallo.

Come detto, tutto lascia intendere che saranno proprio Klæbo e Bolshunov a giocarsi la Coppa del Mondo 2020-21, in quanto i due ventiquattrenni sono decisamente più completi e più continui della concorrenza. Sicuramente lo scandinavo ha qualcosa in più nelle prove sprint, format di cui può già indiscutibilmente essere considerato il più grande interprete della storia, mentre il russo è indubbiamente più competitivo nelle gare di distanza. Si spera che i due coetanei possano mandare in scena uno spettacolare braccio di ferro, in grado di riaccendere l’interesse attorno a una disciplina in crisi di popolarità nonostante goda di un passato glorioso e possa disporre di una rivalità feroce come quella appena descritta.

A meno di malanni o di problemi fisici più strutturati, difficilmente Klæbo e Bolshunov avranno rivali nel lungo periodo. Cionondimeno, ci sono diversi altri atleti che meritano di essere seguiti con un occhio di riguardo, in quanto potenzialmente in grado di rompere le uova nel paniere ai due titani. Si resta, però, nel bacino di Norvegia e Russia, tramutatesi in autentici colossi che sovrastano tutte le altre nazioni. In particolare va tenuto in grande considerazione Sergey Ustiugov, il quale, nei momenti in cui riesce a essere al top della condizione atletica, non ha nulla da invidiare ai due più giovani rivali. Al ventottenne russo è però sempre mancata la continuità di rendimento nell’arco dell’intera stagione. Dunque, il siberiano avrà modo di proporsi come un autentico terzo in comodo, magari proprio quando la posta in gioco sarà più alta. Tuttavia, non sarà della partita a Ruka, in quanto si è recentemente ammalato e la sua stagione partirà da Davos. Tutti gli altri men-to-watch provengono invece dalla Norvegia, forte di una pletora di uomini pronta a dare battaglia.

Il capofila di questo gruppo è Pål Golberg, il quale nel 2019-20 ha messo in mostra un’interessante metamorfosi alla soglia dei trent’anni. Lo scandinavo, in passato specialista delle sprint, ha vissuto la miglior stagione della sua carriera, rivelandosi in grado di essere competitivo anche sulle lunghe distanze. Dovesse confermarsi, sarebbe un antagonista molto tignoso soprattutto nelle gare distance in linea, dove avrebbe tutte le carte in regola per far saltare il banco, magari proprio quando più conta, come peraltro riuscito a diversi connazionali in tempi recenti. Infatti alla stessa categoria di Golberg possono essere ascritti anche Simen Hegstad Krüger, Sjur Røthe, Hans Christer Holund, Emil Iversen e magari Didrik Tønseth, se dovesse tornare al meglio. Tutti saranno pronti a raccogliere piazzamenti di prestigio e a sfruttare l’occasione propizia per vincere, quando questa dovesse presentarsi.

Un discorso simile può essere fatto anche per il finlandese Iivo Niskanen, che ha già dimostrato di saper pianificare al meglio la propria stagione, in maniera tale da raggiungere il picco di rendimento in concomitanza con gli obiettivi da lui selezionati. In particolare il ventottenne finnico, grande interprete della tecnica classica, potrebbe avere messo nel mirino la 50 km in alternato dei Mondiali di Oberstdorf. I “grandi vecchi” Dario Cologna e Martin Johnsrud Sundby si trovano costretti a fronteggiare un’ondata di giovani, ma potrebbero avere ancora modo di dire la loro. Forse il trentaquattrenne svizzero ha a disposizione qualche cartuccia da sparare in più rispetto al trentaseienne norvegese, che oltre ad avere problemi fisici, per di più deve confrontarsi con una concorrenza interna spietata.

In tema di Norvegia, occhio anche a Erik Valnes, altro classe 1996 che sta crescendo prepotentemente di colpi. Il ventiquattrenne scandinavo è uno specialista delle prove sprint, dove potrebbe addirittura provare a infastidire l’imbattibile Klæbo.

A proposito di sprint, non è un mistero che sia proprio questo il format in cui l’Italia ripone le speranze maggiori per ottenere risultati di peso. Federico Pellegrino sarà infatti, per l’ennesima volta, il leader indiscusso di un movimento in difficoltà. Il trentenne valdostano potrà sicuramente lottare per il podio in ogni competizione, soprattutto in quelle a skating, ma dovrà superarsi se vorrà arpionare una medaglia ai Mondiali, visto che la prova iridata sarà in alternato. La concorrenza peraltro è sempre più agguerrita: oltre ai già citati Klæbo e Valnes, bisognerà guardarsi le spalle anche dai francesi rampanti e dagli altri norvegesi (a cominciare da Taugbøl e Skar) e dalle mine vaganti russe. La carta d’identità non è più dalla parte di Chicco, che si troverà nell’inedita situazione di contrastare tanti agguerriti avversari più giovani.

In realtà ci sarebbe anche un altro azzurro in grado di raccogliere piazzamenti di prestigio, ovvero Francesco De Fabiani, del quale si è parlato diffusamente in un altro articolo. La speranza è che il ventisettenne della Val d’Aosta possa ritrovare le migliori sensazioni, in maniera tale da poter tornare a esprimere appieno il suo talento, situazione praticamente mai verificatasi durante il 2019-20. Il resto della squadra ha, invece, ambizioni decisamente più modeste e l’augurio è che si possa finalmente veder germogliare in maniera concreta qualche giovane atleta, allo scopo di avviare quel ricambio generazionale di cui l’Italia ha disperatamente bisogno.

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Foto: Pier Colombo

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