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Sci alpino, Courchevel 2020: Italia da battere, Shiffrin per vendicare la debacle del 2019. Vlhova permettendo…

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Archiviata amaramente la tappa senza gare di St. Moritz (i superG verranno recuperati, uno probabilmente a Crans Montana, a gennaio, ma non esiste ancora un’idea ufficiale) il centro di gravità dello sci alpino si è trasferito da Santa Caterina in Valfurva al dipartimento della Savoia francese.

A Courchevel, cioè a casa di Alexis Pinturault, nel weekend vanno in scena due slalom giganti femminili, che saranno importanti sia in ottica classifica di specialità, sia per farci capire se Vlhova avrà già messo le mani sulla Coppa generale, o meno. Fermo restando che bisognerà comunque aspettare le prime gare in velocità per avere le idee più chiare.

A Courchevel il 17 dicembre del 2019 Federica Brignone ottenne la prima vittoria in carriera in terra di Francia ed è naturale partire da lei e metterla in cima alla lista dei pronostici tra le porte larghe, a maggior ragione dopo l’ottimo stato di forma palesato in quel di Lech. La pista Stade Emile Allais presenta una pendenza costante, anche se mai troppo marcata. Ma assomiglia un po’ a quella di Lienz, dove Brignone trionfò nel 2017: porte cieche, tratti in contropendenza, è mossa, ti obbliga sempre a lavorare, a essere dinamica. E quindi si adatta perfettamente ala valdostana, per quanto fino al 2019 non vi era nemmeno mai salita sul podio. Anche Shiffrin, che torna in gara dopo aver saltato la trasferta a St. Moritz (per fortuna sua), ha vinto due volte sulla pista francese in gigante, ma l’anno scorso chiuse 17esima, a quasi due secondi da Federica, anche per problemi con i materiali, si disse. Si è allenata bene in quel di Reiteralm, in Austria, con l’olandese Jelinkova e ha testato moltissimo, tra slalom e gigante. Potrebbe giocarsi il podio esattamente come fatto a Levi, in slalom.

Attenzione alle norvegesi e alle svizzere, solitamente molto brave nella Savoia francese, mentre Vlhova ancora non è mai salita sul podio in gigante, a Courchevel, ma resta ovviamente tra le atlete da battere. L’altra gigantesca più attesa è Marta Bassino, ormai sempre molto costante in tutte le discipline e comunque brillante anche in slalom, a Levi, nonostante abbia raccolto molto meno di quanto meritato. Bassino non ha mai gradito troppo, storicamente, il contesto di Courchevel (mai meglio di 7a), ma questa Bassino è probabilmente la migliore della carriera, tutto sembra venirle facile, motivo per cui una sua vittoria, o persino una sua doppietta, non ci stupirebbe più di tanto. E anche Sofia Goggia conserva dei bei ricordi di Courchevel: dopo l’ultimo grave infortunio al ginocchio, il 20 dicembre 2015 la bergamasca chiuse 6a in Francia, un risultato che le fece capire di essere sulla strada giusta per ritrovarsi. Un anno dopo l’esplosione definitiva.

Molto attese anche Robinson, anche se pista e neve, da quelle parti, poco si adattano alla sua sciata, Michelle Gisin, in gran forma, Holdener e Hrovat. L’Austria non vince in slalom da quasi 5 anni, il 2° digiuno più ampio di sempre. L’Italia invece vuole provare a ripetere le imprese di Deborah Compagnoni e Denise Karbon nelle stagioni 1997-1998 e 2007-2008, quando entrambe seppero vincere i primi 4 giganti della stagione. Consecutivamente. Vlhova, infine, prova a centrare, già sabato, la vittoria in 4 delle prime 5 gare stagionali di Coppa del Mondo: ce la fecero anche Nancy Greene (1966-1967) e Marie-Therese Nadig (1980-1981) ed entrambe si portarono poi a casa la Coppa a fine stagione. Gradito rientro di Elena Curtoni tra le porte larghe, in casa Italia, dopo quasi due anni: il suo miglior risultato in gigante resta un decimo posto, ottenuto a Lienz. Pista simile a quella di Courchevel. Dicevamo…

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Foto: Pentaphoto

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