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Nuoto, Assoluti invernali 2020: Benedetta Pilato e Thomas Ceccon volano a Tokyo, il Triplete di Nicolò Martinenghi

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Riccione chiude i battenti e l’appuntamento sarà dal 27 al 31 marzo 2021 per gli Assoluti primaverili. La speranza è che per quella scadenza una parvenza di normalità ci sia per mettersi alle spalle la paura del Covid-19. Inutile negarlo, nella piscina romagnola è andata in scena un’edizione dei Campionati italiani di nuoto condizionata dal Coronavirus: tante assenze (Gabriele Detti, Simona Quadarella, Margherita Panziera e Marco De Tullio ad esempio) e forma non ottimale per tanti atleti.

Nonostante le difficoltà del caso, qualcosa di buono è venuto fuori e va rimarcato. Indubbiamente, sono stati Benedetta Pilato e Thomas Ceccon i nuotatori che hanno brillato in questa rassegna nazionale. La ragazzina nativa di Taranto ha confermato tutte le sue qualità da agonista pura, staccando il biglietto per le Olimpiadi di Tokyo con il sensazionale crono di 1’06″02 nei 100 rana, sbriciolando il proprio personale di 1’07″06, migliorando il primato italiano di Martina Carraro (1’06″36) e realizzando la quarta prestazione di sempre in Europa. E così, con classe e determinazione, in 66″ l’azzurrina ha fugato tutti i dubbi degli scettici, conquistandosi un biglietto per i Giochi con merito senza se e senza ma. Per quanto concerne Carraro e Arianna Castiglioni la strada che porta alla competizione a Cinque Cerchi non è affatto preclusa: resta una carta olimpica nella prova individuale e il pass per la staffetta. Entrambe spingeranno al massimo per meritarsi il posto, consapevoli che nel prossimo campionato i limiti saranno più accessibili.

Pilato, dopo la firma nei 100, ha completato il quadro nei suoi 50 rana, distanza nella quale è argento mondiale. La 15enne, infatti, è diventata con il suo 29″61 (nuovo record italiano, migliorando il precedente limite che già le apparteneva di 29″85) la terza performer nel Vecchio Continente e la quarta a livello mondiale nella graduatoria all-time. Solo 21 centesimi la separano dal record del mondo dell’americana Lilly King. Un riscontro davvero sensazionale che rilancia in vista di quel che sarà e conferma quanto la quarantena e il rinvio dei Giochi siano stati una grande opportunità per potersi preparare al meglio e nello stesso tempo gestire tutta l’attenzione mediatica derivante dai suoi risultati in piscina. Benedetta, per dirla come il suo tecnico Vito D’Onghia, è un numero primo.

 

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In campo maschile Ceccon, un altro come Benny dei nati negli anni 2000, ha compiuto un passo importante. Di lui si parlava già da tanto, ma per un motivo o per l’altro a livello seniores non era riuscito a sbocciare. Nella rassegna che metteva in palio tanto, il veneto ha risposto presente. Il 52″84 nei 100 dorso è stata una vera e propria perla, centrando il pass olimpico (52″8) e demolendo sia il record italiano di Simone Sabbioni (53″34) che il suo primato personale di 53″37. Un tempo da finale a Cinque Cerchi per lui che si augura, da questo punto di vista, di continuare la sua crescita per essere davvero della partita per qualcosa di importante in Asia. In questo contesto, Thomas ha dato una risposta rilevante anche nei 100 stile libero, stabilendo il suo personale di 48″65 (prec. 48″87) e avendo ancora enormi margini di miglioramento, vista la chiosa non perfetta negli ultimi 25 metri. Ceccon, poi, ha completato l’opera con il successo nei 50 farfalla, andando vicinissimo al primato italiano di Piero Codia (23″22 a 1 centesimo dal record italiano). L’allievo di Alberto Burlina, dunque, ha fatto vedere ciò che è e nell’anno olimpico non si poteva più scherzare.

100 sl che sono stati significativi per altri aspetti: il mancato pass di Alessandro Miressi che aveva dichiarato di voler centrare il tempo-limite di 47″9, è tra questi. Una prova non perfetta per l’atleta piemontese (48″22), che dovrà lavorare per assestarsi su un livello da 47″, condizione necessaria per essere al top del top in ambito internazionale. Due vasche, poi, in cui si è rivisto Filippo Magnini: il campione pesarese, due volte oro ai Mondiali (2005 e 2007), è tornato a gareggiare tre anni dopo il suo ritiro agonistico. “Un nuovo inizio“, così l’ha definito Magnini, consapevole di aver accettato una sfida molto complicata (essere parte della staffetta 4×100 sl ai Giochi). In questi Assoluti il crono sotto i 50″ è sicuramente da apprezzare, ma per volare a Tokyo servirà andare decisamente sotto i 49”. Un target quasi impossibile per il 38enne, animato però dalla voglia di gareggiare dopo quanto è accaduto (vicenda doping)

Un altro personaggio di questi Campionati, che il pass per Tokyo già lo aveva, è stato Nicolò Martinenghi. L’atleta lombardo ha realizzato il suo Triplete, vincendo 50, 100 e 200 rana e nella prova dell’unica vasca ottenendo un grandissimo tempo: 26″56, nuovo record italiano (26″70 il precedente limite di Fabio Scozzoli, assente per problemi fisici a Riccione).

 

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Uscito dalla piscina non troppo soddisfatto dal 100 (59″31), Martinenghi ha trasformato la delusione in determinazione e questo gli ha permesso di scalare le classifiche internazionali nei 50: terzo tempo mai nuotato in Europa e sesto nella classifica mondiale all-time. La ciliegina sulla torta è stata posta nei 200 rana nei quali, senza alcuna velleità olimpica (2’07″5 tempo-limite), Nicolò ha polverizzato il suo primato personale di 2’11″53 di tre anni fa, siglando un grandioso 2’10″19 e prendendosi il titolo. Un segnale che dimostra quanto il lavoro col tecnico Marco Pedoja sia ben indirizzato.

Chiudiamo questo racconto con Federica Pellegrini. Come è noto, la fuoriclasse di Spinea ha dovuto fare i conti sul finire di ottobre con la positività al Covid-19. Un’esperienza poco gradita per molteplici motivi, che non le ha permesso di allenarsi come avrebbe voluto e soprattutto di gareggiare. Quest’ultimo aspetto è venuto a mancare alla pluri-campionessa mondiale dei 200 stile libero, vittoriosa comunque a Riccione con il “normale” crono di 1’57″58. Era doveroso assaporare nuovamente le sensazioni della gara, per cui la doppietta vincente 100-200 sl che si è concessa è stata utile in questa chiave, consapevole però che da gennaio si dovrà partire da zero per conquistare sul campo, come si suol dire, il pass olimpico (a marzo) senza concessioni particolari.

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Foto: Lapresse

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