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Italia alle Olimpiadi senza bandiera e Inno? Il CIO minaccia, ma il Governo ha altri problemi…

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Da qualche settimana si ventila l’ipotesi che l’Italia possa prendere parte alle prossime Olimpiadi di Tokyo 2021 senza bandiera. Agli azzurri sarebbe dunque consentito partecipare ai Giochi, ma solo da ‘atleti indipendenti’: in caso di vittoria non risuonerebbe l’Inno di Mameli, bensì quello del CIO. E’ quanto succederà alla Russia: sì, al momento l’Italia rischia di venire trattata alla stregua di una nazione punita per un acclarato doping di Stato. Cosa è accaduto per arrivare ad una situazione grottesca e surreale?

PERCHE’ L’ITALIA RISCHIA DI ANDARE ALLE OLIMPIADI SENZA BANDIERA E SENZA INNO

Una questione di soldi, verrebbe da sintetizzare. Tutto ebbe inizio nell’estate 2019. Il primo Governo Conte, quello formato dall’alleanza tra 5 Stelle e Lega, varò una riforma dello sport che, di fatto, limitò i poteri e le prerogative del Coni, soprattutto in ambito economico. In particolare, al posto della Coni Servizi Spa, venne istituita la società Sport & Salute Spa, attualmente presieduta da Vito Cozzoli. La riforma prevede che le risorse (provenienti dal gettito fiscale) che il Governo versa al Coni siano stabilite e divise tra Coni e Sport & Salute a livello ministeriale. E qui siamo al nocciolo della questione. Secondo il CIO, il Coni dovrebbe rimanere vincolato esclusivamente al proprio statuto ed alla Carta Olimpica, senza subire ingerenze o riorganizzazioni unilaterali da parte del Governo. Inoltre, sempre secondo il CIO, il Coni non avrebbe più la necessaria autonomia, nonché la giurisdizione sulla promozione e diffusione dello sport dilettantistico.

LE MINACCE DEL CIO, MA IL GOVERNO HA LA TESTA ALTROVE

Il CIO continua a minacciare l’Italia, nemmeno velatamente. “Il Governo agisca in fretta“, recita una sorta di ultimatum di un portavoce del Comitato Olimpico. Come se, nel bel mezzo di una pandemia mondiale, sia il più impellente dei problemi…Il Paese attraversa una crisi sociale ed economica senza precedenti, costretto ad affrontare una fase storica imprevista ed imprevedibile. L’emergenza sanitaria resta allarmante, migliaia di bambini/ragazzi sono privati del piacere di andare a scuola, imprenditori messi in ginocchio, una campagna vaccinale ai primi vagiti. E ci fermiamo qui. Peraltro aleggia aria di crisi sul Governo. La politica italiana appare oggi come una vera e propria polveriera. Siamo proprio sicuri che, anche solo lontanamente, nel groviglio attuale possa interessare la questione CIO-Coni? E’ molto semplice intuire che le priorità sono altre: non potrebbe essere diversamente.

COSA SUCCEDERA’ ADESSO?

Il prossimo 27 gennaio si terrà una riunione del CIO in cui è possibile (se non probabile…) che l’Italia venga sospesa, proprio come già accaduto alla Russia, ma in passato anche a Bielorussia, India e Kuwait. A quel punto il Governo avrebbe 2 mesi di tempo per correre ai ripari e trovare una soluzione gradita al CIO. In gioco, al di là dell’Inno e della bandiera, anche il rischio di una possibile revoca delle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026. Si tratterebbe di un danno economico inestimabile. E, gira e rigira, ritorniamo alla vera essenza della questione…

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Foto: Lapresse

 

2 Commenti

1 Commento

  1. Gabriele Dente

    17 Gennaio 2021 at 20:33

    Stavolta non sono d’accordo. Il governo non può entrare “a gamba tesa” e poi dire che non ha tempo per rimediare, non può funzionare così nella vita. Abbiamo tutti altro a cui pensare in questo periodo ma se faccio un danno ho il dovere di rimediare, no? La figuraccia a cui sta esponendo l’Italia, per non rispettare regole condivise da tutti, va più in là del fatto sportivo in sé.

  2. OLIMPIONICO

    9 Gennaio 2021 at 23:09

    TEMPESTEREMO QUESTO GOVERNO DI cialtroni di e-mail e telefonate ! Non ci arrenderemo !

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