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Ciclismo

Ciclocross, i Campionati Italiani consacrano Alice Maria Arzuffi. La brianzola è pronta per fare un grande Mondiale

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Ieri, in quel di Lecce, si sono tenute le prove principali dei Campionati Italiani di ciclocross. La rassegna tricolore, nello specifico, si è svolta su un tracciato che si trovava ai piedi della Torre di Maria D’Enghien. Il circuito, veloce e ricco di curve, presentava un fondo fangoso e particolarmente viscido, un’autentica “saponetta”, ove era importante non sbagliare nulla, dal punto di vista tecnico, onde evitare di finire a terra. Sicuramente il risultato più eclatante della giornata è stato quello della prova riservata alle donne Elite. Alice Maria Arzuffi, che era reduce da cinque secondi posti negli ultimi sei anni, ha conquistato il suo primo tricolore. La brianzola, peraltro, ha messo fine a nove anni di regno di Eva Lechner. Ciò che stupisce, per la verità, più che l’esito della competizione in sé, è il modo in cui Alice ha interpretato la gara.

Il tracciato, vale la pena ricordarlo, non era certamente il più adatto ad Arzuffi, la quale negli anni ha palesato una predilezione per percorsi duri, lenti, con un dislivello importante e possibilmente, inoltre, anche molto fango. La brianzola, tuttavia, ha messo sul piatto una convinzione e una cattiveria agonistica mai viste in passato. Ha aggredito la gara sin dal secondo giro, quando ha strappato il primo posto a Lechner e ha iniziato a martellare sui pedali senza sosta. In breve ha fatto il vuoto alle sue spalle, piegando le gambe della sopraccitata bolzanina, che ha subito un contraccolpo sia fisico che psicologico. Quello di Arzuffi è stato un assolo che l’ha portata fino in cima all’Olimpo del ciclocross nostrano.

E dire che questa stagione, fino a oggi, non era certamente stata positiva per Arzuffi. Non tanto per colpa sua, che deve fare i conti con una naturale mancanza di esplosività, che la penalizza oltremodo durante le partenze, sulla quale si può intervenire fino a un certo punto, quanto per merito delle rivali. Il livello del ciclocross femminile, al momento, è altissimo. Basti pensare che una come Sanne Cant, che ha conquistato tre titoli iridati consecutivi, ad appena trent’anni è costretta a lottare, quando sta bene, per un posto in alta top-10 nelle gare di Coppa del Mondo, Superprestige e X2O Badkamers Trofee.

Alice, che fino all’inverno del 2019 si batteva per le posizioni in zona podio nelle challenge di cui sopra, in quest’annata, ove, oltretutto, a causa della pandemia, sono saltate anche diverse manifestazioni adatte a lei, si è ritrovata a concludere sovente le gare fuori dai primi dieci. Tuttavia, è bene far notare che la brianzola, in diciannove competizioni a cui ha preso parte, solo una volta non è entrata tra le prime diciassette. Un dato, questo, che ci dimostra come l’azzurra continui ad esprimersi con costanza su alti livelli.

Nello scorso biennio, che tante gioie aveva regalato ad Alice, tra cui le incredibili vittorie a Boom e Gavere in Superprestige, la brianzola era solita iniziare la stagione forte per, poi, calare di condizione da gennaio in avanti. L’impressione, però, è che quest’anno il trend si sia invertito. Dal 20 di dicembre ad oggi Arzuffi sembra aver cambiato passo. Nelle ultime sei gare disputate al Nord ha conquistato due top-10 e non è mai scesa oltre la tredicesima posizione. Ora che questo periodo di crescita è stato coronato col tricolore, che sicuramente le sgombrerà le spalle da un bel po’ di pressione, Alice potrebbe finalmente essere giunta a un momento di svolta in quest’annata complessa.

Tra venti giorni si svolgerà il Mondiale belga di Ostenda e non poteva cadere in un momento migliore per Alice, per la quale la prima top-10 iridata, tra le Elite, non sembra più un miraggio. Innazitutto, bisogna sottolineare che Arzuffi potrebbe avere il vantaggio di partire in prima fila. Infatti, saranno le prime otto classificate della Coppa del Mondo a cominciare davanti e lei, al momento, nella challenge targata UCI si trova al nono posto.

Alice deve recuperare solo un punto all’ottava, Puck Pieterse, e l’ultima prova rimasta della manifestazione, il Druivencross di Overijse, ben si presta alle caratteristiche dell’azzurra. Attenzione, però, poiché, se dovesse svolgersi il Mondiale delle donne U23, Alice sarebbe pressoché sicura di partire dalla prima fila già ora, dato che sei delle prime tredici della Coppa del Mondo hanno l’età per prendere parte alla rassegna iridata della categoria inferiore.

Per quanto concerne il tracciato del Mondiale di Ostenda, che prevede sabbia a volontà, pur non rappresentando la tipologia di circuito preferita da Alice, certamente non gli è nemico.
Arzuffi, che da anni gareggia in Belgio, col tempo ha imparato a conoscere una superficie che è storicamente avversa a coloro che non sono cresciuti, ciclisticamente parlando, nei Paesi Bassi o nelle Fiandre. Nelle due stagioni precedenti a questa, la brianzola ha sfornato ottime prestazioni sia al Duinencross di Koksijde, letteralmente il “Cross delle Dune”, la grande classica della sabbia, che a Zonhoven, circuito reso iconico dalle maestose discese sabbiose presenti al suo interno.

Arzuffi è una ciclocrossista d’alto rango, la quale già oggi vanta un palmares di assoluto livello, reso ancor più prezioso dalla maglia di campionessa italiana. Data la crescita di condizione palesata nelle ultime settimane, il feeling costruito negli anni con la sabbia e quel qualcosa in più che può darti la vittoria del tricolore, gli ingredienti per un grande Mondiale, dunque, ci sono tutti. La chiave, per la brianzola, sarà continuare a gareggiare con la determinazione e la grinta palesate ieri sul tracciato di Lecce.

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Foto: Valerio Origo

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