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Rugby: i risultati delle italiane in Challenge Cup

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En plein di sconfitte per le quattro italiane impegnate in Challenge Cup, la competizione minore del rugby europeo.

Si era partiti ieri con le due sonore sconfitte rimediate dai Cavalieri di Prato e il Marchiol Mogliano; i toscani incassano un 59-3 dal Grenoble, che marcano ben 8 mete, mentre va ancora peggio al Marchiol, che contro il Bayonne perde 71-7, con un parziale di 40-0 nel primo tempo e 11 mete subite.

Quest’oggi di scena le due partite casalinghe per le italiane, che vedevano in campo Rovigo-Perpignan e Calvisano-Agen. Anche per i veneti un risultato pesante, 12-79. Dopo aver tenuto per circa 30′ con i calci di Basson, i rossoblu possono solo assistere al dominio dei francesi, che prendono il largo e chiudono il match con undici mete.

Capitolo a parte merita la partita di Calvisano, che ha dimostrato come una franchigia italiana possa far bene in Challenge. L’Agen ha vinto 31-36 sul campo dei campioni d’Italia, ma ad inizio secondo tempo il punteggio era sul 17-36; la grande reazione del Cammi, guidato da un eterno Paul Griffen, ha riportato sotto i lombardi fino al -5 finale, che ha consentito di mettere in cassaforte due preziosi punti di bonus, ma soprattutto la consapevolezza di potersela giocare per il passaggio del turno.

Foto: comunicati.net

daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

3 Commenti

1 Commento

  1. Federico Militello

    14 Ottobre 2012 at 19:56

    Si sta lavorando su questo in effetti e sono certo che entro due anni si vedranno i risultati anche in nazionale. Anche le sonore batoste aiutano a crescere.

  2. franky

    14 Ottobre 2012 at 13:25

    dobbiamo andare con meno squadre in challenge perché prendere ogni giornata più di 50 punti a testa è abbastanza vergognoso; semplicemente le squadre non hanno i mezzi per competere contro squadre straniere dai budget maggiori e semplicemente più forti, ogni tanto tiriamo fuori qualche bella prestazione tipo calvisano ma è troppo poco; meno squadre in challenge (magari due selezioni) perché mandare i giovani a prendere vagonate di punti non serve alla loro crescita
    nel rugby è complicatissimo diminuire i gap tecnici fra nazioni, il ranking è abbastanza immobile quindi se l’italia vuole entrare stabilmente fra le prime 10 (o qualcosina in più) deve fare un salto di qualità nella formazione di tecnici e atleti

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