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Prada Cup, Luna Rossa si alza in volo con 9 nodi, Ineos con 11. E c’è uno spiraglio per le volanti

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Alzi la mano chi non ha tirato un sospiro di sollievo quando Luna Rossa ha tagliato la linea di arrivo della regata della seconda giornata di Prada Cup mentre American Magic non era ancora riuscita a girare l’ultima boa di bolina. Un sollievo per due motivi: in una giornata di vento al limite basso di quanto consentito dal regolamento può succedere di tutto, inoltre dopo la sconfitta nella giornata inaugurale il primo punto fa morale.

Cosa insegna questa faticosa giornata di regata su un campo con il vento distribuito a macchie di leopardo dove per trovare un refolo ci voleva un rabdomante? Conferma che il vento debole è il playground preferito per la barca italiana; non lo hanno mai nascosto, ma vedere che Luna Rossa si alza in volo prima degli avversari è la conferma. Il limite inferiore dei 6 nodi e mezzo di velocità del vento per poter regatare sembra effettivamente un po’ basso, ma quello che conta è il momento in cui l’accelerazione della barca permette di sollevarsi. Dipende dalla forma dei foil, ma anche della carena e dal set-up generale.
Abbiamo visto che già a poco più di nove nodi di velocità la barca del Circolo Vela Sicilia già decolla e in un attimo quei nove nodi diventavano trenta. Lasciando perdere la brutta giornata degli americani che poi hanno perso miseramente anche contro gli inglesi, anche se sono riusciti a chiudere un secondo prima che scendesse la mannaia dei 5 minuti di ritardo, Ineos per sollevarsi deve superare almeno 11 nodi.

Terry Hutchinson, lo skipper e tattico di American Magic, che su Facebook ha raccolto la solidarietà di Vasco Vascotto, scandalizzato per gli attacchi dei leoni da tastiera che lo hanno sfottuto, ha riconosciuto che la configurazione attuale con foil troppo piccoli con poco vento è penalizzante. Inoltre anche le vele degli americani erano più piccole.
Una giornata infernale per i telespettatori, ma ancora di più per i velisti: tutti hanno confermato che per i grinder è molto più pesante una giornata così che una di vento forte, esattamente il contrario di quello che succedeva con le vecchie barche di Coppa. La tattica si è dimostrata la chiave, non tanto per vedere le oscillazioni del vento, ma per scovare dove fosse la raffica che consentiva di riprendere il volo. Abbiamo visto anche situazioni in cui pur di agganciare la pressione giusta si tornava indietro: paradossalmente tutto questo andare avanti e indietro ha tenuto alta la tensione anche per chi guardava. Per fortuna che le regate si sono potute completare entrambe. Luna Rossa ha tagliato la linea di arrivo in poco più di 38 minuti, Ineos ha rischiato molto più, oltrepassando la grafica a scacchi che vediamo in tv, quando mancavano appena 2 minuti e 16 allo scadere del tempo massimo.

La vela, si sa, ha bisogno del vento, proprio per questo ci sono sei aree di regata nel golfo di Hauraki, ma gli organizzatori si ostinano a sceglie i campi più vicini alla costa, che consentono di vedere le regate con un buon binocolo al pubblico seduto sulle alture in riva al mare. Affascinante, ma tecnicamente poco valido. Nella prima giornata è stata la configurazione della costa e delle isole a condizionare la regata rendendo obbligato il lato destro del percorso, nella seconda sono sempre state le isole a rendere complicata la strada del vento, probabilmente scegliendo un’area più lontana dalla città la regata sarebbe stata meno sofferta.

Si è parlato molto della protesta, anche se formalmente oggi si chiama dichiarazione di non conformità, che Luna Rossa ha presentato ieri per la regolazione sulla tensione della base randa su Ineos. Come è noto la giuria ha dato ragione a Luna Rossa, ma non ha penalizzato la barca inglese perché quel foro sulla vela era passato all’esame degli stazzatori che controllano le vele alla vigilia di ogni round robin. Perché gli inglesi abbiano pensato a questa regolazione e se effettivamente ne abbiano tratto un vantaggio in regata è difficile da capire, ma quello è successo è importante perché rientra nella guerra psicologica tra i team, inoltre se dovesse esserci un altro caso del genere non ci sarà un semplice avvertimento, warning in inglese, ma scatterà la squalifica: per regolamento c’è spazio per un solo warning.

Rimanendo nel campo dei reclami non è finita la questione “volanti” di Luna Rossa. Marco Mercuriali, l’uomo che studia i regolamenti di Luna Rossa Prada Pirelli team, ha confermato che c’è ancora uno spiraglio. Ma intanto le volanti sono al loro posto e non sembrano aver condizionato più di tanto le performance.
Per la terza e conclusiva giornata dei primi due round robin, chiamata da Checco Bruni “Super Sunday”, che vedrà il doppio impegno di Luna Rossa Prada Pirelli, prima contro Ineos e poi contro American Magic, la previsione meteo offre condizioni ancora diverse: sarà una giornata di brutto tempo con temporali, piovaschi e vento sui 20 nodi, ricordando che il limite masso previsto dal regolamento è di 21 nodi, oltre non si può regatare.

Stefano Vegliani

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Foto: Luna Rossa Press

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