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Sci alpino, Coppa del Mondo: Gisin e Bassino “minacciano” la leadership di Petra Vlhova. Discesa libera decisiva?

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Otto gare importantissime in ottica Coppa generale a livello femminile, prima dei Mondiali: così si era detto e scritto una settimana fa, su questi canali. Ebbene, le prime due, a Kranjska Gora, hanno emesso un verdetto chiaro, con Bassino e Gisin a macinare punti pesanti nei confronti di una Petra Vlhova un po’ in difficoltà sul ghiaccio della Podkoren III, e forse anche un po’ stanca, visto che non si è fermata mai nemmeno un istante. Morale, in classifica generale comanda sempre la slovacca a quota 775 punti, con la svizzera prima inseguitrice a 715 e l’azzurra terza, ma più staccata, a 623.

Michelle Gisin sta tenendo un ruolino di marcia impressionante: da inizio stagione ha disputato 15 gare su 16 (saltando solo il parallelo di Lech per allenarsi in gigante, scelta molto saggia!), uscendo in due occasioni, entrambe in discesa, dalla top8 dei piazzamenti, e raccogliendo una vittoria e 5 podi in quattro specialità diverse; inoltre, ha completato il “grand slam” di podi in carriera in tutte le specialità “classiche”, slalom, gigante, discesa, superG, combinata. Vlhova ha fatto anche meglio, sia chiaro,  con 4 successi e 6 podi in tre discipline, tutte tecniche per altro. L’impressione però è che da qui a Cortina 2021, con ancora tre discese, due superG e un gigante da disputare, la slovacca possa anche perdere la leadership provvisoria della generale, per poi giocarsi tutte le sue carte nei quattro slalom in calendario post rassegna iridata, tra Åre, Jasna e Lenzerheide, quando anche le tre gare veloci in Val di Fassa potranno lasciare un segno pesante sulla contesa. Ma la specialità decisiva sembra rimanere la discesa libera, perché in quella disciplina né Gisin, né Vlhova, né tanto meno Bassino stanno conquistando punti di un certo “peso”. Con una considerazione, però, da non dimenticare: delle tre, quella ad aver avuto più feeling in carriera con la libera è proprio Michelle, che vanta quattro podi (tre a Lake Louise) senza vittorie, finora, nel suo palmares. Se Gisin mantiene questo rendimento altissimo tra gigante e slalom, dove non perde punti da Vlhova, ma anzi ne guadagna, e si ricorda di essere stata una grande velocista fino al 2018, può ribaltare la situazione in classifica in maniera clamorosa. Vlhova probabilmente avrebbe bisogno di riposare un po’ e focalizzarsi su allenamenti specifici per le varie discipline, ma non c’è il tempo per farlo. Il calendario è decisamente fitto.

Capitolo Bassino: Marta saggiamente sta gestendo le forze, fisiche e mentali. Delle tre, sembra la meno favorita perché per ora non raccoglie punti in slalom e gareggia poco in discesa, ma la strada è ancora lunga e ci sarebbe anche il gigante di Semmering da recuperare, per lei importantissimo. Saltare Zagabria e Flachau per poi raccogliere 200 punti in due giorni a Kranjska Gora si è dimostrata una scelta vincente, così come potrà dimostrarsi intelligente l’idea di tirare un attimo il fiato a Crans Montana e gareggiare in due competizioni su tre (ma non è detto, in caso di grande piazzamento subito, venerdì, gareggerà sempre). L’obiettivo di Marta, a oggi, non è la Coppa generale, ma quella di specialità in gigante e il podio finale della classifica overall. Dopodiché, i calcoli si faranno alla fine e rispetto a Vlhova e Gisin l’azzurra ha sicuramente meno da perdere. L’assalto alla generale, per lei, scatterà probabilmente dalla prossima annata, con l’idea di aumentare allenamenti e presenze (di conseguenza) in slalom. Ma ovviamente essendo in gioco anche in questo 2021, la cuneese proverà a “ballare” fino alla fine, magari con la forza dei nervi distesi. Per avere una chance concreta servirà vincere anche in superG (lo può fare, già a Crans Montana) e raccogliere risultati tra le prime 10 anche in discesa. Ma, come si è visto in Slovenia, sono le vittorie e i piazzamenti sul podio a fare veramente la differenze. Viaggiare a “botte” di 100 punti, pur saltando qualche gara qua e là, cambia classifica, morale e convinzione.

La sfida per la Coppa del Mondo femminile sembra dunque ristretta a queste tre atlete, a meno che Shiffrin non decida di gareggiare in velocità già dal lungo weekend di Crans Montana (improbabile). Certo le “altre”, leggi proprio l’americana, e poi ancora Gut, Liensberger, Goggia, Brignone, Suter, Holdener e via dicendo, faranno in qualche modo da arbitro della contesa, togliendo di volta in volta punti importanti alle tre di cui sopra, rendendo il finale di stagione elettrizzante anche perché il recupero ad alti livelli di alcune atlete, per esempio le citate Gut e Goggia, ma anche, parzialmente, Stuhec, ha alzato decisamente l’asticella in ogni disciplina, mentre diverse giovani interessanti (in primis da Austria, Svizzera, Canada e Slovenia)  si stanno affacciando all’orizzonte soprattutto, nelle discipline tecniche.

Difficile sbilanciarsi oggi sull’esito conclusivo della disfida, certo Michelle Gisin ci sembra lanciata come mai in carriera e forse, mentalmente, anche più forte della stessa Vlhova. Sarà curioso capire se la svizzera e la slovacca andranno avanti senza fermarsi mai o se invece decideranno di saltare qualche gara, qua e là. In linea teorica non avrebbe senso, oggi, ma ovviamente le ragazze non sono macchine, e raccogliere pochi punti, stancandosi e demoralizzandosi, specie nelle discipline veloci, forse non ha molto più senso rispetto a fermarsi, ricaricare le pile e poi ripresentarsi al via della gara successiva con le forze giuste per tornare a vincere. E quota 100 è sempre quella che fa la differenza…

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Foto: Lapresse

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