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Sci di fondo

“A Falun si è rasentata la demenza. I tracciati facevano ridere i polli!” ‘L’ululato del Bubo’ con Fulvio Valbusa

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La Coppa del Mondo di sci di fondo ha vissuto un weekend molto intenso in quel di Falun (Svezia), dove sono andate in scena ben tre gare in tre giorni. In campo maschile Alexander Bolshunov ha dominato le prove distance, mentre Johannes Høsflot Klæbo è tornato prepotentemente in auge nella sprint. Fra le donne si sono distinte soprattutto Jessie Diggins e Linn Svahn. In casa Italia, pur senza alcun podio, si può sorridere guardando alla Coppa Sprint, dove Federico Pellegrino è uscito positivamente da una tappa ostica. Andiamo dunque ad analizzare quanto avvenuto nella nona puntata della rubrica “L’ululato del Bubo” in compagnia di Fulvio Valbusa, dove il campione olimpico di Torino 2006 dice la sua opinione senza peli sulla lingua.

Partiamo da Alexander Bolshunov, che non solo ha vinto la mass start a tecnica classica, ma ha anche messo in fila tutti i norvegesi nella gara a skating contro il cronometro. La Coppa del Mondo ormai è vinta, ma secondo te cosa ci possiamo aspettare da lui ai Mondiali? Saprà essere così dominante anche a Oberstdorf?
“Mi ha impressionato in entrambe le tecniche ed è ancora in una condizione atletica strepitosa, nonostante le fatiche del Tour de Ski. Secondo me ai Mondiali può andare a medaglia in tutte le gare, sprint compresa. Però dovrà decidere a quali competizioni partecipare, perché non credo possa prendere parte a tutte e sei. Chi troppo vuole nulla stringe e spero per lui che sappia essere intelligente, selezionando al meglio le prove nelle quali pensa di avere più chance di conquistare la medaglia d’oro. Tra l’altro non dimentichiamoci che spesso ai Mondiali ci sono atleti capaci di presentarsi completamente trasformati, quindi potrebbe trovarsi tra i piedi qualche avversario diverso dal solito che ha puntato tutta la stagione su una determinata gara”.

Passiamo a Johannes Høsflot Klæbo, che ha fatto il suo ritorno in Coppa del Mondo dopo due mesi. C’è chi ha enfatizzato parecchio le due sconfitte patite da Bolshunov nelle prove distance. Tu cosa ne pensi?
“Guarda, secondo me venerdì ha corso semplicemente per allenarsi! Del risultato nella 15 km a skating non gliene fregava niente! Tanto, la Coppa del Mondo ormai non la può più vincere, quindi perché avrebbe dovuto spremersi in quella gara? È partito tranquillo, si è fatto raggiungere da Bolshunov, dopodiché è sempre rimasto alle sue spalle, sciando bene e rilassato. Nella mass start non è andato poi così lontano dal battere il russo, dopodiché nella sprint di domenica ha messo in mostra una condizione stratosferica. A mio modo di vedere, se Klæbo arriva così ai Mondiali, nella sprint di Oberstdorf non ci sarà partita e tutti gli altri gareggeranno per l’argento. Valnes è forte, per carità, ma non l’ho visto al livello del connazionale. Aggiungo che mi è piaciuto Ustiugov, il quale da qui a un mese potrebbe crescere ancora e diventare un altro in grado di dare molto fastidio ai Mondiali”.

Capitolo Italia. Cosa ci dici dei risultati del weekend in campo maschile? Non sono arrivati podi, ma complessivamente credo si possa essere soddisfatti. Diversi piazzamenti di rilievo e soprattutto un Federico Pellegrino che guadagna punti sui russi in una gara teoricamente sfavorevole.
“Credo che Pellegrino abbia ipotecato la Coppa del Mondo sprint, anche perché a Ulricehamn avrà l’opportunità di allungare sia su Bolshunov che su Retivykh. De Fabiani ha fatto bene nella ‘sua’ gara, ovvero la 15 km mass start, dove ha ripetuto la prestazione della Val di Fiemme. Dopotutto, al Tour de Ski non c’erano i quattro norvegesi che si sono infilati tra Bolshunov e lui. Bene Salvadori, sta crescendo. Inoltre Rastelli ha dato un segnale di vita nella sprint. Le piste di Falun sinceramente non mi hanno convinto granché, non credo siano molto indicative in vista di Oberstdorf, ma quantomeno sono risultati che fanno bene al morale in vista dei Mondiali”.

Ecco, a proposito di Mondiali, il problema è che la 15 km in linea non c’è. Quindi, quali possono essere le prospettive di De Fabiani a Oberstdorf?
“La gara per lui potrebbe essere la 50 km mass start in alternato, a patto che abbia tante energie da spendere e i ritmi non siano sostenutissimi. Il problema per il DeFa è che vi arriverà con tanti chilometri nelle gambe. La 15 km a skating contro il cronometro è meglio che non la faccia, perché dovrà già partecipare a tutte le altre competizioni. Non saprei quali saranno le sue reali prospettive, molto dipenderà dalla condizione del momento”.

Passiamo alle donne. Diggins ha ribadito di essere la favorita per la conquista della Sfera di cristallo, allungando su Stupak e prendendosi il lusso di vincere una gara ‘vera’, cioè con tutte le più forti al via, nella giornata di venerdì. La Coppa del Mondo sta prendendo il volo verso l’America?
“Direi di sì, deve succedere davvero qualcosa di straordinario perché Jessie non conquisti la Coppa del Mondo. Confesso che mi sta stupendo, perché mi aspettavo un suo calo dopo il Tour de Ski, il quale invece non si sta verificando. Questa Stupak non mi sembra in grado di recuperare quasi 300 punti a questa Diggins. Riguardo alla statunitense tengo a esprimere un pensiero. Personalmente credo che venerdì avrebbe battuto Johaug anche se la norvegese non fosse stata costretta a frenare per la caduta di Karlsson. La pista non era certo adatta a Theresina e, in generale, a tutte le sue connazionali. Quindi, vittoria più che meritata”.

Ecco, hai tirato fuori l’argomento tracciati. Nell’ambiente la scelta delle piste per le mass start ha fatto parecchio discutere, ricevendo una marea di critiche. Come giudichi i percorsi del weekend?
“VERGONOSI! A Falun c’è un tracciato bellissimo, duro e tecnico, quello composto dal giro rosso e dal giro blu, dove si affronta la salita Mörarbakken. Proprio per questo non mi capacito della decisione di far gareggiare gli atleti su un anello assurdo da 2,5 km. Per inciso, una mass start da 15 km è ridicola. Le partenze in linea, se proprio ci devono essere, devono avere una distanza dai 20 km in su. A parte questo pensiero, hanno toppato alla grande. Di solito i giri da 2,5 km li fai quando vuoi che gli atleti passino più volte possibile dentro lo stadio a beneficio del pubblico. Ma quest’anno si correva giocoforza a porte chiuse! Io non capisco cosa gli sia venuto in mente. Stiamo rasentando la demenza! Le mass start sono state gare praticamente senza salita e infatti agli ultimi due chilometri sono arrivati in 50. Ti pare una pista degna da Coppa del Mondo? Dai, sono state gare che hanno fatto ridere i polli”.

Passiamo alle azzurre. Quali sono i tuoi pensieri?
“L’unica a non aver steccato è stata Lucia Scardoni, che nonostante nella sprint si sia qualificata per il rotto della cuffia, in batteria ci ha creduto fino in fondo ed è arrivata in semifinale come ripescata. Peccato non abbia ancora trovato l’acuto, perché le sue gare potevano essere la sprint della Val di Fiemme e proprio questa di Falun, con un arrivo del genere. Quantomeno sta disputando una stagione piuttosto regolare. Pur senza promuoverle, spezzerei comunque una lancia anche in favore di Caterina Ganz e Anna Comarella. La prima, se disputerà una qualificazione del genere ai Mondiali, dove partecipano solo quattro atlete per nazione, entrerà comodamente nelle batterie. La seconda è entrata in zona punti in una gara vera, con tutte le norvegesi al via, e non è un risultato da disdegnare”.

Un’ultima domanda. Massimiliano Ambesi ha recentemente sostenuto che è inaccettabile che lo sci di fondo non abbia un unico circuito cadetto, bensì una serie di circuiti minori tutti diversi gli uni dagli altri. Il punto è che vi è una disparità di livello tra di essi, che crea disparità in Coppa del Mondo. I giovani norvegesi e svedesi hanno gare formative di alto livello, mentre l’Opa Cup è di livello molto più basso. Cosa ne pensi?
“Bellissima idea! Questo sarebbe un metodo per far crescere tutti gli atleti, non solo i nordici. A questo punto si potrebbe fare una Coppa del Mondo B, magari con meno gare di quella “A”, che però metta subito a confronto scandinavi con il resto del mondo. Sarebbe una innovazione da promuovere il prima possibile nel contesto dello sci di fondo internazionale”.

ULULATO DEL BUBO – PUNTATE PRECEDENTI

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Foto: Davide Glatz

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