Sci di fondo
“Per Pellegrino un pareggio utile. Fra le donne si deve avere il coraggio di cambiare!” ‘L’ululato del Bubo’ con Fulvio Valbusa
La Coppa del Mondo di sci di fondo ha archiviato anche il weekend di Ulricehamn, dedicato esclusivamente agli sprinter. In campo maschile, Federico Pellegrino ha difeso 70 punti di vantaggio nella corsa alla Coppa sprint, raccogliendo peraltro un bel successo nella prova a coppie assieme a Francesco De Fabiani. Eppure per l’Italia non sono tutte rose e fiori. Perché? Andiamo ad analizzare quanto avvenuto in Svezia in compagnia di Fulvio Valbusa, nella decima puntata della rubrica di approfondimento “L’ululato del Bubo”.
Partiamo dal settore maschile e, ovviamente, parliamo di Federico Pellegrino. Alla fine sono stati guadagnati ‘solo’ 5 punti su Retivykh in un weekend favorevole. Si può essere soddisfatti nell’economia della Coppa sprint?
“Diciamo che Pellegrino ha ‘pareggiato in casa’. Però non dimentichiamoci che a Falun Chicco aveva ‘pareggiato in trasferta’, marcando 36 punti contro i 29 di Retivykh in un fine settimana teoricamente sfavorevole. Complessivamente, le gare svedesi hanno portato in dote 121 punti all’azzurro e 109 al russo, quindi va benissimo così. Tra l’altro la sprint di sabato non si era messa benissimo, perché sappiamo bene come Federico patisca lo schema tattico in cui è costretto a rilanciare di continuo. Infatti Ustiugov ha deciso di seguire una strategia kamikaze in finale, mettendosi a tirare come un asino. Alla fine non solo c’ha rimesso lui, ma ha anche tagliato le gambe a Pellegrino, il quale comunque ha fatto valere le sue qualità in un finale adattissimo alle sue caratteristiche. In generale, va bene così, perché difende 70 lunghezze di margine nella Coppa sprint, restando il grande favorito per conquistarla”.
Nella team sprint la Russia è stata fatta fuori dalla Finlandia in semifinale. Una sorta di vendetta trasversale per quanto accaduto dopo la staffetta di Lahti?
“No dai, non credo. Mi sono rivisto più volte le immagini e mi sembra assolutamente un contatto casuale, non c’è niente di intenzionale”.
Bubo, vorrei una tua opinione su quanto detto in diretta televisiva dallo stimato collega Franco Bragagna, che senza mezzi termini ha criticato Francesco De Fabiani e Maicol Rastelli per lo scarso impegno mostrato nella qualificazione della sprint. Tu cosa ne pensi?
“Sono assolutamente d’accordo con Francone. Sarò cattivo, ma a quel punto entrambi potevano anche fare a meno di mettersi il pettorale e partire. Le qualificazioni le ho guardate e, per atleti di quel livello, non esiste prendere 13-14 secondi nel contesto della Coppa del Mondo. Probabilmente soprattutto De Fabiani guardava alla team sprint del giorno dopo, però ragazzi che tristezza! In generale, è davvero lacrimevole pensare di arrivare ai Mondiali con tutte le speranze di medaglia concentrate su una gara e mezza. L’Italia è stata una nazione di vertice, mentre adesso si è ridotta a essere un Paese di seconda fascia. Io spero che a fine stagione si faccia una profonda riflessione in merito allo stato del nostro movimento, ma se ne parlerà più avanti”.
Passiamo al settore femminile. Weekend dedicato alle sprint piuttosto anonimo in casa Italia. Hai qualcosa da dire in merito, o preferisci stendere un velo pietoso?
“Ho tanto da dire, perché a questo punto non si può più essere politici e ignorare la realtà dei fatti. Nella prova individuale Greta Laurent ha disputato la sua solita gara, nel senso che ha superato le qualificazioni e poi si è arenata in batteria. Dopodiché domenica si è persa in mezzo a una nebbia fittissima. Credo sia ora di metterlo nero su bianco. Io non ritengo che Greta Laurent sia un elemento da team sprint, perché da inizio stagione non ha mai dimostrato di poter andare oltre le qualificazioni. La team sprint è una gara in cui si disputano tre frazioni separate da due minuti e mezzo. Lei non le regge, c’è poco da fare. La prima la tiene, nella seconda soffre e nella terza crolla. Siamo onesti per favore! Nelle semifinali di Ulricehamn è stata volata via da una tedesca che dopo una caduta era rimasta con uno sci solo! È stata un’autentica umiliazione. Se ai Mondiali non vogliamo arrivare ultimi, i tecnici devono avere il coraggio di cambiare. Piuttosto ritiriamo in ballo Ilaria Debertolis, oppure lanciamo una giovane. Sarà anche una mossa della disperazione, ma non vedo grandi alternative. Dopo il Tour de Ski, Greta si è presa una pausa di un mese dalla Coppa del Mondo solo per preparare Falun e Ulricehamn. Cosa ne è venuto fuori? Le peggiori gare in assoluto del suo inverno. Non ci siamo e, se la situazione è questa, bisogna avere il fegato di affidarsi a un altro elemento, perché lei patisce troppo questo format di gara”.
Senti, prima di chiudere vorrei due parole sul calendario. Una settimana buca e poi si va a Nove Mesto, subito a ridosso dei Mondiali. Che senso ha? Non sarebbe stato meglio gareggiare nel weekend del 13-14 e poi lasciare libero quello successivo?
“È assurdo che si vada in Repubblica Ceca, a 700 km da Oberstdorf, quando mancano quattro giorni a un Mondiale. Davvero una pazzia e non si può biasimare chi ha già deciso di non presentarsi. Non si può strutturare il calendario in questo modo, dai. Anche a Ulricehamn mancava mezzo mondo e non certo per colpa del Covid. Se la Fis non è in grado di valorizzare il proprio prodotto, chi lo deve fare? Anche per questo siamo in crisi di popolarità e credibilità”.
ULULATO DEL BUBO – PUNTATE PRECEDENTI
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Foto: Davide Glatz