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Tennis, Sinner-Travaglia ATP Melbourne 1: la sesta finale tutta italiana della storia. Statistiche e precedenti

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Jannik SinnerStefano Travaglia domani si giocheranno il trionfo nella finale dell’ATP Melbourne 1. Una sfida tutta italiana di grande spessore e che sicuramente regalerà emozioni a tutti gli appassionati del nostro paese. Non si tratta del primo evento di questo tipo nella storia.

La prima volta che si è disputato un derby italiano in una finale del circuito tennistico internazionale è stato nel 1971 tra Adriano Panatta e Martin Mulligan, quest’ultimo diventato a tutti gli effetti italiano nel 1968 dopo aver sposato una donna originaria del Bel Paese. Per la cronaca trionfò Panatta col punteggio di 6-3 7-5 6-1 in un torneo che faceva parte del gruppo cosiddetto D, quello di minor livello del Grand Prix.

Sempre Panatta, tre anni più tardi, sfidò a Firenze l’amico Paolo Bertolucci vincendo nuovamente. Nel 1976 a Bastad furono Corrado Barazzutti e Antonio Zugarelli a giocarsi il titolo con il successo di quest’ultimo. Barazzutti fu protagonista di un altro duello “fratricida” nel 1980 a Il Cairo contro Bertolucci ma in questo circostanza fu proprio lui a vincere.

Nella storia dei derby italiani nelle finali dei tornei del massimo circuito del tennis mondiale deve essere inserita la sfida tra Claudio Pistolesi e Francesco Cancellotti del 1987, con il tennista romano che si impose a Bari col punteggio 6-7 7-5 6-3. A chiudere questa particolarissima classifica il match tra Claudio Panatta e Massimiliano Narducci con il marchigiano che nel torneo di Firenze si impose 3-6 6-1 6-4.

SinnerTravaglia sono pronti a scrivere una nuova pagina della nostra storia. Un derby azzurro nella finale di un torneo del massimo circuito manca da ben 33 anni. I due non si sono mai affrontati e se per il marchigiano si tratta della prima finale della storia, il 19enne nativo di San Candido nella scorsa stagione ha trionfato a Sofia. Sulla carta è il numero 36 del mondo a partire favorito ma in match così particolari sono tantissimi i dettagli a poter fare la differenza, uno su tutti la capacità di gestire la pressione.

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Foto: Lapresse

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