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Australian Open 2021: Matteo Berrettini, un set da brivido e poi in scioltezza. Kevin Anderson superato in poco più di due ore
Matteo Berrettini si qualifica per il secondo turno degli Australian Open 2021, portandosi in quella zona dalla quale potrà iniziare a guadagnare punti in caso di avanzamento nel torneo. Il romano, numero 10 del mondo e 1 d’Italia, supera con il punteggio di 7-6(9) 7-5 6-3 il sudafricano Kevin Anderson, piegato dopo 2 ore e 23 minuti. Match, quello odierno, non semplice, data la tendenza dell’ex finalista Slam a non far giocare troppi scambi, ma andato sempre più sui binari di Berrettini col passare del tempo, soprattutto dopo gli otto set point salvati nel primo parziale. Al secondo turno ci sarà il ceco Tomas Machac, che ha vinto il suo primo incontro in uno Slam battendo lo spagnolo Mario Vilella Martinez, che si è ritirato nel corso del quarto set.
Che la sfida abbia molto a che giocarsi sul servizio è fatto noto, ma quando si tratta di entrare nello scambio, almeno nelle prime fasi, Berrettini riesce a essere superiore ad Anderson. L’azzurro, non per caso, è il primo ad avere una palla break nel terzo game, subito cancellata dal sudafricano due volte finalista Slam. Il romano vince 16 punti di fila al servizio, ma i successivi tre che perde sono pesanti, quelli sul 5-4 Anderson. Nessuna paura, però, per il numero 1 d’Italia: servizio e dritto e due ace, di cui il primo a 220 km/h, prima di tenere d’autorità la battuta. La situazione si ribalta pochissimi attimi dopo: 0-30, poi doppio fallo del sudafricano e due palle break. Sulla prima c’è poco da fare, ma sulla seconda la discesa a rete di Berrettini è scriteriata, con Anderson che passa di dritto.
Si arriva così al tie-break, che sembra decidersi quando il sudafricano entra con il dritto in risposta per il 4-3 e servizio. Arrivano altri tre set point: due li annulla Berrettini col servizio, sul terzo il nastro si porta via il dritto di Anderson. L’azzurro non trova il campo tentando il passante lungolinea con l’avversario a rete, poi annulla il settimo set point con un ace, procurandosi poi il suo con la risposta sbagliata dall’ex finalista di Wimbledon con il dritto, proprio quello stesso colpo che Berrettini mette in rete. Altro errore di Anderson, altro ace di Berrettini, 10-9. Il sudafricano si lancia male la palla sulla seconda, l’azzurro lo vede e stavolta è spietato col dritto, portando a casa in un’ora e poco più il durissimo parziale per 11-9.
Il secondo set si apre con i due che non smettono di incidere fortemente con i rispettivi colpi di inizio gioco, tant’è che fino al 4-3 per Berrettini non succede nulla di realmente interessante. L’ottavo gioco arriva ai vantaggi, con l’azzurro che riesce a incidere un pochino di più in risposta, ma non ad arrivare a palla break. Anche Anderson arriva sul 30 pari, ma di più non può fare. Sul 6-5, però, tutto accade nello stesso momento: tre disastri consecutivi del sudafricano, uno con lo smash e due da fondo, consegnano altrettanti set point al numero 10 del mondo, che approfitta di un nastro fortunato che spiazza Anderson a rete. Costretto a giocare una cosa che non è uno smash né nient’altro, quest’ultimo si espone al dritto dell’italiano, che lo passa facilmente e si porta a casa il 7-5.
Anche l’inizio del terzo set vede Berrettini prendere meglio il via, dal momento che riesce a salire sul 2-1 30-30 con Anderson al servizio, approfittando poi di un dritto del sudafricano che se ne va per portare il game ai vantaggi e, poco dopo, sul vantaggio avverso, trovare il punto più bello del match. Bastano un tweener-lob e un passante di dritto per far saltare sulla sedia i presenti alla Margaret Court Arena. Un paio di errori di Anderson, di cui uno banale con la volée di dritto, rimandano Berrettini in zona interessante sul 4-3 0-30. Il sudafricano recupera, ma si vede giungere una violenta risposta di dritto dell’italiano sulla riga: palla break, cancellata con una prima esterna vincente. Di chance ne arriva un’altra, con il servizio seguito dal dritto a neutralizzarla. Anderson, subito dopo, ne sbaglia uno più semplice, e subito dopo viene raggiunto da una palla in posizione complicatissima per la volée di dritto, che non supera la rete. Berrettini va a servire così per il match, e di problemi ne ha ben pochi per chiudere la questione.
Con statistiche piuttosto simili su tutto l’arco del match (76% di prime in campo per entrambi), sono però due i numeri a differenziarsi: 89% di punti vinti sulla prima per Berrettini contro il 72% di Anderson, un saldo vincenti-errori gratuiti notevolmente differente (36-29 per il sudafricano, 45-15 per l’italiano).
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Foto: LaPresse