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Vela
Prada Cup, Ineos potrebbe imitare il modo in cui Luna Rossa utilizza i foil in manovra
Mentre lo scontro sulla ripresa delle regate e il nuovo calendario tengono banco a terra, le barche continuano a uscire e ad allenarsi. È chiaro che oramai siamo a un scontro con Luna Rossa contro tutti, e questo la dice lunga sul timore che la barca italiana possa continuare a vincere, non solo nella Prada Cup: è un gioco di logoramento psicologico. Sapevamo già a dicembre che ne avremmo viste delle belle, ma come spesso è successo nella Coppa America la fantasia ha superato la realtà. Se il primo stop alle regate deciso domenica era dovuto al livello 3 imposto dal governo, ora che il livello di allerta è sceso a 2 (e non cambierà fino a lunedì) le regate si potrebbero disputare senza pubblico in mare e villaggio chiuso. Come abbiamo visto, per esempio, agli Australian Open iniziati con il pubblico che poi è rimasto fuori dalle tribune. È qui che l’Ace, l’ente commerciale che gestisce la Coppa, è intervenuto per chiedere di rivoluzionare il calendario spostando tutto di una settimana, mentre il Cor, che organizza la parte sportiva, ritiene che si possa riprendere nel fine settimana con la precauzione delle porte chiuse. Il calendario, con i suoi giorni di riserva, con la regola che comunque la Prada Cup debba finire inderogabilmente il 24 febbraio, è stato concordato con il Defender, non unilateralmente dal Challenge of Record, quindi certi attacchi sono pretestuosi. Tra le notizie che arrivano da Auckland ce n’è una che va esattamente nella direzione contraria di chi non vorrebbe far tornare Luna Rossa Prada Pirelli Team e Ineos Team Uk in mare: il Royal New Zealand yacht Squadron, lo yacht club del Defender, giovedì sera riprende le regate di circolo.
Aspettando di vedere come finirà, torniamo sugli aspetti tecnici che hanno permesso a Luna Rossa di portarsi sul 4 a 0. Non sono solo modifiche alle appendici, all’albero, al software e alle vele. Il segreto, relativo perché è sotto gli occhi di tutti, è il modo in cui il team italiano porta la barca. Si è visto in tutte e quattro le regate che Luna Rossa guadagna ad ogni virata perché stringe subito il vento e riprende la velocità target più velocemente.
Lo ha spiegato bene lunedì Silvio Arrivabene nella mia intervista di sail2u.tv. Come si è visto in certe analisi video pubblicati nei canali Youtube specializzati, sulla barca italiana c’è un modo diverso nella gestione dei foil che salgono dall’acqua. Il meccanismo che solleva i bracci è uguale per tutti, è un pezzo one design realizzato dai neozelandesi. È quello che tanti problemi ha dato a Ineos nelle regate World Series e su cui sicuramente i neozelandesi (rientra nei compiti di fornitori del pezzo) hanno aiutato gli inglesi. Tutti i team comunque hanno denunciato che quel pezzo fornito dal Defender non sia stato realizzato in modo proprio ineccepibile. Tra le richieste fatte ai neozelandesi, in fase di progetto e costruzione del pezzo, c’era stata quella di garantire la velocità di funzionamento, sembrava che alzare il braccio in tre secondi fosse fondamentale. Luna Rossa, invece, ci ha fatto vedere che sollevare il foil dall’acqua nel minor tempo possibile non è così importante, anzi. Se la barca del Circolo vela Sicilia dopo le virate mantiene una modalità alta e perde meno velocità è dovuto proprio a quello. Il braccio che dopo la virata si deve sollevare dall’acqua sale più lentamente e soprattutto non esce completamente dall’acqua, diventando come una deriva supplementare che limita lo scarroccio: oggi si dice fa più grip. Questo ha anche un aspetto negativo, perché quella parte immersa più a lungo può avere un effetto controproducente in termine di resistenza idrodinamica, ma evidentemente i vantaggi sono superiori agli svantaggi.
Anche indugiare con entrambi i foil immersi nei giri di boa sembra essere una modalità vincente: maggiore stabilità di manovra che nella gestione generale della regata ha dimostrato il suo perché. Alcune di queste manovre sono state messe a punto prima con il simulatore, ma non sono state improvvisate, e ad ogni regata sono state gestite in modo sempre più efficiente. Ora bisogna vedere se la sosta può servire a Ben Ainslie e i suoi uomini per imitare questa gestione dei foil in manovra: non è scontato, perché non sono cose che si improvvisano, certo una settimana in più per provarci può diventare pericolosa per Luna Rossa. Se invece andiamo a vedere la regata delle famose 34 virate, si potrebbe dedurre che in un match race serrato il diverso sistema dei grinder inglese con solo sei energumeni che girano sempre in spinta non è più efficiente di quello italiano con i tradizionali otto. Insomma, non sempre quello che può sembrare un punto di forza poi si rivela tale, soprattutto perché questi AC75 volanti sono macchine tutte da scoprire.
Stefano Vegliani
Foto: Luna Rossa Press