Seguici su

Editoriali

Sci alpino, la stella polare Marta Bassino. Prossima frontiera lo slalom, poi la Coppa del Mondo

Pubblicato

il

Diciamolo francamente: non si stava di certo mettendo bene per l’Italia ai Mondiali di sci alpino. Tutto in realtà era iniziato una settimana prima dell’evento, con l’infortunio che aveva messo fuori dai giochi Sofia Goggia, favorita n.1 per la discesa (e probabilmente anche per il superG su una pista a lei molto favorevole come l’Olympia delle Tofane). Grandi speranze erano poi riposte in Dominik Paris, fermatosi ai piedi del podio in discesa a causa di un errore nel tratto più tecnico della Vertigine. Sfogliando la margherita, non rimanevano così tante occasioni per portare a casa una medaglia, per di più d’oro.

Le speranze principali erano però riposte in Marta Bassino (e in Federica Brignone), sia per il parallelo odierno sia, soprattutto, per il gigante di giovedì. Ha ragione Marta ad affermare che “mi sono tolta un peso. I giornalisti iniziavano a chiedermi come mai non arrivassero medaglie nei Mondiali di casa“. La pressione rischiava di schiacciare le azzurre, soprattutto in vista della gara clou della rassegna iridata.

Oggi Marta Bassino, per sua stessa ammissione, ha vinto con un pizzico di fortuna. Un oro mondiale è per sempre. Un titolo iridato che potrebbe andare ad abbinarsi alla probabile vittoria nella Coppa del Mondo di gigante, specialità in cui la piemontese ha letteralmente dominato la stagione con ben quattro affermazioni. Quando, a fine 2021, tireremo le somme sui migliori sportivi azzurri dell’anno, di sicuro non mancherà la 24enne di Borgo San Dalmazzo. Ha sfatato un lungo tabù che durava da ben 24 anni, proprio la sua età: tanto ha dovuto attendere l’Italia per festeggiare un nuovo oro iridato in campo femminile.

La portacolori del Bel Paese è una sciatrice elegante e dotata di una tecnica sopraffina. In gigante riesce a deliziare con dei raggi di curva straordinari ed impressiona in particolare per la naturalezza con cui vi riesce. Talento annunciato sin da ragazzina (nel 2014 fu oro ai Mondiali juniores in gigante davanti alla connazionale Karoline Pichler, che purtroppo ha avuto meno fortuna nella sua carriera), Bassino negli anni è cresciuta con gradualità, allargando gli orizzonti e diventando una polivalente a tutti gli effetti. In Coppa del Mondo vanta almeno un podio in ben cinque specialità: gigante, superG, discesa, parallelo e combinata. La prossima frontiera si chiama slalom, disciplina verso cui la piemontese ha mostrato una certa attitudine. Se diventasse competitiva anche tra i rapid gates, allora la Coppa del Mondo generale diventerebbe in automatico un obiettivo concreto.

Se Federica Brignone e Sofia Goggia vivono il periodo della maturità delle rispettive carriere, Marta Bassino è invece ancora molto giovane ed arriverà alle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 ancora 29enne. Sarà la punta di diamante di una squadra che, viste le premesse, si annuncia estremamente competitiva, con tante giovani che si stanno facendo rapidamente largo come le sorelle Nadia e Nicol Delago o Laura Pirovano. Di sicuro dovrà lavorare, e non poco, sull’atavico tallone d’Achille della mancanza di scorrevolezza sui piani, dove paga dazio nei confronti delle più potenti avversarie a causa di un fisico più minuto.

Ad ogni modo, il Mondiale non si è ancora concluso. Con la leggerezza di un oro già in cassaforte, l’azzurra potrà affrontare la ‘sua’ gara con rinnovate ambizioni. Quest’anno in gigante si è rivelata la migliore in assoluto, a volte persino una o due spanne sopra le avversarie. L’insidia principale è però rappresentata dalla pista: sull’Olympia delle Tofane andrà in scena una gara poco tecnica, con diversi tratti dove servirà anche saper far correre gli sci. Peraltro incute timore l’americana Mikaela Shiffrin, presentatasi letteralmente tirata a lucido in questa rassegna iridata. Marta Bassino ha però tutte le carte in regola per dare l’assalto ad una doppietta d’oro leggendaria, che le consentirebbe di affiancarsi ad un mito come Deborah Compagnoni (che vinse due titoli a Sestriere 1997).

Foto: Lapresse

Pubblicità

Dalla Home

Pubblicità

Facebook

Pubblicità