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America’s Cup, Max Procopio: “Luna Rossa-New Zealand? 50-50. E’ iniziato il teatro delle provocazioni”

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Ancora una settimana e sarà finalmente tempo di America’s Cup. Luna Rossa affronterà i temibili Defender di Emirates Team New Zealand per realizzare un’impresa mai riuscita all’Italia: portare la Vecchia Brocca nel Bel Paese. Oggi si è scatenata una vera e propria guerra psicologica, ad essere onesti a senso unico, perché Luna Rossa sta mantenendo le distanze dalle provocazioni, come già accaduto con i britannici di Ineos Team UK. Il portale Stuff ha ritenuto la compagine italiana “fortunata“, mentre Ray Davies, membro dei Kiwi, ha affermato che “ci basterebbe pareggiare le partenze“. Insomma, dall’altra parte del mondo sembrano molto sicuri dei propri mezzi, a tal punto che sono già avviate le trattative per svolgere la prossima edizione a Dubai, con il ruolo di Challenger of Record ricoperto da Ineos Team UK. Toccherà a Luna Rossa provare a rovinare i piani dei padroni di casa.

Come valutare queste punzecchiature nei confronti del Team Prada Pirelli? Ne abbiamo parlato con Massimo Procopio, uno degli eroi del Moro di Venezia che vinse la Louis Vuitton Cup nel 1992: “Paura sicuramente i neozelandesi non ne hanno. Sono un team solido e forte, che ha sempre trovato soluzioni molto avanzate per essere veloce in acqua. Hanno lo svantaggio di essere l’unica barca del Paese. Nel 1992 ci fu una selezione tra gli Yacht Club statunitensi per difendere la Coppa America, si chiamava Citizen Cup. Questo dava la possibilità di svolgere delle regate vere. I neozelandesi invece sono soli. Puoi allenarti quanto vuoi anche con il gommone, ma poi la regata vera mette una pressione diversa. In generale si tratta di dichiarazioni che, in questa fase, si possono fare o non fare. E’ una sorta di guerra di nervi. Ogni giorno ci sono le spie che si controllano tra le squadre. Fa parte del grande teatro che è la Coppa America“.

L’ex-velista calabrese ricorda poi altri curiosi aneddoti dell’edizione di trent’anni fa: “Noi nel 1992 con il Moro siamo stati i primi a montare una randa in carbonio. Uscivamo alle 4.00 del mattino, andavamo in bassa California a provarla, lontani da occhi indiscreti. La Coppa America è costellata di questi aspetti. Ai nostri tempi c’erano gli elicotteri che venivano sulla tua testa e rimanevano un quarto d’ora a scattare foto. I neozelandesi, prima della finale di Louis Vuitton Cup, uscirono in mare con un pontone, una barca molto larga, e si misero a ballare l’haka davanti a noi“.

Team New Zealand sembra molto sicura dei propri mezzi. Lo sarebbe stata anche qualora avesse trovato Ineos come avversaria al posto di Luna Rossa? “I dati dei tuoi avversari li puoi misurare, anche se non puoi avere la certezza assoluta. Anche se i neozelandesi fossero sicuri di essere perdenti, di certo non lo direbbero. L’atteggiamento sarebbe questo, l’ostentare sicurezza fa parte del gioco. Di solito loro non vanno mai molto sopra le righe, come Luna Rossa d’altronde“, il pensiero del quattro volte campione del mondo (nelle seguenti classi: Maxi nel 1990, 50’, America’s Cup nel 1991 e di nuovo Maxi nel 2001).

Ma allora, secondo Massimo Procopio, chi vincerà la Coppa America?Io vedo un 50 e 50. Luna Rossa è una barca allround, è stata competitiva con poco vento perché gli altri erano un po’ ‘scarsi’ in quelle condizioni. Ma anche nelle regate con più vento ha fatto bene. Ricordo che recuperò tantissimo di bolina anche nell’unica sconfitta con gli inglesi nella finale di Prada Cup. Quelle regate hanno affinato la tecnica e tutto il resto. Sarà uno scontro ad altissimo livello. Al momento non vedo un 7-0 per i Kiwi. Da osservatore indipendente assegno un 50% a testa. Luna Rossa ha dimostrato il proprio valore, i neozelandesi lo dovranno dimostrare. Se lo faranno, tanto di cappello“.

In questi giorni si è discusso molto delle ipotetiche velocità supersoniche che Te Rehutai sarebbe in grado di raggiungere (qualcuno parla addirittura di 62 nodi). Eppure le regate svolte sin qui hanno dimostrato che non è semplice effettuare dei sorpassi per chi si trova ad inseguire, come ci ha spiegato Procopio: “Non vorrei sbagliare ma, fino ad oggi, chi ha girato davanti alla prima boa di bolina in una regata che è stata portata a termine, poi ha anche vinto. Deve essere proprio tanta la differenza di velocità tra le barche per poter fare un sorpasso. Adesso non vale più neanche il discorso della poppa: prima con le barche tradizionali il vento ti arrivava da dietro e chi inseguiva poteva avere un vantaggio. Invece adesso sei sempre sull’apparente anche in poppa. Inoltre se la barca che insegue è vicina, ha il disturbo dei foil della barca davanti. Se chi conduce riesce a frapporsi sempre tra la boa e chi insegue, è difficile sorpassare. E’ chiaro che le partenze saranno determinanti e Luna Rossa ha sempre fatto bene in questo fondamentale“.

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Foto: Luna Rossa Press

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