Formula 1
F1, test Bahrain 2021: Red Bull sfida Mercedes, incognita Ferrari
Cala il sipario sulle tre giornate di test che precedono l’inizio del Mondiale di F1 2021, previsto il 28 marzo dal Bahrain International Circuit. La località araba, sede scelta per i primi chilometri della nuova stagione, ha visto team e piloti al lavoro nelle poche ore a disposizione che precedono il campionato. Una sola macchina ha limitato l’impegno in pista dei piloti che si sono dovuti alternare nelle ore in programma sulla medesima monoposto.
Come sempre è difficile dare dei giudizi definitivi al termine di tre giornate in cui non conosciamo i programmi, il lavoro svolto e soprattutto i carichi di benzina con cui i piloti hanno registrato i tempi. Resta tutto nell’ombra e solo tra due settimane scopriremo i reali valori in campo in un circuito più veritiero dell’Albert Park (Australia).
Nella periferia di Manama sono due le vetture che hanno sorpreso per vari motivi: la Red Bull e la Mercedes. Come da pronostico, le due principali forze del Mondiale si sono confermate nel deserto arabo nelle tre giornate a disposizione. La casa austriaca si è mostrata perfetta nelle sessioni in programma. Il messicano Sergio Perez e l’olandese Max Verstappen hanno svolto un lavoro impeccabile con una vettura che di fatto è l’evoluzione dell’auto che ha vinto l’ultimo atto del 2020 in quel di Abu Dhabi.
Mercedes si è tolta la soddisfazione di registrare il miglior crono al termine della seconda giornata con Valtteri Bottas, una sorta di risposta alla prestazione di Verstappen nel pomeriggio di venerdì e della domenica sera. Il finnico ed il britannico Lewis Hamilton non hanno avuto vita facile a gestire il nuovo mezzo tedesco che ha riscontrato dei problemi al cambio nella prima giornata.
La monoposto teutonica si è rivelata molto nervosa in diverse occasioni e sembra non aver mostrato tutte le carte sul passo gara. Da segnalare i parecchi errori di Hamilton. Il sette volte campione del mondo è finito nella sabbia nella mattinata di sabato prima di perdere il controllo nell’ultimo settore del tracciato nel turno notturno di ieri. Il pilota inglese ha mostrato alcune difficoltà nel gestire la sua Mercedes in svariati punti della pista ed in differenti situazioni. Anche nel giro secco si sono viste delle difficoltà, specialmente in curva 4.
La risposta l’avremo solo il 28 marzo, ma sembra che tra le due formazioni ci sia un gap minore rispetto alla chiusura della passata stagione.
Non si sono nascoste le McLaren e l’Alpine. La prima, grazie all’australiano Daniel Ricciardo, ha firmato il miglior crono venerdì e sabato mattina con un piccolo scarto sullo spagnolo Fernando Alonso. L’alfiere del marchio francese ha mostrato un discreto passo, mentre la casa di Woking sembra nascondersi per sulla simulazione della corsa.
Bene anche Alfa Romeo ed AlphaTauri anche se tutti i risultati devono essere presi con molta cautela non conoscendo i programmi delle squadre ed i carichi di benzina utilizzati. La prima delle formazioni citate ha lavorato al lungo con il finnico Kimi Raikkonen ed il nostro Antonio Giovinazzi. La coppia ha compiuto più di 200 passaggi in due giorni senza mostrare alcun problema tecnico. Anche AlphaTauri è apparsa molto competitiva con il giapponese Yuki Tsunoda ed il francese Pierre Gasly, anch’essi competitivi per tutti i test in varie condizioni.
E la Ferrari? Il monegasco Charles Leclerc e lo spagnolo Carlos Sainz hanno espresso la loro soddisfazione al termine dei tre giorni di prove. La Rossa ha lavorato molto con un programma che ha accantonato la prestazione sul giro per privilegiare il passo gara. I due alfieri della compagine di Maranello non hanno convinto sulle simulazioni effettuate, ma tutto può essere facilmente ribaltato con l’inizio del Mondiale.
La tranquillità mostrata dagli uomini Ferrari lascia molta speranza nell’attesa dell’avvio di un campionato lunghissimo che si snoderà in 23 prove.
Il tempo delle prove e delle parole è finito, la pista è pronta a sancire i veri verdetti che tutti aspettiamo dopo tre intense giornate di giri tra il vento e la sabbia del deserto del Bahrain.
Foto: LPS/DPPI/Antonin Vincent