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NBA, cambiano il protocollo sanitario: niente quarantena per i vaccinati a contatti con un caso Covid, apertura ad amici e cene

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La NBA continua a dimostrarsi una delle associazioni sportive più all’avanguardia nella lotta contro il Covid-19. Quest’estate la lega dei giganti è stata fra le prime a riprendere le attività, riuscendo a mandare in porto la stagione grazie alla bolla costruita a Disneyworld in cui si sono registrati zero contagi fino al termine della stagione 2019/2020.

Negli ultimi giorni l’associazione guidata da Adam Silver è tornata agli onori della cronaca poiché sta facendo vaccinare anche addetti ai lavori e giocatori stessi, con i New Orleans Pelicans di Zion Williamson e del nostro Nicolò Melli come una delle prime squadre a percorrere questo passo. Ma nella giornata di oggi la NBA ha varato anche un cambio di protocollo sanitario ad hoc per tutti i giocatori che hanno ricevuto la seconda dose di vaccino da almeno due settimane e per le squadre dove l’85% dei giocatori e la stessa percentuale dello staff sono vaccinati. 

A risaltare all’occhio è in primis l’addio alla quarantena preventiva semmai un soggetto si scopre a contatto con una persona affetta da Covid-19. Per loro c’è anche il termine di una vita ‘monacale’: la famiglia, gli amici ed altri ospiti potranno avere contatti con i giocatori stesso senza aver necessario bisogno di tampone o di registrarsi assieme alla squadra, possono cenare nei ristoranti mentre si può tornare ad un normale lavoro di recupero fisico in caso di infortuni, con un allenatore o un terapista vaccinato che può andare a casa del giocatore senza problemi.

Per l’intera squadra c’è l’addio alle mascherine durante le fasi di allenamento e possono compiere un viaggio in aereo senza problemi, con i pasti a loro serviti senza alcun problema e una maggiore flessibilità nei movimenti. In pratica, la NBA sta piano piano tornando verso la normalità. Se non per il pubblico, almeno per i giocatori che possono scendere in campo senza pensare ad eventuali problematiche legate al Coronavirus.

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Foto: LaPresse

 

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