Formula 1
F1, il gioco psicologico di Lewis Hamilton. Il ritornello della Red Bull favorita non regge…
Lewis Hamilton non lo scopriamo certo oggi. Il nativo di Stevenage è nel mondo della Formula Uno sin dal lontano 2007, dopotutto. I suoi numeri lo precedono. Sette titoli, quasi 100 vittorie e pole position sono il condimento giusto di una carriera da leggenda che, va ricordato, sta continuando a impreziosire gara dopo gara. Tra le sue innumerevoli qualità, oltre a doti di guida da fuoriclasse assoluto, il sette volte campione del mondo in una cosa è pressoché imbattibile: spostare la pressione sulle spalle dei rivali.
Non ci sono dubbi, in quell’aspetto è davvero chirurgico. Quasi come quando affronta il tentativo decisivo nel corso della Q2 del sabato. Non gli è occorso molte volte nel corso degli ultimi anni, visto lo strapotere suo e della sua vettura, ma quando se ne è presentata l’occasione, i “giochi mentali” messi in atto dal portacolori della Mercedes hanno sortito l’effetto sperato. Distruggendo, o quasi, gli avversari. Ve lo ricordate? I primi anni con Nico Rosberg hanno visto il tedesco soccombere in maniera impietosa nel confronto diretto, messo all’angolo del ring in maniera inesorabile.
Solamente nel 2016 il figlio di Keke ha saputo tenere testa a Lewis, vincendo il titolo ma, contemporaneamente, finendo l’annata svuotato sotto ogni punto di vista, soprattutto sul fronte mentale. Dopo quell’intenso corpo a corpo in salsa Mercedes, Hamilton ha messo ko Sebastian Vettel e la Ferrari, ed i cocci sono ancora in fase di recupero tra Heppenheim e Maranello, mentre il suo compagno di squadra Valtteri Bottas non ha richiesto nemmeno questa necessità per il classe 1985.
Quest’anno, invece, la Red Bull ha nuovamente solleticato l’ego del Re Nero. La RB16B ha impressionato sin dal primo giro dei test pre-stagionali di Sakhir, ed il Gran Premio del Bahrain ha confermato tale assunto. il pilota inglese ha quindi capito che fosse giunto il momento per tirare nuovamente fuori dalla sua faretra qualche “freccia” acuminata. Dichiarazioni qua e là nelle quali, in un elogio delle cosiddette “mani avanti”, ha spostato tutta la pressione sul team di Milton Keynes e Max Verstappen. Definendoli superiori (per circa 3-4 decimi) e parlando dell’olandese in maniera entusiastica a livello di guida. I primi effetti si sono visti nella gara di Sakhir, con la Red Bull che ha mancato una grande occasione (con una vettura più performante), perdendosi anche nel momento clou, proprio quello del corpo a corpo con il Re Nero, fino ad arrivare al venerdì di Imola.
Già ieri, però, la conferenza stampa del Gran Premio dell’Emilia Romagna di ieri aveva messo in mostra il solito Lewis sorridente e sornione. Pronto a eleggere la Red Bull come grande favorita anche in riva al Santerno, salvo poi, nelle prime due sessioni di prove libere, mettere in scena una W12 di nuovo ad alti livelli, dopo i balbettii nel deserto del Bahrain. La guerra è ufficialmente lanciata, dunque. Quest’anno non c’è da scherzare contro rivali simili, e il campione inglese lo sa benissimo, e lo sta mettendo in atto sia dentro, sia fuori la pista. Max Verstappen è avvertito!
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