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MotoGP, la Suzuki fa paura. Mir e Rins insolitamente veloci sul giro secco. E in gara…

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In casa Suzuki si sapeva come fosse importante attendere pazienti dopo la doppietta di Losail. La pista qatariota non si addice alle caratteristiche della moto di Hamamatsu, con il lunghissimo rettilineo del traguardo che mette in evidenza il gap di potenza del motore della GSX-RR di Alex Rins e Joan Mir. Nonostante questa consapevolezza, il team nipponico ha fatto vedere buone cose anche tra GP del Qatar e GP di Doha, con il campione del mondo che ha gettato alle ortiche una piazza d’onore all’esordio per colpa di un errore all’ultima curva di gara-1.

I due portacolori della Suzuki, quindi, attendevano con ansia il Gran Premio del Portogallo. Il tracciato di Portimao, infatti, si addice in maniera molto più importante alla moto tinta di blu. Le due sessioni di prove libere lo hanno evidenziato in maniera netta. Joan Mir, dopotutto, chiude la sua prima giornata di lavoro sul tracciato lusitano (spettacolare con il suo mix tra curve mozzafiato e sali-scendi spettacolari) con il tempo tempo complessivo in 1:40.285 a 419 millesimi da uno scatenato Francesco Bagnaia. Alex Rins, invece, è quarto, dunque in scia al compagno, con 43 millesimi di differenza.

Un ottimo inizio di weekend portoghese per i due piloti della Suzuki. Un aspetto di capitale importanza per due motivi: in primo luogo perchè non sempre capita alle moto di Hamamatsu di farsi trovare pronte già dal venerdì; in secondo luogo perchè oggi le GSX-RR hanno davvero impressionato.

Sappiamo già da tempo come le di Alex Rins e Joan Mir siano eccezionali nel comportamento con gli pneumatici e, di conseguenza, sappiano eccellere in gara. Sul giro secco, invece, hanno spesso messo in mostra lacune. Nei time attack di oggi no. Per nulla. Le sue Suzuki hanno sfidato le rivali occhi negli occhi. Fatta eccezionale per il giro “monstre” di “Pecco” Bagnaia, tutti gli altri sono li vicini. Anzi dietro. Un bel monito per i rivali. La Suzuki c’è, come c’era un anno fa. La missione è chiara: tornare alla vittoria, sfruttando un tracciato ideale.

Credit: MotoGP.com Press

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