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MotoGP, con Jerez arrivano le piste preferite di Valentino Rossi. Un’occasione per svoltare

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L’inizio di stagione di Valentino Rossi è stato davvero pessimo. Dodicesimo nel Gran Premio del Qatar nonostante fosse riuscito a scattare dalla quarta casella sfruttando il traino di Francesco Bagnaia nella giornata di sabato, addirittura sedicesimo nel GP di Doha dopo aver incassato la peggior prestazione di sempre in qualifica, infine la caduta di Portimao, proprio quando aveva trovato un passo decente dopo essere partito dalle retrovie. Insomma, un trittico orribile fotografato perfettamente dalla posizione del Dottore nella classifica iridata, dove attualmente ha alle sue spalle solamente i due centauri del team Ktm Tech3 e Lorenzo Savadori.

In realtà, il principio di 2021 fa seguito alla brutta seconda parte di 2020. Lo testimonia il fatto che il quarantaduenne di Tavullia abbia mancato la top-ten nelle ultime nove gare a cui ha preso parte. Dal Gran Premio di Emilia Romagna dello scorso anno, il bilancio parla infatti di tre dodicesimi posti, un arrivo fuori dalla zona punti e cinque ritiri, di cui ben quattro causati da cadute. Si tratta di una sequenza negativa senza precedenti nella lunghissima carriera del numero 46 per antonomasia, che in precedenza non aveva mai chiuso fuori dai primi 10 più di tre GP consecutivi.

Come se non bastasse, per Valentino non ci sono alibi per giustificare queste scadenti prestazioni. La Yamaha è indiscutibilmente competitiva, come dimostrato dal fatto di aver vinto ben sei delle nove gare di cui sopra e di essere stata portata al successo da tre centauri diversi. Per di più, la Casa di Iwata è ancora imbattuta in questo 2021. Peraltro non regge neppure la scusante delle presunte difficoltà del Team Petronas, perché Franco Morbidelli, dopo aver faticato a Losail, si è prontamente ripreso in Portogallo, dove ha concluso quarto a un passo dal podio. Dunque, se Rossi in questo momento fatica è solo ed esclusivamente perché non riesce a essere all’altezza dei suoi compagni di marca.

Sempre più addetti ai lavori sono pessimisti in merito alle possibilità di ripresa del Dottore. Jorge Lorenzo ha puntato l’indice sul fatto che il tavulliese sia troppo poco reattivo sulla moto, fatto che gli costerebbe diversi decimi in ogni giro. Marco Melandri, invece, ritiene che il problema principale sia rappresentato da uno stile di guida ormai superato, che non permette al sette volte Campione del Mondo della classe regina di sfruttare adeguatamente le attuali gomme. Eppure, su un punto tutti concordano. Prima di emettere una sentenza definitiva bisognerà aspettare qualche settimana, poiché stanno per arrivare le piste preferite di Valentino.

Domenica si corre a Jerez de la Frontera, dove Rossi ha vinto 9 volte, proprio come al Mugello, dove si andrà a fine maggio. Dopodiché, il 6 giugno, ci sarà Barcellona, tracciato su cui il Dottore ha trionfato in ben 10 occasioni, esattamente come ad Assen, programmato al termine del mese di giugno. Non dimentichiamoci che l’unico podio del 2020 è arrivato proprio a Jerez, mentre al Montmelò il tavulliese ha perso una piazza d’onore ormai in ghiaccio a causa di una banale caduta. In Italia e in Olanda, invece, lo scorso anno non si è gareggiato. Questi quattro appuntamenti potrebbero essere determinanti per definire l’avvenire del quarantaduenne marchigiano. Può avere ancora un futuro come pilota nella MotoGP anche nel 2022, oppure siamo davvero giunti ai titoli di coda di una carriera unica? Il primo responso in merito lo avremo già questa domenica.

Foto: MotoGPpress.com

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