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Ciclismo
Tour of the Alps 2021: Simon Yates si presenterà al Giro in forma smagliante, l’Androni sogna in grande con Cepeda
Il Tour of the Alps 2021 si è concluso ieri con la fragorosa vittoria di Simon Yates. Il grimpeur britannico della BikeExchange ha surclassato la concorrenza nella seconda tappa, la Innsbruck-Feichten im Kaunertal e, successivamente, ha gestito senza problemi il grande vantaggio accumulato. Il forcing con cui, nella frazione sopraccitata, si è levato tutti di ruota sulla durissima erta di Kaunergrat è stato sensazionale. L’azione del vincitore della Vuelta 2018 ha ricordato quella con cui, durante lo scorso autunno, fece il vuoto sul Sassotetto alla Tirreno-Adriatico.
Chiaramente, alla luce di questo trionfo, Yates sarà ora uno dei nomi più attesi all’imminente Giro d’Italia. Con questa condizione, il britannico può competere per il successo finale. L’incognita, però, quando parliamo di Yates, è la continuità di rendimento. Il portacolori della BikeExchange, infatti, è solito alternare prestazione eccellenti ad altre deludenti. In questo 2021, ad esempio, fu strepitoso a Prati di Tivo alla Tirreno-Adriatico, ove arrivò ad appena sei secondi da Tadej Pogacar, ma, appena dieci giorni più tardi, non fu nemmeno capace di cogliere la top-10 nei due arrivi in quota della Volta a Catalunya.
Oltre a Yates, chi esce da questo Tour of the Alps con una condizione eccezionale è il secondo classificato Pello Bilbao. Il basco della Bahrain Victorious è stato il corridore, in assoluto, più generoso. Ha attaccato in quattro tappe su cinque e nella Naturno – Pieve di Bono ha conquistato il successo andando a riprendere, in discesa, Yates e Vlasov che lo avevano staccato in salita. Bilbao è forte sul passo, quando la strada sale e quando essa scende. E’ dotato, inoltre, di uno spiccato acume tattico e di incredibili doti di fondo e recupero. Alla Corsa Rosa, ove dividerà i gradi di capitano con Mikel Landa, potrebbe rivelarsi uno degli outsider più pericolosi.
Hanno ottenuto buoni riscontri in vista del Giro d’Italia anche Alexander Vlasov (Astana) e Hugh Carthy (DSM), ambedue apparsi in crescita rispetto alla gare disputate prima del Tour of the Alps. Un discorso simile andrebbe fatto anche per Pavel Sivakov (Ineos), l’unico capace di tenere testa a Yates nella Innsbruck-Feichten im Kaunertal, Daniel Martin (Israel Start-Up) e Jai Hindley (DSM). Il problema, per questi tre, è che sono stati tutti vittime di brutte cadute. Nessuno dei tre si è infortunato, anche se Hindley si è ritirato prima dell’ultima tappa in via precauzionale, ma chiaramente le botte rimediate potrebbero complicare il percorso di avvicinamento alla Corsa Rosa. Non ha fatto faville, invece, Romain Bardet (DSM). Il transalpino ha chiuso la gara al nono posto nella classifica generale e in salita si è dimostrato inferiore ai più forti
Infine, non si può non parlare della sorpresa della gara, l’ecuadoriano Alexander Cepeda dell’Androni, il quale, in questi cinque giorni, si è espresso su livelli altissimi. Il pupillo di Gianni Savio, dopo un 2020 tormentato a causa di un infortunio e della pandemia, è tornato lo splendido grimpeur capace di vincere in solitaria la tappa regina del Tour de l’Avenir 2019. Cepeda si è piazzato tra i primi cinque nelle due frazioni più dure del Tour of the Alps, è giunto quarto in graduatoria e si è imposto nelle classifica dei giovani. Ora è atteso alla definitiva consacrazione sulle strade del Giro d’Italia. L’ecuadoriano, alla Corsa Rosa, potrebbe curare la generale oppure puntare alle tappe e alla maglia blu.
Foto: Lapresse