Artistica
Vanessa Ferrari: “Valgo più del bronzo. Medaglia di resistenza e resilienza, la mia dedica va all’Italia”
Vanessa Ferrari non conosce limiti e a 30 anni ha saputo salire sul podio agli Europei 2021 di ginnastica artistica. Lo ha fatto a sette stagioni di distanza dall’ultima volta, conquistando una spettacolare medaglia di bronzo al corpo libero. La bresciana ha dettato legge sulla pedana di Basilea e ha brillato di luce propria, meritando ampiamente l’alloro dopo un ultimo mese particolarmente difficile in cui ha sconfitto Covid-19 e non è riuscita ad allenarsi con continuità. Nonostante non fosse al top della forma, la Farfalla di Orzinuovi si è distinta ancora una volta, palesando un’immortalità agonistica invidiabile e scrivendo una nuova pagina romantica dello sport italiano.
Vanessa Ferrari, che si è messa al collo l’ottava medaglia in carriera agli Europei (la quinta al corpo libero, spiccano gli ori del 2007 e del 2014), ha analizzato a caldo la sua prestazione ai microfoni della Rai: “Sono partita per cercare di raggiungere l’obiettivo, puntavo al gradino più alto. Purtroppo la tensione, la stanchezza, il fatto di non essermi allenata al meglio… Non sono stata precisa e quindi va benissimo per ora il bronzo. So che valgo più di questo. Se avessi fatto tutto giusto avrei meritato di più, ma per ora va benissimo così“.
L’azzurra punta ora alla convocazione per le Olimpiadi di Tokyo: “Sono tornata sui quattro attrezzi per cercare anche, nel caso, un posto in squadra, vedremo. Io sto cercando di fare del mio meglio, questa è l’unica cosa che conta. Sono tornata a fare ginnastica dopo la rottura del tendine. Sto facendo di tutto, andrà come deve andare“. L’allieva di Enrico Casella si è anche soffermata sulla scelta della musica, “Bella Ciao” nel giorno della Festa della Liberazione: “È capitato così, è stata una bella cosa. Arrivare terzi con questo esercizio significa che posso fare meglio, bastava fare meglio qualche arrivo, ma questa è la ginnastica. Promesse per il futuro? Io cerco di fare del mio meglio, mi sto mettendo in gioco“.
Poi ha proseguito attraverso i canali della Federginnastica: “La medaglia di oggi è per me un simbolo di resilienza e di resistenza. Lo dimostra la mia storia agonistica fatta di successi e sconfitte. Non ho mai mollato. I miei sogni mi danno la forza per andare avanti. Dedico questa medaglia all’Italia in una data così importante per il nostro Paese, il 25 aprile. Speriamo di poterci liberare presto anche della pandemia e poter tornare a riempire i palazzetti, riaprire le palestre, far ripartire le società“.
“Dopo i tanti infortuni e le sfortune che ho avuto durante la mia carriera, spero che questo sia solo un punto di partenza per correre ancora di più, verso nuovi obiettivi E spero davvero che l’Italia si possa rialzare, come ho fatto io, dopo questo brutto periodo – continua il caporal maggiore dell’Esercito Italiano – Non gareggiavo in un Europeo dal 2015. L’anno prima, nel 2014, a Sofia, avevo vinto il titolo al corpo libero, ma a Montpellier stavo male e non sono riuscita a portare a casa il risultato sperato. Dopo cosi tanto tempo, tornare in una rassegna continentale sui quattro attrezzi non è stato facile. Nelle qualifiche ho provato a prendere la carta olimpica, però questo 25 aprile ce l’avevo nel mirino da molto tempo. È stata una finale tosta, sono arrivata un po’ stanca, dopo una settimana di allenamenti e competizioni, sempre in condizioni gara, con attrezzatura dura, e le gambe, soprattutto a trent’anni, lo sentono. Poi avevo un po’ di tensione di troppo addosso. Insomma, tutte queste cose insieme mi hanno fatto sporcare l’esecuzione (7.900 contro l’8.466 della britannica di origini azere Jessica Gadirova)”.
“Tre settimane fa ero a casa con il Covid, con i sintomi, stavo male. A pochi giorni dagli Europei fermarmi così non fa bene alla preparazione. Mi è mancato qualcosa. Non sto dicendo che è per questo che ho sporcato l’esercizio. Ho fatto i miei errori, non cerco alibi, però lasciatemi gioire di essere arrivata al bronzo malgrado tutto. Mi fa ben sperare per il futuro. Significa che ho ancora margini di miglioramento. Se ripenso ai vari lockdown, l’anno scorso sono stata più di un mese lontana dalla palestra, poi, al rinvio dei Giochi e di tante altre manifestazioni internazionali, anche qualificanti per Tokyo stessa, senza sapere per cosa ci si sta allenando, mi chiedo da sola come abbia fatto a mantenere la concentrazione”.
“Sto finendo il percorso di qualificazione da individualista, ma sono tornata sui quattro attrezzi anche per aprirmi la possibilità di andare in Giappone con la squadra (già ammessa dai Mondiali di Stoccarda 2019). Mi tengo aperte entrambe le possibilità, e una volta là mi giocherò le mie carte. Oltre che al corpo libero vorrei far bene nell’All around. Devo quindi migliorare il resto, incrementare e ripulire gli altri attrezzi. Pensavo di arrivare a Basilea con esercizi più competitivi a parallele e trave. Con quello che ho passato però, a causa di tutti questi imprevisti, ho dovuto ridimensionarli”.
“Dopo Montreal qualcuno mi aveva dato per finita (nel 2017 in Canada si infortunò gravemente proprio nella finale iridata al corpo libero). Dicevano che non sarei più tornata. Inizialmente devo ammettere che l’ho pensato anch’io, perché temevo che a quell’età, dopo un infortunio del genere, il tendine non sarebbe più andato a posto. Sono stata ferma per tanto tempo, ho ricominciato per non aver rimpianti. Mi sono detta, provaci ancora! Non so, sinceramente, se salirò sull’aereo per Tokyo, mancano mesi, però posso assicurarvi che ce la metterò tutta per realizzare il mio sogno. Come andrà a finire? Chi può dirlo. A me basta essere sicura di aver dato il massimo!”
Foto LM-LPS/Filippo Tomasi