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Tokyo 2020, Hayley Wickenheiser, membro commissione atleti CIO: “Sul sì o no ai Giochi decidano i medici”
Tokyo 2020 sì o no? La questione è tutt’altro che risolta. E’ vero che il Presidente del CIO stesso, Thomas Bach, si è affrettato a rassicurare tutti sul fatto che questa volta i Giochi si faranno, ma voci diverse si alzano dal coro all’interno del Comitato Olimpico stesso.
Per esempio, quella di Hayley Wickenheiser, membro della Commissione Atleti del Comitato Olimpico Internazionale (CIO), che ha suggerito come l’organizzazione non dovrebbe prendere la decisione finale se i Giochi Olimpici e Paralimpici di Tokyo 2020 si debbano tenere o meno durante la pandemia da COVID-19. L’anno scorso Wickenheiser, tra l’altro, aveva già descritto il CIO come “irresponsabile” per la sua gestione del processo di rinvio di Tokyo 2020 al 2021. La canadese, quattro volte medaglia d’oro olimpica nell’hockey su ghiaccio, ha poi rivelato di essere stata criticata dal CIO per i suoi commenti.
Wickenheiser, che ha lavorato in pronto soccorso medico occupandosi di COVID-19 come parte della sua formazione per diventare un medico di medicina d’urgenza, ha detto a CBC che ha ancora dubbi sui Giochi riprogrammati, in procinto di iniziare tra meno di tre mesi. È opinione di Wickenheiser che gli esperti medici dovrebbero avere l’ultima parola sulla possibilità di tenere i Giochi, non il CIO. “Devo fare delle domande – ha detto Wickenheiser a CBC – e penso che siano domande corrette. Prima della pandemia avevo detto che non è possibile che le Olimpiadi possano andare avanti perché la storia ci ha detto che non potevano farlo. E ora sto dicendo che non lo so, mi chiedo se possono di nuovo. Questa decisione deve essere presa da esperti medici e sanitari, non da aziende e grandi imprese. Una spiegazione molto chiara e trasparente deve essere fornita sul fatto che i Giochi vadano avanti. O meno“.
Un picco di infezioni in Giappone ha costretto gli organizzatori a ritardare una decisione sui limiti degli spettatori nelle sedi di Tokyo 2020 fino a giugno, un mese prima della cerimonia di apertura del 23 luglio. Il primo ministro giapponese Yoshihide Suga ha intanto imposto lo stato di emergenza a Tokyo, per aiutare a frenare l’aumento delle infezioni da COVID-19 durante le vacanze della Golden Week giapponese. Le misure includono il divieto ai fan di partecipare a eventi sportivi e di impedire a bar e ristoranti di servire alcolici, e sono state introdotte anche nelle prefetture occidentali di Osaka, Kyoto e Hyogo. Le restrizioni più severe saranno in vigore almeno fino all’11 maggio, con la Golden Week che si svolgerà dal 29 aprile al 5 maggio.
Il Giappone ha fatto registrare più di 5.000 casi di COVID-19 per tre giorni consecutivi. Venerdì (23 aprile), il numero di casi giornalieri a livello globale è stato segnalato come prossimo a 900.000. L’India ha rappresentato una parte significativa poiché il totale giornaliero del paese ha continuato a raggiungere livelli record, con oltre 345.000 nuovi positivi segnalati ieri e venerdì (23 aprile).
Gli organizzatori di Tokyo 2020 e il CIO insistono sul sì alle Olimpiadi, che dovrebbero aprirsi tra meno di 100 giorni il 23 luglio. Fanno molto affidamento sulle contromisure COVID-19 e sulle rigide regole delineate nei “playbook”, che verranno aggiornate con ulteriori indicazioni il prossimo 28 aprile. I fan dall’estero sono già stati banditi, mentre gli organizzatori stanno valutando se consentire agli spettatori giapponesi di partecipare ai Giochi, come detto. Diversi comitati olimpici nazionali hanno iniziato a vaccinare gli atleti contro il COVID-19 prima dei Giochi.
FOTO: La Presse