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Masters1000 Madrid: numeri, statistiche, curiosità. Novak Djokovic ultimo vincitore di un torneo dalla storia strana
Quello di Madrid è forse il Masters 1000 dalla storia più complicata, difficile da riassumere in poche righe e insieme, in qualche modo, appassionante della storia recente del gruppo dei nove maggiori tornei del circuito ATP. Vale la pena, dunque, ripercorrerla per capire da dov’è partito tutto e dove si è arrivati.
Prima del 2009, Madrid non si giocava sulla terra rossa, e nemmeno in primavera. La collocazione, infatti, era quella di ottobre, nelle vicinanze sia di Parigi-Bercy che dell’allora Masters Cup (le odierne ATP Finals), e la prima edizione si è tenuta nel 2002 alla Madrid Arena, inaugurata da pochi mesi. Entrato in calendario in sostituzione di Stoccarda, nella sua prima finale l’evento non fu particolarmente fortunato, perché Andre Agassi nemmeno dovette scendere in campo, usufruendo del forfait del ceco Jiri Novak.
Nel 2004 il torneo fece scalpore per una trovata quantomeno singolare, e cioè quella di affidare a delle modelle il ruolo di raccattapalle. Parecchi giocatori non la presero bene, ma la tradizione è rimasta parecchio a lungo, dura a cedere a compromessi di vario genere. Ma non era ancora nulla di fronte a quel che sarebbe accaduto negli anni successivi.
Il 2009, infatti, vide una rivoluzione abbastanza marcata nel calendario, con la novità del trasferimento del torneo dalla Madrid Arena alla Caja Magica, con annesso cambio di stagione (primavera) e superficie (terra rossa). A fare le spese delle ambizioni importanti di Ion Tiriac fu Amburgo, che ingaggiò un lungo duello legale con l’ATP (guidata in quel periodo da un personaggio che definire pittoresco è forse perfino un complimento, Etienne De Villiers) e non ne uscì vincitrice: da allora al Rothenbaum si gioca un ATP 500. Al torneo maschile fu aggiunto un femminile, per quello che è rimasto un riuscito combined, tanto più che, prima della recente riforma dei tornei WTA, Madrid si trovava tra i quattro Premier Mandatory (non che sia cambiato chissà cosa con l’inclusione nei 1000).
Appartiene proprio al 2009 una delle partite più vibranti che la terra abbia mai visto al meglio dei due set su tre: la semifinale tra Rafael Nadal e Novak Djokovic, 4 ore di purissima lotta che videro l’iberico vincere, anche se il giorno dopo fu Roger Federer a sconfiggerlo con un doppio 6-4 per diventare il primo a vincere il torneo sulle due superfici (lo aveva già fatto nel 2006). La stessa finale si ripeté l’anno dopo, e Nadal divenne il secondo nella sequenza (ci era riuscito, nella vecchia sede, nel 2005).
Ma, nel 2012, ne accadde un’altra, stavolta tra le più ricordate negli ultimi vent’anni di tennis. Tiriac, nel suo tentativo di diversificare il tennis, concretizzò il proprio progetto di giocare sulla terra blu, e non più rossa. Qualcuno fece notare che il blu s’intonava allo sponsor Mutua Madrilena, ma la ragione indicata dall’ex tennista poi diventato uomo di business era quella legata alla visibilità della palla. Sosteneva che in tv il giallo avrebbe avuto un maggior risalto rispetto al rosso.
Vero o no questo concetto, alla prova dei fatti la terra blu risultò qualcosa di davvero diverso rispetto a quel che pensava Tiriac: una superficie scivolosa, difficile da gestire e soprattutto ben più veloce della sua omologa rossa. Anche le donne, che pure una terra diversa ce l’hanno (quella verde di Charleston, il celebre har-tru), si lamentarono assai, ma le bordate mediaticamente più importanti vennero da Rafael Nadal e Novak Djokovic, che uscirono entrambi presto dal torneo. In verità, furono un po’ tuti a schierarsi contro, anche Federer, che pure lo fece in misura più contenuta e comunque senza interpellare più di tanto i media. Fu lui a vincere in finale con il ceco Tomas Berdych, ed è così che sarà lui a restare l’unico uomo a trionfare su tre superfici diverse del torneo madrileno. Al femminile questo primato l’ha raggiunto Serena Williams l’anno dopo, a terra blu bandita.
L’ultima finale è andata tra gli uomini a Djokovic, vittorioso sul greco Stefanos Tsitsipas, e tra le donne all’olandese Kiki Bertens sulla rumena Simona Halep (due successi precedenti e due finali ulteriori). I maggiori vincitori, però, non sono loro: quel primato spetta infatti da una parte a Nadal (cinque urrà) e dall’altra alla ceca Petra Kvitova, trionfatrice nel 2009, 2015 e 2018. C’è anche un pezzo d’Italia, con Sara Errani e Roberta Vinci che vinsero il torneo di doppio nel 2012 e 2014.
Foto: Fresnel / Shutterstock.com