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MotoGP, Franco Morbidelli misconosciuto dalla Yamaha. Le cause di un atteggiamento incomprensibile

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Dal vocabolario Devoto Oli. Misconosciuto: fatto segno di una ostile incomprensione o di una sorda ingratitudine”. Potrebbe seguire foto di Franco Morbidelli, perché effettivamente l’aggettivo di cui sopra gli calza a pennello ormai da mesi. Inutile continuare a chiamare “paradossale” una situazione che invece è un evidente caso di misconoscimento. Non si può definire altrimenti quanto accaduto al termine della stagione 2020, perché nonostante Franky sia stato il miglior pilota Yamaha, si trova a gareggiare con la moto più obsoleta tra le quattro messe in pista dalla Casa di Iwata! Infatti, se Fabio Quartararo, Maverick Viñales e Valentino Rossi possono usufruire di una M1 edizione 2021, Morbido è costretto ad arrabattarsi con un mezzo del 2019 aggiornato alla bell’e meglio.

Eppure, i risultati del 2020 parlano chiaro. Innanzitutto Yamaha ha vinto 7 gare. Morbidelli e Quartararo hanno arpionato 3 successi a testa, Viñales ne ha raccolto 1 e Rossi nessuno. I podi, invece, sono stati 12. Sotto questo punto di vista, il romano non ha avuto rivali, poiché ne ha messi insieme 5, contro i 3 del francese e dello spagnolo, mentre il veterano tavulliese ne ha ottenuto 1. Non a caso, Franky ha concluso il Mondiale al secondo posto con 158 punti. El Diablo è rimasto a lungo in testa alla classifica iridata, ma nel finale è crollato in ottava piazza con 127 punti. Nel mezzo si è infilato TopGun, sesto con 132. Il Dottore, invece, non è andato oltre la quindicesima posizione con 66.

Qui c’è poco da interpretare. Carta canta. Morbido è stato il miglior centauro Yamaha nel 2020, nonostante già lo scorso anno avesse dovuto gareggiare con una moto meno evoluta dei compagni di marca. Tale situazione era anche comprensibile, perché nel 2019 i valori in campo erano stati ben diversi. Viñales si era fregiato di un paio di vittorie, le uniche del marchio dei tre diapason; Quartararo, pur senza mai imporsi, si era messo in luce grazie a una messe di podi e di pole position; Rossi si attestava costantemente tra i primi otto; Morbidelli, invece, pur evidenziando un deciso progresso rispetto al difficile 2018 con la Honda del Team Marc VDS, aveva saltuariamente fatto capolino nella top-five. Insomma, una dinamica che poteva giustificare uno status inferiore a quello degli altri tre. Però, il 2020 ha visto il romano effettuare un deciso salto di qualità. Ciononostante, a Iwata non si sono schiodati dalle logiche antecedenti. Tre M1 full-spec e una de facto di serie B su cui, paradossalmente, monta il pilota che meglio si è comportato in assoluto.

Torniamo alla “sorda ingratitudine” che definisce l’aggettivo misconosciuto. Yamaha si è dimostrata davvero sorda all’eco dei dati di fatto. Una carenza di risorse economiche nell’anno della pandemia ha impedito di effettuare un investimento per schierare quattro M1 full-spec? Possibile, ma la giustificazione non regge fino in fondo. Honda ha deciso di cambiare i propri piani per 2021, portando in pista quattro RC213V pienamente ufficiali, proprio in virtù dei progressi evidenziati da Takaaki Nakagami (che però non si è certo reso protagonista di un’annata comparabile a quella di Morbidelli). D’accordo, non tutte le aziende sono uguali, ma a Iwata si è quantomeno presa in considerazione l’ipotesi di effettuare uno sforzo per mettere Franco nelle stesse condizioni degli altri, considerando come li abbia battuti in pista?

Dopo un inizio di stagione complicato nel double header qatariota, Morbidelli ha risposto presente, chiudendo quarto il Gran Premio di Portogallo e terzo quello di Spagna. Risultati ancor più impressionanti se si pensa che si trova in una situazione anche peggiore del 2020, perché la forbice prestazionale tra la sua moto e quella di tutti gli altri è giocoforza più ampia, essendo un mezzo vecchio di due anni e non di uno solo. Al paradosso di non vedersi riconosciuto uno status analogo a tutti i compagni di marca superati l’anno passato, si aggiunge il paradosso di avere un handicap ancor più ampio della stagione precedente.

Viene da chiedersi quale sia il “peccato originale” di Franco. Forse il fatto di non aver iniziato la carriera in maniera ortodossa, gareggiando nel Campionato europeo superstock fino a 19 anni, senza che nessuno dei team manager del Motomondiale ne sentisse parlare? Eppure nel motor sport non conta come si parte, ma come si finisce. Franky, dal canto suo, si è laureato Campione del Mondo della Moto2 nel 2017 e vice-campione della MotoGP nel 2020. Non basta questo a testimoniare la qualità di Morbido? Lui ha dichiarato che Yamaha gli ha promesso una moto ufficiale per il 2022. Come si suole dire, meglio tardi che mai. Certo è che Morbidelli avrebbe meritato di poter lottare per il Mondiale già in questo 2021, possibilità invece preclusagli da dinamiche nebulose e difficilmente comprensibili.

Foto: MotoGPpress.com

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