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Masters 1000 Madrid: Matteo Berrettini, ostacolo Ruud per la finale. Thiem-Zverev supersfida, Barty-Sabalenka ultimo atto WTA

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Grande spettacolo sul campo intitolato a Manolo Santana nella penultima giornata del Mutua Madrid Open, il primo di due tornei combined consecutivi al massimo livello parlando di competizioni immediatamente inferiori ai soli Slam. Tre partite, tre battaglie e un italiano, Matteo Berrettini, tra i protagonisti di questo sabato con vista sul numero 9 del mondo che diventerà realtà da lunedì.

Il romano è passato, ieri sera, dal rischio di uscire di scena ai quarti di finale agli 11 giochi consecutivi con cui ha piegato la resistenza del cileno Cristian Garin, mostrandogli quanta strada ancora c’è da fare per arrivare al livello della top ten. Proprio quello che, anche a Belgrado, Berrettini orgogliosamente rivendicava, dopo tutti i problemi del 2020 e dell’inizio di 2021. Stavolta per il numero 1 d’Italia l’ostacolo è duro, e anche di quelli che gli hanno fatto male in passato: il norvegese Casper Ruud, l’uomo che lo ha fermato a due punti da una vittoria mai diventata tale agli Internazionali d’Italia nell’edizione settembrina del 2020. Stanti i recenti risultati dello scandinavo sul rosso, oltre che l’ottimo rendimento in ciò che è stato realmente competitivo del quarto di finale con il kazako Alexander Bublik e il percorso nel torneo, è difficile non indicarlo come uomo in grado di andare in finale senza destare sorprese. Berrettini, però, ha dimostrato, dopo Montecarlo, diverse cose: di sapere come approcciare i momenti importanti dei tornei, di avere quella fiducia ritrovata che gli si era vista già a inizio stagione.

Anche l’altra semifinale, però, non è certo priva di brividi: Dominic Thiem contro Alexander Zverev, scontro oramai classico in quest’era tennistica. Si replicano in questo caso sia la finale di questo torneo del 2018, che fu vinta dal tedesco con un doppio 6-4, che l’ultimo atto degli US Open 2020, vinti da Thiem tra mille brividi al tie-break del quinto e decisivo set. Ed il bilancio dei precedenti dice 8-2 in favore dell’austriaco, con 4-1 sulla terra rossa. A favore di Zverev, però, va il fatto che proprio ieri è entrato in un club assai esclusivo: è uno dei soli tre giocatori in grado di battere Federer sull’erba, Nadal sulla terra e Djokovic sul veloce in carriera. Il quadro che ne esce è di un match a potenziale alta intensità, senza un vero favorito tra quello che oramai è il numero 2 sulla terra rossa e un giocatore che, pur nelle sue difficoltà nel mantenere la continuità, è pur sempre il numero 6 del mondo in carica.

E poi c’è anche la finale del torneo femminile, un WTA 1000 che vedrà in ogni caso una prima volta, a prescindere dalla vincitrice. Tra la numero 1 del mondo, l’australiana Ashleigh Barty, e la bielorussa Aryna Sabalenka, che sarà numero 5 in caso di sconfitta e 4 se vincerà, il pronostico è incerto. Da una parte è stato più difficile il tabellone dell’aussie, comprensivo della campionessa del Roland Garros, la polacca Iga Swiatek, della tre volte vincitrice a Madrid Petra Kvitova e della miglior Paula Badosa di sempre, tanto più che la spagnola era entrata con una wild card. Dall’altra, invece, va rimarcato come la bielorussa il suo tabellone l’abbia sfruttato benissimo, portando sempre a casa risultati netti e indiscutibili con il suo tennis potente. Un contrasto di stili, questo, che alle 18:30 potrà senz’altro far divertire e mostrare un consolidamento della leadership mondiale o la continuazione di un ruolino di marcia che dice 100% su finali di questo livello disputate (tre) finora.

Foto: LaPresse

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