Pallavolo
Volley, il ritorno in Nazionale di Jiri Kovar. Ma il posto per le Olimpiadi non è assicurato
Bentornato Jiri. L’uomo per tutte le stagioni ritrova l’azzurro proprio nell’anno olimpico, alla vigilia dell’appuntamento importante. Gianlorenzo Blengini ha avuto modo di poterlo controllare da vicino, allenamento dopo allenamento, negli ultimi due mesi di campionato e le quotazioni dello schiacciatore della Lube, da sempre ritenuto il miglior “ottavo uomo” del campionato sono cresciute a dismisura in chiave Tokyo.
L’Olimpiade, si sa, è un torneo a parte, nel quale spesso e volentieri ci sono tante opportunità nella prima fase, ci si può permettere anche qualche sconfitta, ma ci sono due partite, i quarti in primis e poi le semifinali, che decidono il destino delle squadre partecipanti: si può passare dal trionfo o comunque da una spedizione con medaglia e quindi molto soddisfacente, a una delusione in pochissimi istanti e punti e in quegli istanti tutto deve funzionare per il meglio, a partire da ricezione e battuta.
In questi due fondamentali incontri quell’attimo di lucidità, di efficacia, di determinazione che spesso fa la differenza lo può firmare chi magari solitamente non è in campo, non è fra i titolari, che hanno il compito di mantenere la continuità. Quel lampo, quella giocata, che sia in seconda linea o in zona di battuta o, addirittura in attacco, la può assicurare Jiri Kovar, bravissimo ad entrare in campo magari senza un riscaldamento perfetto e assicurare quella freddezza di cui c’è bisogno, ad esempio, sul 22 pari quando dall’altra parte c’è il Leon della situazione che picchia come un fabbro in battuta.
In un torneo di due settimane con a disposizione un solo libero (le regole olimpiche sul contingente-squadra sono ferree: non più di 12 giocatori) c’è necessità assoluta di avere a disposizione qualcuno che sappia far bene le cose in seconda linea ma che magari abbia anche qualità in attacco, alla bisogna, perchè gli schiacciatori potranno essere quattro, non di più. Kovar ha tutte queste qualità: i numeri parlano chiaro a suo favore e l’impressione è che Blengini farà di tutto per averlo con sè. Una scelta che potrebbe sbarrare la strada di Tokyo ad uno dei due giovani pretendenti ad una maglia azzurra, Michieletto e Lavia, entrambi comunque specialisti della ricezione ma forse meno capaci di Kovar di essere performanti al massimo se chiamati in causa in corsa.
Ci sono due mesi di partite, allenamenti, esercizi prima che Blengini si avventuri in una scelta che oggi è diventata complicata vista la benedetta abbondanza uscita nelle ultime due stagioni nel ruolo ma l’impressione è che questo Kovar, in questa Nazionale, sia un elemento necessario e che Blengini non se ne priverà così facilmente.
Foto Roberto Bartomeoli/LPS