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Cinque Cerchi di Neve: i cinque Giochi (e i cinque podi) di Gabriella Paruzzi

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Schiacciata tra due miti di proporzioni immense come Manuela Di Centa e Stefania Belmondo, la carriera di Gabriella Paruzzi è forse passata sin troppo in sordina rispetto alla qualità dei risultati conseguiti.

Cinque medaglie mondiali, trentotto podi in Coppa del Mondo, una CdM assoluta e cinque medaglie olimpiche…in cinque edizioni diverse e consecutive. Quest’ultima particolarità le garantisce un record per lo sport italiano, condiviso unicamente con mostri sacri come gli schermidori Edoardo Mangiarotti, Giovanna Trillini e Valentina Vezzali e lo slittinista Armin Zoeggeler…finora.

La tarvisiana, classe 1969, debutta a livello internazionale nel 1991: la prima parte della sua avventura agonistica è caratterizzata da una grande propensione a trascinare al massimo la staffetta azzurra. Sono gli anni d’oro del nostro sci di fondo, gli anni in cui proprio una staffetta-quella maschile-fa piangere i norvegesi a casa loro: Gabriella c’è sempre. Con Di Centa e Belmondo, appunto, ma anche con Bice Vanzetta, e assieme a loro conquista il primo argento iridato in Val di Fiemme nel 1991 e nel 1993 e i bronzi  olimpici ad Albertville e Lillehammer, quando la solita Norvegia e le eredi del’Unione Sovietica la fanno da padrone. Nel 1998, a Nagano, Karin Moroder sostituisce la Di Centa, ma cambiando gli addendi il risultato non si modifica: ancora bronzo, il terzo consecutivo, ancora dietro a Russia e Norvegia.

Col nuovo millennio, l’ormai esperta Gabriella inizia a macinare risultati di altissimo livello anche in individuale: il 10 gennaio 2001 è seconda a Soldier Hollow nelle inseguimento su quelle che, un anno più tardi, saranno le nevi olimpiche. E infatti sulle montagne statunitensi la friulana ha il ruggito più bella di una carriera così gloriosa: 30 km a tecnica classica, al traguardo è seconda dietro la russa Larisa Lazutina, ma è la stessa Lazutina pescata positiva poco prima della staffetta e per questa ragione, nel giro di poco tempo, viene tolta dalla classifica. Sì, Gabriella Paruzzi è oro, e a nobilitare il podio ci sono Stefania Belmondo e Bente Skari-Martinsen. E’ una nuova Gabriella, quella che esce da Salt Lake: una Gabriella capace di “bastonare” tutte in individuale, come dimostrano le tre vittorie nell’inverno 2003-2004, tra cui la leggendaria 70 km in Val di Fiemme, che le valgono la Coppa del Mondo.

Per un’atleta così, il cerchio non può non chiudersi con le Olimpiadi: a Torino, nel 2006, è ancora bronzo in staffetta. Nuove compagne, ovvero Arianna Follis, Antonella Confortola e Sabina Valbusa, ma stesso, meraviglioso risultato di sempre. E sono cinque medaglie, ed è la gioia del ritiro…per tornare a casa dall’Alfredo, il marito che per tanti anni l’ha aspettata e col quale gestisce un albergo. Ma lo sport non è mai uscito dalla sua vita: consigliera federale in FISI, sarà una delle voci di Sky per i giochi di Sochi. E chissà che non porti fortuna alle sue eredi.

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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