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Roland Garros 2021, Jannik Sinner e la bestia nera Rafael Nadal. Un tarlo che è entrato nella testa

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Più d’uno s’attendeva un match più equilibrato di quello che si è visto tra Jannik Sinner e Rafael Nadal quest’oggi al Roland Garros, ma il campo ha smentito le premesse. Il maiorchino ha continuato nella sua corsa verso la quattordicesima volta da vincitore di questo Slam, là dove di 106 match disputati ne ha persi solo due. E gli altri 104 costituiscono record assoluto per un singolo giocatore in uno specifico torneo maggiore tra i quattro del mondo del tennis.

Non è la sconfitta in quanto tale, prevedibile per sostanzialmente chiunque sul rosso, che definisce la misura del match di Sinner, ma la misura del suo match. Rispetto all’ottobre del 2020 e a Roma, sono cambiate le condizioni, più favorevoli a Nadal, ed è cambiato anche Jannik. La versione odierna dell’altoatesino è quella che, nelle ultime settimane, è stata meno incisiva del solito, con voglia di lottare, ma con l’attuale incostanza che, con un giocatore del calibro del mancino di Manacor, può costare cara.

E dire che il match era iniziato bene, con il parziale di quattro giochi consecutivi e la possibilità di servire per il set, solo che è poi emerso uno di quei momenti difficili che hanno accompagnato il numero 2 d’Italia per un po’ tutto il torneo (non dimentichiamolo: se il francese Pierre-Hugues Herbert avesse trasformato il match point nel quarto set all’esordio non staremmo parlando di Sinner-Nadal). Si ripresenta un leitmotiv che si ritrova spesso nelle partite dell’altoatesino contro l’iberico: la difficoltà nel trasformare le situazioni di vantaggio soprattutto nel primo set, il che ha sempre portato direttamente a non vincerne nemmeno uno, di parziale.

Non è certo il primo, il numero 2 d’Italia, ad avere più di qualche problema contro il mancino di Manacor sul rosso, e in particolare in quella Parigi dove solo Robin Soderling e Novak Djokovic sono riusciti a eliminarlo dal torneo. La sensazione, però, è che in qualche modo, almeno per il momento, Nadal sia riuscito a entrare nella testa di Sinner, captandone la tensione nei momenti più importanti, quelli di cui lui, Federer e Djokovic sono stati maestri per un’intera carriera, elevando questo genere di concetto a dei livelli mai visti prima e che non si sa se mai si rivedranno.

Il diciannovenne azzurro, però, ha qualcosa dalla sua parte: il tempo. E non solo quello. Non va dimenticato che neanche 100 sono le partite da lui giocate a livello ATP, un numero irrisorio se lo si confronta alla storia che, fin dal 2003, Nadal scrive sul circuito. L’obiettivo di crescita non è solo tecnico, ma anche e soprattutto mentale. Questo Sinner e Riccardo Piatti lo sanno bene: sono elementi che si aggiungono a un database di esperienza. Non è un processo automatico, per cui si preme un interruttore e tutto magicamente funziona: è qualcosa per cui serve tempo. E se quel tempo sia tre mesi, sei mesi, uno, due o tre anni, nessuno lo sa oggi perché la sfera della preveggenza non c’è. Di certo, invece, c’è che al momento lo status di top 20 più o meno stabile, in base alle fluttuazioni della classifica, è cosa fatta, oltre a un’interessante nona posizione nella Race.

In conclusione, ad oggi l’altoatesino non è ancora riuscito a trovare le chiavi per battere un giocatore come Nadal, o quantomeno per togliergli un set (il quale obiettivo, sul rosso, per molti è quasi considerabile al livello di un match intero). A livello tecnico la base c’è, e l’ha mostrato a tratti oggi, al di là dei momenti da giornata no che si sono visti anche nei numeri. Una volta che ritornerà anche un maggior grado di fiducia, e anche una volta messe insieme parti del gioco che mirano ad ampliare il repertorio, potremmo cominciare a vedere storie diverse. A cominciare dall’erba, terreno al momento pressoché sconosciuto e di difficile interpretazione in termini di previsioni per Sinner. Che riparte dall’attuale 0-3 nei confronti contro Nadal e mira ad approcciare i prati, e poi la “sua” stagione sul veloce, trovando tennis, vittorie, ma soprattutto miglioramenti.

Foto: LaPresse

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