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Jannik Sinner e il primo momento difficile della carriera. Lacune tecniche, dubbi e insicurezze da superare

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Jannik Sinner, che succede? La sconfitta di oggi contro il britannico Jack Draper (n.309 del mondo) nel primo turno del torneo del Queen’s qualche interrogativo lo pone. La sensazione è che l’altoatesino sia in un momento complicato dal punto di vista tecnico e fatichi a esprimere il proprio miglior tennis.

Pur avendo raggiunto gli ottavi di finale al Roland Garros, l’andamento del primo turno a Parigi contro Pierre-Hugues Herbert e i ko a Lione contro il non trascendentale transalpino Arthur Rinderknech e a Madrid contro l’australiano Alexei Popyrin fanno pensare che Jannik sia un po’ in confusione.

E’ un fatto abbastanza acclarato che ci troviamo al cospetto di un giocatore con grandi potenzialità, ma nello stesso anche con alcune lacune tecniche: servizio, dritto, gioco a rete e variazioni sono le criticità. Aspetti che su una superficie come l’erba vengono evidenziate per via di un tennis troppo monocorde in cui Sinner si rende conto di essere più prevedibile e nel tentativo di ottenere il punto strappa con i colpi commettendo tanti errori.

Non sono casuali i 26 gratuiti di oggi contro Draper (15 gli errori non forzati del britannico). Una situazione complicata che poi va incidere anche sulla gestione dei momenti importanti, come ammesso da lui stesso in conferenza stampa. In entrambi i set, persi poi al tie-break, l’azzurrino si è trovato a servire per la conquista del parziale, avanti di un break. La gestione non è stata ottimale e si è palesato poco ordine nel suo modo di stare in campo.

In buona sostanza, Jannik deve un po’ ritrovarsi e rimettere insieme i pezzi del puzzle. A Wimbledon sarà molto dura perché giocare sull’erba è diverso. Vedremo se nei Championships una inversione di tendenza ci sarà.

Foto: LaPresse

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