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Nuoto, Settecolli 2021. La mission impossible di Fabio Scozzoli: il capitano prova a sfatare il tabu olimpico

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La maledizione olimpica rischia di continuare e, vista la situazione, potrebbe segnare definitivamente la carriera di Fabio Scozzoli. Due volte argento mondiale, ori e podi europei a grappoli, tra vasca lunga e corta, il veterano azzurro sembrava lanciatissimo verso la qualificazione alla sua seconda partecipazione olimpica ma, prima il rinvio dei Giochi di Tokyo e poi una fastidiosa infiammazione ai gomiti, hanno rimescolato le carte, allontanando Scozzoli dal sogno di disputare la sua seconda finale a Cinque Cerchi dopo il deludente settimo posto di Londra 2012.

Ci ha provato Scozzoli: ad aprile, mentre i suoi rivali se le davano di santa ragione su tempi di altissimo spessore ai campionati nazionali, stava riprendendo a lavorare in piscina, a maggio, mentre Martinenghi se la giocava con i big della specialità, Pinzuti si prendeva due finali europee e Poggio, suo compagno di allenamenti, faceva segnare il personale, stava ritrovando antiche sensazioni.

Il nuoto è una disciplina che lascia pochissimo spazio al caso e all’improvvisazione e per Fabio Scozzoli la situazione è abbastanza chiara: due mesi di lavoro quasi normale a fronte di una preparazione che necessitava almeno sei mesi di allenamenti, un confronto quasi costante con gli avversari non fanno ben sperare per l’ultimo (ma sarebbe meglio dire unico) tentativo di qualificazione olimpica affidato al Settecolli.

Il tempo da fare è vicino al personale, il test della settimana scorsa a Riccione dice che Scozzoli dovrebbe tirare giù un secondo e mezzo. Una situazione molto simile a quella vissuta prima di Rio dal ranista romagnolo, reduce allora da tre stagioni molto complicate, tra infortuni e scelte rivelatesi sbagliate. Il talento, la tenacia e anche la determinazione non mancano di certo al campione romagnolo ma servirebbe davvero un miracolo. “Fin quando il fisico mi sorreggerà sarò in vasca” aveva dichiarato all’indomani delle belle prove ai Mondiali di Gwangju e in questa occasione, ancora una volta, il fisico sembra averlo tradito.

Qualora non arrivi la qualificazione olimpica, non sarà la fine della carriera (a meno di un ritorno dell’infiammazione ai gomiti che per un ranista è deleteria). Scozzoli ha ancora tanto da dire e può essere importante nei prossimi anni di completamento della transizione dalla sua generazione a quella dei più giovani. In vasca corta può ancora dire la sua e quest’anno ci sono ISL, Europei e Mondiali in rapida sequenza.

A meno che non accada il miracolo: Scozzoli è uno che non molla mai e anche stavolta proverà a fare una sorpresa. Dovesse andare male accetterà il verdetto con il sorriso sulle labbra, come sempre, pronto per la prossima sfida.

Foto Diego Gasperoni

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