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Taekwondo
Taekwondo, Simone Alessio: “Ottima preparazione, pronto per le Olimpiadi. Servirà concretezza”
Consapevolezza, percorso e voglia di continuare a crescere fino a regalarsi una gioia a Cinque Cerchi. Ci sono tutti questi elementi nel percorso di Simone Alessio, uno dei due azzurri (l’altro è Vito Dell’Aquila, ndr) che si prepara a riportare il taekwondo italiano alle Olimpiadi dopo lo “zero” di Rio 2016.
Il nativo di Livorno è pronto: sta affinando gli ultimi aspetti psicologici, tecnici e tattici prima di prepararsi a scendere sul tatami nei -80 kg, una categoria di peso che ha da sempre regalato emozioni e imprevedibilità nella kermesse a Cinque Cerchi.
Buongiorno Simone, iniziamo rompendo un po’ il ghiaccio: manca pochissimo all’inizio di quelle che saranno le tue prime Olimpiadi, come stai vivendo questa attesa?
“Sto bene fisicamente e mi sento molto tranquillo. La preparazione in questo ultimo lasso di tempo è stata molto pesante, ma ora percepisco una sensazione di leggerezza. Le “gambe vanno da sole” e finalmente sto realizzando quanto sia felice di poter partire per un evento del genere”.
Ecco, questo ci consente anche di sgombrare il campo da qualsiasi tipo di preoccupazione rispetto al forfait che avevi dato per i WTE Multi European Games di Sofia…
“Nulla di grave. Nel mese di giugno ero reduce da qualche piccolo fastidio e contusione ai piedi: per questo, assieme ai miei maestri, ho preferito non rischiare nulla e preservare la condizione”.
Abbiamo accennato a Sofia, la capitale bulgara che di fatto è stato il “centro del mondo europeo” del taekwondo nell’ultimo anno: ora come sarà trasferirsi nel continente asiatico, che di fatto è la culla di questo sport?
“E’ vero, in questo 2021 abbiamo praticamente combattuto solo in Bulgaria in una struttura d’albergo convertita a palazzetto con molti tatami, ma credo che andare a Tokyo, viste anche le condizioni ambientali relative alle restrizioni per il pubblico, cambi poco o nulla. Quando si andrà lì alla fine si penserà al quadrato e basta: mi spiace non possa esserci del tifo, perché io sono uno che si carica di queste vibrazioni, ma tant’è. Al resto francamente non ci penso: filosoficamente sarà bello essere protagonisti in Asia (gli azzurri faranno un piccolo stage in Corea del Sud prima di atterrare in Giappone, ndr), ma poi servirà tanta concretezza per dimostrare di essere all’altezza dell’evento”.
Torniamo un po’ sull’ottenimento del tuo pass olimpico, conquistato nel Torneo di Qualificazione Europea, giusto all’ultima chance disponibile: paradossalmente questo potrà rivelarsi un vantaggio, visto che così facendo hai tenuto il tuo corpo attivo sino a poche settimane fa?
“Personalmente lo ritengo un fattore positivo, ma dall’altro lato devo dire che è stato molto stressante: il Preolimpico e poi la marcia di avvicinamento all’Olimpiade così, in maniera ravvicinata, portano via tante energie. E’ una componente però con la quale imparare a convivere se si vuole ottenere dei risultati. Infondo sia io sia Vito, pur avendo ottenuto il pass a Cinque Cerchi in maniera diversa, sono praticamente diciotto mesi che ci alleniamo cercando di rimanere al top: ora vedremo come andremo ai Giochi”.
Durante il Preolimpico c’è stato un momento, nei quarti di finale contro il belga Nicholas Corten, dove hai rischiato di essere eliminato vedendo tutti i tuoi sforzi vanificati. Poi però con un eccezionale colpo di coda sei riuscito a vincere la contesa al golden score e a qualificarti al turno decisivo del torneo nel quale hai spazzato via il tedesco Tahir Guelec: cosa hai pensato in quei momenti?
“In quelle fasi c’è poco da pensare, sono riuscito a inquadrare la situazione nella mia mente in maniera rapida e mi sono detto: ‘Simone, in qualche modo, devi mettergli il piede in testa’, sono partito all’attacco e ce l’ho fatta. Quello è stato sicuramente il momento chiave della giornata”
Chiudiamo con un’ultima domanda. La categoria di peso dei -80 kg a Rio 2016 è stata probabilmente quella che ha rivelato al mondo l’universalità del taekwondo: quale ingrediente servirà per arrampicarsi sino a una medaglia?
“L’affermazione di Cheick Sallah Cissé (taekwondoka della Costa D’Avorio, ndr), arrivata con un calcio in girata all’ultimo secondo dell’ultimo round, ha dimostrato che l’aver determinazione può rivelarsi la dote più importante di tutte. Certo, non tutti i match si possono vincere così: e allora la visione tattica di ogni singolo duello può diventare un altro elemento fondamentale“.
FOTO: Denis Sekretev / FITA